Wednesday, November 29, 2006

Pensieri sconclusionati a margine del Milano Challenger.

Assistere ad un torneo internazione di tennis è un’esperienza divertente che Pem consiglia a tanti appassionati, per vari motivi: dal vivo, il gioco ed i gesti tecnici si apprezzano meglio; dal vivo, nulla – neanche il minimo dettaglio - sfugge all’occhio attento, sia con riguardo a quello che succede in campo, sia per quanto concerne i retroscena di quel microcosmo che è il mondo del circuito pro. In più, il presenziare all’evento da’ al fan la sensazione d’essere parte dello show, una sensazione molto simile a quella che si prova nella platea di uno spettacolo teatrale.
Chi è lo spettatore medio delle tappe del circuito nell’italico stivale? Pem ha assistito ad un numero di eventi tale da poterne estrapolare un campione statistico, anzi due campioni, i piccoli eventi – nel cui novero è senz’altro ascrivibile il Milano Challenger – ed i grandi eventi (le c.d. kermesse tennistiche), che attualmente coincidono l’evento tradizionalmente conosciuto sotto il nome di Internazionali di Italia. La distinzione è d’obbligo perchè, a seconda dell’evento, la tipologia di spettatore cambia radicalmente. Chi assiste al piccolo evento è in genere o un addetto ai lavori (coach, ex giocatore in odore di coaching, accompagnatore, fidanzato/a, marito/moglie) o è una persona che segue poco il tennis ma, abitando nelle vicinanze della sede dell’evento, è stato richiamato dalla forza della comunicazione pubblicitaria a livello locale. Se si assiste, invece, ad un (al) Grande Evento, capita non di rado di imbattersi in personaggi del jet-set, attori/attrici, starlette, nani e ballerine, tutta gente a caccia del paparazzo. Tutto questo per affermare che il tennis, perlomeno in Italia, in quanto sport minore è difficile che abbia una quota considerevole di appassionati non praticanti. Morale: il calcio in Italia lo seguono tutti, ma proprio tutti, persino i moribondi. Il tennis è seguito in prevalenza da un sottoinsieme di chi lo pratica o da chi lo usa per scopi extra-sportivi. Il ché, se da un lato è un dato poco confortante per la crescita e la diffusione del tennis presso la collettività, dall’altro lato presenta anche i suoi vantaggi: nel recinto di un anonimo campo indoor puoi incontrare un ex giocatrice pro e chiederle com’e’ stato affrontare Mary Joe Fernandez, Amanda Coetzer o Lindsay Davenport. Ve lo immaginate Franco Baresi a raccontare ai suoi fan gli aneddoti legati alle finali di Champions League?

Tuesday, November 28, 2006

Da Basiglio con (italico) furore!

Pem è appena tornato dall’amena Basiglio, dove ha assistito a buona parte dei match in programma nella seconda giornata del Milano Challenger. Scrivere a caldo non è per niente semplice, soprattutto se si accusa un po’ di stanchezza, al termine di una lunga giornata iniziata nel gorgo infernale della Tangenziale Ovest di Milano e non ancora conclusa.
Giornata all’insegna dell’equilibrio quella di oggi: dei 6 incontri di singolare finora portati a termine, solo uno è stato concluso dopo due soli set, quello della sfortunata Giulia Gatto Monticane, asfaltata con un doppio 6-0 6-0 dal treno Vinci. Per il resto, si è assistito a match combattuti, con entusiasmanti vittorie in rimonta, come quelle della Birnerova e di Maria Elena Camerin.
Entriamo nel dettaglio tecnico della giornata: in “casa Pemulis” piace molto Eva Birnerova, non solo perché è la figlia di Stanislav Birner, ma perché gioca un tennis pulito, dai “gesti bianchi”, con splendide accelerazioni di rovescio ed una meccanica nel servizio che è da manuale di tennis training. Oggi Eva ha avuto due tipi di difficoltà: se stessa, poiché nel primo Pem ha perso il conto degli errori non forzati della ceca; e l’avversaria, poiché Olga Govortsova non è per niente male, la bielorussa non ha una gran mano ma è molto solida ed anche piuttosto agile e veloce negli spostamenti. Ciò malgrado, la Birnerova è riuscita a controllare abbastanza agevolmente il secondo e il terzo set, giocando un tennis intelligente, privo di sbavature, con buoni schemi d’attacco e tante soluzioni vincenti, soprattutto con il rovescio. In ossequio alla statistica, Pem ricorda che, vincendo questo match, la Birnerova ha interrotto un digiuno che durava dal primo turno dello Us Open 2006 (da allora sette sconfitte consecutive per la ceca).
Gran prova di carattere della britannica Amanda Keen, che supera la croata Ivana Lisjak in set, dopo un match molto duro, in cui le due contendenti se le sono tante di santa ragione. In giocabile è la Vinci per Giulia Gatto-Monticone, a causa di un divario tecnico eccessivo che impedisce alla torinese di imporsi nello scambio. Luci ed ombre per la Gabba: la 19enne di Casale Monferrato mostra di avere una gran mano e un gioco tutto sommato adatto sul veloce, ma talvolta perde la concentrazione e rivela qualche imperfezione negli spostamenti. Una con la tecnica della Gabba non può lasciare un set alla Makarova, con tutto il rispetto per l’avversaria. Vittoria in tre set anche per Maria Elena Camerin, contro un’opponente – Tatiana Poutchek – non irresistibile: anche in questo caso si poteva chiudere in 2 set. Infine, vittoria in rimonta della Zahlavova, ai danni della francese Stephanie Foretz e sarà proprio la ceca la prossima avversaria di Roberta Vinci.
Il premio simpatia della giornata va a Karin Knapp, la più divertente tra giocatrici presenti sugli spalti, che domani sarà attesa da un match difficile contro Sandra Kloesel, che a questi livelli rappresenta uno spauracchio.
Mentre Pem completa questo scarabocchio elettronico sono ancora in corso i match tra: Garbin e Gagliardi (la veneta ha vinto il primo ed è sotto 5 a 2 nel secondo set); tra Fedossova e Laine; e tra Nagy e Matei.

Monday, November 27, 2006

Milano Challenger – Qualificazioni – Day 2


Gran performance per Giulia Gatto Monticone nella seconda giornata di qualificazioni a Basiglio. La diciannovenne torinese, tesserata presso lo storico tennis club “Le Pleiadi” di Moncalieri, supera in rimonta la bielorussa Iryna Kuryanovich con il punteggio di 5-7 6-2 6-4, n. 232 al mondo e n.5 del seeding. Le due si erano incontrate già due volte in precedenza, con il bilancio di una vittoria a testa. Giulia si giocherà le sue chance di entrare nel tabellone principale contro un’altra bielorussa, Ekaterina Dzehalevic (foto in alto), recente vincitrice del 25 mila dollari di Podolsk. Il match è sicuramente impegnativo, ma non impossibile. Vedremo quante energie avrà conservato l’atleta italiana, dopo due incontri chiusi al terzo set.
Per il resto, la “chioccia” Amanda Keen concede un solo game alla giovane lombarda Alessadra Ferrazzi. La storia della tennista inglese è curiosa e merita di essere raccontata. Amanda Keen, o forse meglio Amanda Janes (cognome da nubile), è figlia d’arte: sua madre, Christine Janes (Truman), è stata una grande campionessa negli anni sessanta, la più giovane vincitrice del French Open, a soli 18 anni. E Christine Truman è stata per la figlia una grande fonte d’ispirazione, un coach ed una sorta di banca privata che ha finanziato l’avvio di carriera di Amanda. Ma la carriera di quest’ultima non è mai decollata – mai superato il muro dei top 200 – ed i debiti sono lievitati. Al punto tale che lo scorso anno Amanda Keen aveva annunciato il suo ritiro dal tennis professionistico, causa default per debiti: la britannica aveva calcolato che un anno di circuito le costava più o meno 40 mila sterline e i costi sarebbero stati superiori se non avesse beneficiato del “free coaching” materno. Nel frattempo si era sposata e aveva iniziato a lavorare come insegnante di inglese nelle scuole dell’Essex, per avere un’entrata fissa a fine mese. La “nuova vita” non deve averla gratificata più di tanto, per cui nel 2006 ha deciso di tornare a giocare, ed eccola a Basiglio, a giocarsi oggi un posto nel tabellone principale contro l’agguerrita teen-ager russa di turno, Eugenia Grebenyuk.
Infine la giornata è contrassegnata dalle vittorie di Lyubtsova, Gojnea, Govortsova e Makarova, che si contenderanno gli ultimi due posti nel main draw in una doppia sfida (Gojnea vs Lyubtsova; Govortsova vs Makarova) dagli esiti imprevedibili.
Lunedi 27 novembre avranno luogo anche i primi match del main draw, con due italiane impegnate nel corso della giornata: la Brianti disputerà il match pomeridiano contro la sua “vecchia conoscenza” Kristina Barrois (le due si sono già affrontate 3 volte, 2-1 il bilancio a favore della tedesca, ma l’Alberta ha vinto l’ultimo match a Deauville); la Sassi giocherà il match serale contro un’altra teutonica, Tatjana Malek, che ha già sconfitto quest’anno a Galatina nell’unico precedente tra le due.

Sunday, November 26, 2006

Al via il "Milano Challenger" di Basiglio.

Siamo ai blocchi di partenza, il Tennis Internazionale è tornato a Milano, dopo un anno di pausa. Sabato 25 novembre hanno preso il via le qualificazioni del Torneo “Milano Challenger”, un torneo ITF, che avrà come proscenio i campi indoor in green set dello Sporting Club di Milano 3 – Basiglio. Sarà appunto Basiglio, la “Wisteria Lane” meneghina, a far da cornice alla competizione nella quale le atlete protagoniste si divideranno il monte premi da 50 mila dollari ed i punti WTA in palio. E’ un torneo minore – in molti chioseranno – ma è quanto di meglio possa offrire Milano agli appassionati di tennis. E per la gentile concessione, dobbiamo ringraziare in particolare il principale sponsor del Torneo, la rigenerata Banca Popolare Italiana, guidata dall’ottimo manager Divo Gronchi.
Ieri Pem ha visitato la struttura di Basiglio, compreso l’albergo ufficiale che ospita le atlete – il Residence Club Milano 3 – ed ha assistito ad alcuni dei sedici match che hanno animato la prima giornata di qualificazioni. Le quali, a questi livelli, non sono una semplice formalità ma rappresentano un vero e proprio “Torneo dentro il Torneo”, nel quale “up and comer” agguerrite cercano di farsi strada a suon di colpi per emergere nello show. I match sono interessanti, a tratti imprevedibili, il livello tecnico è abbastanza elevato. Il tabellone doveva essere impreziosito dalla presenza, con la testa di serie n.1, di Sania Ancic, la sorella minore del più famoso Mario. Ma la croata alla fine ha trovato posto nel tabellone principale, quindi la giocatrice con la classifica più alta, a contendersi uno dei quattro posti per il main draw, è la 23enne estone Margit Ruutel, n. 186 al mondo, che ieri ha superato senza problemi la tedesca Sabrina Jolk ed oggi sarà impegnata contro la russa Eugenia Grebenyuk. Nel complesso deludenti le italiane. A parte le promettenti Giulia Gatto-Monticone e Alessandra Ferrazzi, vincitrici di due derby italiani tra wild card, le altre sono tutte uscite di scena. Pem aveva risposto tante speranze in Stefania Chieppa (l’unica tra le perdenti a strappare un set all’avversaria), ma la torinese, con un gioco poco adatto al veloce, si è arresa 6-3 al terzo contro la croata Jurak. Male la Verardi: la genovese allieva di Ponzalo Vitale è stata liquidata con un perentorio 6-1 6-1 dalla solida rumena Gojnea. Per la giovanissima bergamasca Alice Moroni (che Pem segue dal 2005, quando trionfava nei Tornei Under 14), c’e’ stata l’onta del 6-0 6-0, il “double bagel”, per mano della spietata ucraina Lyubtsova. Sconfitte dignitose quelle rimediate da Silvia Disderi e Lisa Sabino: dalla biellese Pem si aspettava qualcosa in più, mentre la giovane Lisa, svizzera di nascita come la Oprandi, ha disputato un buon match contro la più esperta slovacca Kurhajcova. Una curiosità: si è rivisto il serve and volley della veterana, allampanata e lentigginosa Amanda Keen. Una rarità di questi tempi. Chi ha impressionato Pem? In positivo: la già citata Lyubtsova, la bielorussa Govortsova e la serba Danica Krstajic, tutte giovanissime peraltro. In negativo: Monica Niculescu e Verdiana Verardi.

Friday, November 24, 2006

La presunta scomparsa di Jelena Dokic.

Avete presente la storia del rapimento della giovane moglie del miliardario Lebowski – con tanto di riscatto da pagare – nel film capolavoro dei fratelli Coen? Chi non ha visto il film, farebbe bene a procurarsi il dvd di “The Big Lebowski” (Il Grande Lebowski), una trama che attinge a piene mani alle intricate storie noir del geniale Raymond Chandler (Il Grande Sonno). Vi aiuterà molto a comprendere ogni sviluppo della vicenda del presunto rapimento subito da Jelena Dokic, (quasi ex) tennista serba, con passaporto australiano, residente a Monte Carlo e, stando alle parole dell’impetuoso papà Damir Dokic, scomparsa a Zagabria. Sembra quasi un intrigo internazionale.
Ma veniamo ai fatti salienti di una vicenda che rasenta il grottesco.
La semifinalista a Wimbledon nel 2000 e quartidifinalista al French Open 2002 è da diversi mesi che prova a rientrare nel circuito WTA, dopo una sosta ai box di oltre due anni, “imposta” da problemi fisici e personali. Il comeback di Jelena è ben diverso dall’happy end che ha caratterizzato il ritorno di Martina Hingis; nel caso della serba è stato un susseguirsi di batoste che l’hanno costretta nel livido purgatorio dei tornei ITF da 10 mila dollari. E' proprio nel 10 mila dollari di Ismaning, in Germania, che Jelena Dokic gioca il suo torneo piu’ recente, ottenendo il miglior risultato stagionale, una semifinale persa 7-6 al terzo dalla nostra Astrid Besser. Siamo nella settimana che va dal 6 al 12 novembre. Dopo il torneo di Ismaning la Dokic parte per Zagabria, per un breve soggiorno in apparenza giustificato da incontri con gli sponsor. Passano circa 8 giorni e, lunedì 20 novembre, Niki Pilic (ve lo ricordate?), boss dell’Accademia di Monaco di Baviera, presso la quale la Dokic si allena da circa due mesi, informa la stampa e l’opinione pubblica del fatto che Jelena ha abbandonato l’Accademia senza informarlo. O meglio: la serba, attesa nell’aeroporto di Monaco domenica 19 novembre, non si è presentata, senza fornire comunicazione alcuna, né a Pilic, né ad altri familiari. E’ già Niki Pilic, lascia trapelare che dietro la mancata presentazione della Dokic può esserci lo zampino dei fratelli Bikic, Borna e Tino Bikic, rispettivamente ex coach ed (ex?) fidanzato dell’atleta serba. I Bikic bros - da quel poco che si sa sul loro conto - non sembrano essere due perfetti gentiluomini; essi ricordano molto i personaggi di contorno dei romanzi di Raymond Chandler.
E veniamo all’ultimo capitolo della vicenda: giovedi 22 novembre Papà Damir annuncia la scomparsa della figlia, accusando di sequestro a scopo di estorsione i fratelli Bikic. La scomparsa è confermata da Martin Ruftner, capo allenatore presso l’Accademia di Pilic, che non sente la giocatrice da sabato 18 novembre.
Da fonti non ufficiali si apprende che Jelena avrebbe rilasciato –non si capisce bene quando ma nelle ultime 24 ore – un intervista al quotidiano sportivo serbo “Sportski Zurnal”, nella quale avrebbe dichiarato il suo amore per Tino Bikic, l’intenzione di far rientro nell’Accademia di Pilic nei prossimi tre giorni, e avrebbe rassicurato tutti sulla sue condizioni: è a Zagabria, sta bene, e Papà Damir non ha più alcun peso nelle sue decisioni personali e professionali. Come dire: sono venuta a stare un po’ a Zagabria, proprio per non essere reperibile. Ripetiamo: si tratta di voci non confermate. In “casa Pemulis” siamo tutti in attesa di notizie ufficiali. E ci chiediamo se un giorno si potrà tornare della “povera” Jelena per il tennis giocato.

Lettera aperta a Nick Bollettieri, con richiesta del Miracolo.

Caro Nick,
ti scrivo questa lettera, poiché ti considero, al tempo stesso, il mio Santa Claus preferito ed un taumaturgo semi-infallibile. Non fraintendere le mie parole, è ben lungi da me la minima intenzione di mancare di rispetto. Vorrei soltanto scomodare il più grande conoscitore di tennis di tutti i tempi per quella che in molti considerano una ‘mission impossible’.
Ho sempre pensato che fosse molto difficile spiegare con pochi termini la tua attività e l’importanza del ruolo che ricopri nel sancta sanctorum del tennis mondiale. Un coach? Un advisor? Un guru? Un grande motivatore? Uno psicologo stratega? Sono tutti termini logori che dicono francamente poco. Provero’ a sbilanciarmi, non me ne vogliano i tuoi colleghi, ma credo che tu sia la quintessenza del tennis moderno, vale a dire un concentrato di: dinamismo, energia, disciplina ai limiti dello spirito di sacrificio, forza esplosiva e reattiva, comprensione del gioco e pensiero strategico, livello di fiducia, determinazione, capacità di concentrazione e di gestione delle emozioni. Tutte qualità rivelatrici di una personalita’ geniale, il cui estro è da decenni a disposizione degli atleti in cerca di affermazione.
Ebbene, dove eravamo rimasti? Stavo forse per formalizzare la mia richiesta del miracolo? Santo cielo Nick, mi scuso per aver perso il filo, forse avrai già capito che la narrazione lineare non è il mio forte: ogni mio periodo di solito richiama nuove digressioni, che a loro volta rimandano ad ulteriori divagazioni, in modo tale che non riuscirei mai a chiederti quello che ho da chiedere, se assecondassi la mia natura contorta e inconcludente. Questa volta, però, voglio sforzarmi, mi impegnerò per mostrare a quanti si degneranno di leggere questa lettera aperta, come sono agile e rapido quando faccio sul serio. Mi chiamo Michael Pemulis, dunque. Ho 36 anni e sono alto un metro e ottandue. La mia corporatura media presenta i segni di una muscolatura affievolita, tipica dell’atleta a riposo. Il mio aspetto è quello che immagino avrà Robbi Ginepri, il tennista, quando arriverà a 36 anni. Il paragone non va inteso come un elogio a me stesso. Si tratta di una mera constatazione di fatto. Sono il tipico ragazzone italiano, figlio di baby boomers della provincia lombarda, tirato su a bistecche e vitamine, zero ormoni della crescita, zero anabolizzanti. A dire il vero non me la passo male; ho un lavoro che mi fa guadagnare quanto desidero, non mi impegna piu’ di tanto e mi permette di pagare il mutuo acceso per acquistare la casa in cui vivo. Sebbene il lavoro sia indispensabile, per me la carriera non è più importante di tante altre cose, come: fotografare Milano, conversare amabilmente con persone gradevoli, scrivere questa lettera, giocare a tennis e acquistare racchette da tennis. Diosolosa quante racchette mi sono state vendute negli ultimi dieci anni: 30, 40, forse 50. Ho speso tanti di quei quattrini che per consolarmi a volte mi compiaccio al pensiero di esser diventato il target ideale della maggior parte di produttori di racchette. La cosa ha un risvolto tragicomico, ma lasciamo perdere. E torniamo sul pezzo, sulla lettera cioè, mirando all’essenzialità.
Mi manca un’ultima puntualizzazione e poi potrò, finalmente, formulare la richiesta del miracolo. Pur vivendo per il tennis, non sono e non sarò mai un facinoroso. Non ho idoli, non credo di aver mai idealizzato alcun protagonista della scena, di quello che io chiamo lo “show”. Certo, ho anch’io le mie preferenze, ma esse sono assolutamente bizzarre, poggiando su criteri poco razionali e spesso contraddittori. Un solo esempio per chiarire: mi piace Ginepri per ché lo considero un bravo ragazzo; adoro Tommaso Haas perchè lo vedo come un bad boy. E, per di più, non sono campanilista-italiota. Sarà retorico, ma in piena era della globalizzazione mi sento cittadino del mondo non mi dispero se all’italico stivale manchi un top 10 da trentanni.
E’ incredibile. Quest'ultima premessa mi ha permesso di venire al punto. Il tema è quello dei giocatori d’indiscusso talento che faticano ad emergere nel circuito, cui una gran “mano” non basta per abbattere la muraglia cinese che li separa dai campioni affermati. E passano una vita parcheggiati nel limbo degli onesti mestieranti della racchetta, una categoria che fa a pugni con il talento. E qui entrano in gioco Pemulis che chiede a te Nick qualcosa di simile ad un tocco divino: fare di Xavier Malisse, per gli amici X-Man, un Top 10. Sei saltato su’ dalla poltrona in cui siedi o sei esploso in una fragorosa risata? Se sei ancora lì, aggiungo che il mio sogno sarebbe quello di vedere X-Man al Masters di Shangai edizione 2007. Con Tommaso Haas l’impresa è quasi riuscita. Con X mi sento che puoi farcela. In giro ho sentito affermare che lo consideri uno scansafatiche con il cervello di un dodicenne, quello con la peggiore attitudine tra i tennisti in attività. Ma non ho mai voluto credere a queste voci. Ti avrà fatto incavolare di brutto piu’ di una volta, ma io credo che tu abbia stima di X. Ho definito questa missione un miracolo, poiché finora con l’ex enfant prodige di Kortrijk hanno fallito il fior fior dei coach: David Felgate, Dean Goldfine e Craig Kardon, tanto per fare qualche nome. E di recente ho letto da qualche parte che David (Felgate) e X si siano ritrovati e abbiano deciso di lavorare insieme nel 2007, anzi se non erro X è sotto la guida dell’ex coach di Henman a partire dall’ottobre scorso. Personalmente non credo nei ritorni di fiamma, ma credo nei miracoli. Quindi c’e’ spazio per il tuo intervento. Non puoi negare che la proposta non sia allettante, urge far qualcosa al più presto. Non per assecondare i miei desiderata (cosa vuoi che conti io), né per far contento X-Man (siamo sicuri che aspiri realmente ad entrare nei Top 10?), ma per render giustizia alla voce “Talento” dell’enciclopedia del tennis, un talento troppo spesso tacciato di indolenza. E anche per il bene del Tennis, perchè X-Man nelle sue giornate migliori è un grande spot del nostro sport. Hai presente quel moccioso che a 17 anni giunse a due punti dal match contro Pete S. a Philadelphia? Sono passati circa otto anni da quella partita, il moccioso è un po’ imbolsito ma la sua capacità di reazione motoria, la sua facilita’ di gioco, la sua velocità di esecuzione dei colpi non sono affatto sfiorite. Lo avrai senz’altro visto quest’estate, a Toronto, giocare un match alla pari contro “Re Leone” Federer. Non dirmi che ti sei perso quel match. Quando penso a X penso ad una tecnica sopraffina nei colpi a rimbalzo, non mi vengono in mente la birra e le sigarette. Ho rimosso persino i tempi di Saddlebrook, nel 2000 mi pare, quelli del tragico (sportivamente parlando) flirt con Jen Jen Capriati. Faccio fatica anche a ricordare episodi piu’ recenti, come l’accesso d’ira dello scorso anno a Miami. Quando vedo la clip che ha immortalato lo scatto parossistico di X che spacca la racchetta in quel modo, che sbraita e prende a calci la sedia (non potendo prendere a calci la pingue giudice di linea), penso ad una scena tratta da un film di Quentin Tarantino, ad un inserto di cinema hard-boiled nel patinato mondo del tennis. A mio avviso X-Man era e resta “oro a 24 carati”, un cavallo di razza, che recentemente ha anche tagliato la coda più sexy del circuito. E se non sbaglio il tuo mestiere è quello di fare di un “genio ribelle” un campione. Perciò, fai la cosa giusta, ti imploro, metti da parte l’orgoglio e solleva la cornetta del tuo telefono. Se non vuoi chiamare direttamente X, puoi chiamare suo fratello Olivier, un ragazzo con la testa sulle spalle, che inizialmente potra’ fare da interfaccia tra di voi. Come recita lo spot dell’Adidas, “Impossible is nothing”, nemmeno trainare un bus con la schiena. Figurati quando si tratta di render giustizia al talento.

Tuesday, November 21, 2006

WTA: I video della stagione 2006 (parte seconda)

I Tennis-maniaci solitamente mostrano un appetito pantagruelico, che Pem provera’ a saziare con la seconda ondata di Video relativi al circuito professionistico femmnile, quella che va da Wimbledon a Flushing Meadows 2006. Il menu della casa prevede le seguenti pietanze: Us Open 2006 – Finale di Doppio Misto Martina Navratilova / Bob Bryan vs Kveta Peschke / Martin Damm; Finale di Singolare Justine Henin vs Maria Sharapova;QF Elena Dementieva vs Jelena Jankovic; R4: Aravane Rezai vs Elena Dementieva; R4 Svetlana Kuznetsova vs Jelena Jankovic; R4 Amelie Mauresmo vs Serena Williams; R3 Amelie Mauresmo vs Mara Santangelo; R3 Jelena Jankovic vs Nicole Vaidisova; R3 Serena Williams vs Ana Ivanovic; R3 Aravane Rezai vs Maria Kirilenko. Montreal 2006 – QF Martina Hingis vs Svetlana Kuznetsova; R3 Martina Hingis vs Daniela Hantuchova. Los Angeles 2006 – Finale Elena Dementieva vs Jelena Jankovic; SF Elena Dementieva vs Maria Sharapova. San Diego 2006 – Finale : Kim Clijsters vs Maria Sharapova; Fedcup 2006 SF: Spain/Italy: Flavia Pennetta vs Lourdes Dominguez-Lino; Franscesca Shiavone vs Anabel Medina-Garrigues; Franscesca Shiavone vs Lourdes Dominguez-Lino. Wimbledon 2006 Finale Amelie Mauresmo vs Justine Henin SF Amelie Mauresmo vs Maria Sharapova; R4 Maria Sharapova vs Flavia Pennetta.

Monday, November 20, 2006

ATP Masters Cup, 2006: Federer contro Federer

I numeri di Federer nella stagione 2006 li conoscono un po’ tutti gli appassionati: 12 titoli, oltre 8 milioni di dollari accumulati in soli montepremi, un bilancio di 92 vittorie e 5 sconfitte (di cui 4 per mano di Rafael Nadal). Una “messe” impressionante, che induce a paragoni con i piu’ grandi della storia, leggi i vari Sampras, Lendl, Borg, Mac, Becker e via dicendo.
La finale della Masters Cup di Shangai puo’ esser tranquillamente definita un assolo di colui che, a detta di molti, è il piu’ grande tennista di tutti i tempi. Un assolo nel corso del quale lo svizzero ha concesso sette game in tre set all’avversario, chiudendo la partita in poco piu’ di 90 minuti, giocando il piu’ bel tennis dell’anno. Un assolo iniziato con un ace e concluso con un servizio vincente. Lo score di 41 vincenti “rollati” dal numero uno al mondo è soltanto un’arida espressione numerica della bellezza di alcuni gesti tecnici ad elevato tasso di difficolta’, per non dire umanamente semi-impossibili: rasoiate in accelerazione giocate in corsa, risposte vincenti di rovescio anomalo (inside-out), ace in serie, il tutto realizzato a velocita’ supersonica ma con il solito aplomb, senza scomporsi piu’ di tanto.
Durante la cerimonia di premiazione, il Presidente dell’Atp, il sudafricano Etienne De Villiers, ex top manager Disney, paragona Roger al protagonista di uno dei classici del cinema di animazione prodotto dalla...Disney per l’appunto. De Villiers equipara lo svizzero al “Re Leone”, e, indirettamente, il circuito pro agli animali della foresta di cui Roger sarebbe sovrano indiscusso. A parte i riflessi drammatici del paragone (Re Leone è qualcosa in piu’ di uno scontato cartone e contiene riferimenti alla morte e all’esperienza della morte) sui quali si opta di sorvolare, qui in “casa Pemulis” ci siamo posti una domanda, forse stupida, che sta diventando un vero e proprio tormentone: “Il Federer visto di recente si diverte a giocare in questo modo, contro questi avversari?”. Al banale quesito risponde lo stesso Federer, che afferma:”Credo di non poter giocare meglio di come ho giocato contro Blake, a volte mi veniva da sorridere per come stessi giocando...ho sorpreso perfino me stesso”. Preso atto di questa risposta, proviamo a ridefinire la questione: “La superiorità schiacciante diverte chi è superiore?”. Posta in questi termini, la domanda è forse meno insulsa e, in un certo senso, allude e richiama l’essenza del tennis. Chi è il vero avversario da superare? Se stessi o l’atleta che è dall’altra parte della rete? In casa Pem siamo sempre piu’ convinti che il vero avversario del giocatore è il giocatore stesso. Nel caso specifico, Federer contro Federer; l’avversario di turno, per dirla alla David Foster Wallace, non è altro che “il partner nella danza, il pretesto o l’occasione per incontrare l’IO”. La natura del tennis è autocompetitiva, a tutti i livelli, da Federer agli N.C. Si combatte con i propri limiti tecnici, fisici e mentali per migliorarsi, e si migliora trascendendo i suddetti confini. L’avversario e’ la scintilla che mette in atto l’autocompetizione: a volte puo’ evidenziare, altre volte puo’ mascherare le lacune personali. Ma non si scappa: nel tennis, come nella quasi totalita’ degli sport individuali, l’avversario, il nemico se vogliamo, è l’IO, la solita “bestiaccia nera” con cui fare i conti in ogni contesto competitivo. Per questi motivi Roger Federer può esser divertito e sbalordito da sè stesso all’opera per superare sè stesso, anche quando - sul 6-0 6-3 5-2 - va a servire per il match nella finale del Masters di Shangai. In questo caso Federer ha sbaragliato Federer, dando connotati nuovi alla Perfezione, e tracciando una linea di confine siderale con cui fare i conti nel futuro.

Friday, November 17, 2006

WTA: I video della stagione 2006 (parte prima)

Eccoci al “banchetto” di fine stagione, è l’ora della grande abbuffata, ci si sazia a dovere, ma non s’ingrassa di un etto. La ricetta? Pem vi presenta il meglio del meglio dei match disputati nel circuito professionistico WTA. Per comodita’ ha suddiviso la stagione in quattro parti: la prima parte va dall’avvio fino al Torneo di Miami; la seconda parte muove da Amelia Island fino a Eastbourne; la terza parte parte prosegue da Wimbledon a Flushing Meadows; l’ultima parte scivola da Pechino al Masters di Madrid. Gli Highlights dei match degni di essere riguardati sono numerosi, i criteri adottati per la selezione sono piu’ d’uno: la maggior parte dei titoli e’ costituita da partite altamente spettacolari e giocate punto a punto; in alcuni casi si e’ cercato di isolare la miglior prestazione della stagione per un’atleta (ad es. la Hantuchova che liquida con un 6-4 6-2 Svetlana Kuznetsova a Zurigo o la Jankovic che spazza via la Dementieva nei QF dello US Open; la stessa Dementieva che da’ una lezione di tennis a Maria sul cemento di Los Angeles; e così via); in altri casi, infine, si e’ voluto dare spazio – prescindendo dalla spettacolarita’ della gara - a giocatrici giovani e interessanti come Aravane Rezai o Aga Radwanska. Pem non avrebbe mai proposto il video contenente i drammatici momenti del grave infortunio subito da Mary Pierce a Linz, ma gli e’ stato richiesto ed ha deciso di metterlo a disposizione, per le persone piu’ temprate alle forti emozioni. Bando agli sproloqui, eccovi la lista dei titoli (titoli, come titoli di un film) relativi alla quarta sezione della stagione:
WTA Masters 2006, Madrid Finale di Doppio - Lisa Raymond/Samantha Stosur vs Cara Black/Rennae Stubbs: le fasi finali del match; gli highlights. SF Amélie Mauresmo vs Kim Clijsters: highlights; avvio del terzo set. RR1 Martina Hingis vs Justine Henin: la parte finale del secondo set (i piu’ bei punti in assoluto del Masters di Madrid); il passaggio a vuoto Henin nel secondo set. Hingis in conferenza stampa che parla dell’importanza della presenza di Radek a Madrid. Hasselt 2006 QF Aravane Rezai vs Vera Zvonareva: parte del primo set; highlights Linz 2006 QF Jelena Jankovic vs Nicole Vaidisova: highlights; allungo di Jelena alla fine del primo set; R2 Mary Pierce vs Vera Zvonareva: i momenti drammatici di Mary Zurigo 2006 SF Svetlana Kuznetsova vs Daniela Hantuchova: highlights; il matchpoint Mosca 2006 Finale: Nadia Petrova vs Anna Chakvetadze: Anna serve per il match; highlights. SF - Nadia Petrova vs Nicole Vaidisova: highlights Stoccarda 2006: SF Tatiana Golovin vs Patty Schnyder: highlights; Tatiana showcase nel primo set Lussemburgo 2006 SF- Francesca Schiavone vs Agnieszka Radwanska: highlights; Pechino 2006 SF - Amelie Mauresmo vs Jelena Jankovic: highlights; un paio di game del secondo set.

Thursday, November 16, 2006

ATP Masters Cup, 2006: lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde.

Il Gruppo Rosso, detto anche “Gruppo della Morte”, emette il suo verdetto: Federer e Nalbandian in semifinale, Roddick e Ljubicic a casa. Sara’ pertanto il pingue argentino a sfidare James Blake per un posto nella finale di Shangai. Sembrava spacciato il sudamericano, eppure batte nettamente Andy Roddick in due set. O meglio: vince nettamente contro il lontano parente del “fighter” che 48 ore prima si era procurato 3 match point contro Roger Federer. Un Andy Roddick a due facce, involontario protagonista del remake tennistico dello “strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde”. Tanto solido, reattivo, sostanzialmente ingiocabile sul proprio servizio il Roddick visto contro lo svizzero superstar; quanto scialbo, inconcludente, arrendevole il giocatore visto in campo oggi. Assistendo al match si avverte la sensazione netta che l’americano, quando non “rolla” un ace (18 e’ lo score di oggi), non sappia cosa fare e non esca “vivo” dallo scambio. Una sorta di alter ego di Ivo Karlovic. In effetti, se scorporiamo gli ace dai punti ricavati con il proprio servizio e analizziamo solo gli scambi, il quadro che emerge e’ impietoso: 18 punti su 34 con la prima e 5 punti su 17 con la seconda. Grazie a Dio che lo yankie mette in campo il 75% di prime, evitando cosi’ il salasso. La sconfitta subita ha anche l’aggravante: nel secondo set Nalbandian concede all’americano una chance di rientrare in partita, subendo il break quando va a servire per il match. Ma Roddick getta alle ortiche la grossa opportunita’, perdendo l’ennesimo tiebreak (A-Rod ha perso 10 degli ultimi t.b. giocati) ed uscendo definitivamente di scena dal Masters di Shangai. Quanto all’argentino, con oltre 30 vincenti ha surclassato l’avversario negli scambi, “mitragliandolo” di passanti tutte le volte che ha provato a prender la rete.
Nel secondo match di singolare in programma, Federer ha confermato di essere un gran professionista, serio, per niente calcolatore, corretto ai limiti dell’autolesionismo: se avesse perso da Ljubo, infatti, avrebbe in un sol colpo eliminato dal Torneo la sua “bestia nera” Nalbandian ed evitato un’eventuale semifinale contro Nadal.
Ma i colpi di scena non finiscono qui, perche’ nel doppio i fratelli Brian si fanno “uccellare” dal caldissimo duo Hanley/Ullyett, sinora imbattuto dopo 3 match giocati, subendo l’onta dell’eliminazione nel round-robin del Gruppo Rosso. Una previsione tutto sommato plausibile: A-Rod & “The Brians” domani potrebbero viaggiare sullo stesso aereo. Gran brutta storia per il tennis americano, da poco orfano di Andre Agassi. E meno male che c’e’ Blake a tener vive le speranze!

Wednesday, November 15, 2006

Lo humour di Maria.

Maria Sharapova, archiviata quella che in termini di risultati è la sua migliore stagione in carriera, e’ ufficialmente in vacanza su un’isola deserta. Lo apprendiamo dal suo sito, che riceve decine di migliaia di hits giornalieri; un sito tutto sommato ben fatto e curato dalla IMG, che nasce con l’idea di presentare Maria sotto una luce nuova. Il ritratto che emerge dal sito ufficiale non è quello della solita lottatrice indomita, algida e scontrosa, concentrata solo sul match, con in testa un solo obiettivo che è quello di annientare le avversarie. Maria si presenta come una ragazza semplice, a tratti banale, che ha avuto la fortuna/opportunita’ di realizzare i suoi sogni, una teenager che adora la famiglia, coltiva amicizie (rigorosamente fuori dal circuito), ascolta musica pop (adora Nelly Furtado e Justin Timberlake) e non esita a mostrare l’ironia tipica degli anglosassoni. A proposito di humour, Pemulis vi riporta una freddura di Maria, che lo lasciato letteralmente esterrefatto. In realta’ si tratta di una contro-battuta (leggi:risposta) ad una spiritosaggine di Michael Joyce, suo sparring partner recentemente elevato a rango di coach.
Mike sostiene che “le ragazze sono come i treni della metropolitana, cioè vanno e vengono ogni cinque minuti” e Maria prontamente replica (con un vincente?): “i ragazzi sono come i posti macchina all’interno di un parcheggio (n.d.r.: preso d’assalto dalle auto): o sono occupati oppure sono handicappati”. Ogni riferimento alla realta’ e’ puramente casuale? Ragazzi, questa e’ Maria. Prendere o lasciare. Pem la prende, con tutto il suo corollario di freddure glaciali. E voi?

Roger Federer vs Andy Roddick Shanghai 2006: a proposito di spettacolo...

Vi rircordate il post in cui Pem ha disquisito sullo spettacolo e sulla possibilita’ che vi sia spettacolo senza equilibrio? Ebbene, il match tra Federer ed A-Rod nel RR della Master Cup di Shangai mette d’accordo tutti sotto ogni punto di vista: punti da antologia, una vera e propria danza sul campo, ma anche tanta potenza e tanta energia, un tie-break da infarto, 3 match point sperperati dall’americano, il numero al mondo che vince facendo tre punti in piu dell’avversario, 109 contro 106. Il tutto in 2 ore e mezzo di spettacolo. Il suono “il flebile, triste suono tipo tappo-di-champagne-stappato di tante palle colpite a decine” si tramuta presto nelle frequenze emesse da uno stradivari...e’ la puntuale riconferma dell’assioma secondo cui il tennis è show per definizione, puo’ essere noioso certo, ma per demeriti degli interpreti, il gioco in se’ è un tuttuno con lo spettacolo. Una nota finale sull’equilibrio, sulle forze contrapposte che si annullano: 16 turni di servizio a testa, 1 break per parte, quattro palle break concesse dallo svizzero, contro le sette concesse dall’americano. 7 meno 4 fa 3, quei benedetti (o maledetti, a seconda del punto di vista) tre punti a far la differenza.
Un link che vale tanto oro quanti sono i kilobyte di dowload: Roger Federer vs Andy Roddick Shanghai 2006

SEC, Madrid 2006: pillole di statistica.

Le statistiche nel Tennis non sempre forniscono messaggi interessanti. Spesso sono ridondanti, quando non sono fuorvianti. Nel caso del Master di Madrid, Pem ha provato ad analizzare le statistiche del Torneo, con focus su 4 delle 8 protagoniste. La piu' deludente: Elena Dementieva. La rivelazione: Martina Hingis. La favorita sulla carta (che nello sport in genere non vince mai): Maria Sharapova. La vincitrice: Justine Henin.
Sulla Dementieva si rischia di esser ripetitivi: il problema non e’ tanto nei 31 doppi falli in 27 turni di servizio (dato complessivo), ma quanto nei punti giocati, la sua esangue rimessa in gioco concede troppi vantaggi alle avversarie, e per fortuna che – da combattente qual e’ – la russa riesce ad annullare 25 palle break su un totale di 40 p.b. concesse (ne concede mediamente 1,5 per ogni game di servizio). Gioca bene sulla seconda delle avversarie, ma non basta.
Martina Hingis nel complesso ha servito decentemente (tenendo conto anche che nel RR ha affrontato le future finaliste del torneo), ricavando piu’ del 50% dei punti disponibili sul proprio servizio (considerando sia la prima sia la seconda palla), mettendo a segno 8 ace in 3 match, che sembrano una miseria ma la Sharapova, non una qualsiasi, ne ha totalizzati 11 giocando in pratica lo stesso numero di game. Apprezzabile la performance dell’elvetica nei turni di risposta: ha percentuali non troppo distanti da quelle della Henin, ed e’ stata molto efficace nei punti importanti, trasformando ben 15 delle 29 palle break (il 52%) che ha avuto a disposizione nel torneo.
Dai numeri di Maria Sharapova si evince che il rendimento della sua seconda di servizio e’ stato abbastanza modesto: con la seconda ha incamerato solo il 46% dei punti giocati. Maria, nel complesso, ha servito al di sotto del suo standard, e questo spiega le 25 palle break concesse in 36 turni di servizio.
Veniamo alle statistiche della vincitrice dei Championships: qualche doppio fallo di troppo (29 su 58 turni di servizio disputati), conseguenza del fatto che Justine tira sia la prima sia la seconda; ottimo e’, infatti, il rendimento della sua seconda di servizio (57% dei punti, una percentuale alla Roger Federer), una seconda lavorata spesso servita al corpo dell’avversaria. Ma il fattore chiave del successo di Justine è tutto racchiuso nella sua mirabolante risposta alla seconda delle sue opponenti, grazie alla quale totalizza il 57% dei punti disponibili e che le permette di ottenere ben 61 palle break nei 58 turni di risposta giocati.

Tuesday, November 14, 2006

ATP Masters Cup, Round-Robin: Shangai Surprise?

Chi ricorda la pellicola intitolata “Shangai Surprise”? Si, avete capito bene, Pem allude al film del 1986, un flop pazzesco, interpretato dagli allora coniugi Madonna Ciccone e Sean Penn, un lungometraggio nel quale, dopo una prima parte che è eufemistico definire barbosa, tutti fanno la guerra a tutti nel tentativo di metter le mani su un carico d’oppio trafugato. Pem ricorda nitidamente che il suo stato d’animo alla fine del film era tra l’incredulo e il sentirsi vittima di un subdolo raggiro. E continuava a rimuginare tra se’: ma dov’e’ “la sorpresa” in un film a dir poco stitico di autentici colpi di scena?
20 anni dopo, l’ambientazione e’ la medesima (Shangai nel frattempo e’ diventata la trasposizione tridimensionale dei progetti piu’ bizzarri degli architetti piu’ blasonati), lo spettacolo e’ di tipo sportivo, l’evento e’ di natura tennistica, la sfida e’ quella tra Nadal e Blake, l’epilogo e’ una netta affermazione dell’americano (piu’ evidente di quanto non dica lo score finale, che e’ comunque un 6-4 7-6), e Pem torna a porsi la stessa domanda di un tempo: dov’e’ la sorpresa in questo match? Braccio di ferro “Nadalito” che perde sul veloce? L’invitto eroe dei campi color terracotta che viene beffato da James Blake? La giovane icona sportiva del mondo ispanico che gioca l’intero match ben tre metri oltre la linea di fondocampo, nel tentativo di rimandare indietro tutto quello che e’ possibile rimandare? Niente di nuovo sul fronte, meglio: sulla trincea del majorchino. Anzi, forse qualcosa di nuovo c’e’ stavolta: Rafa si mangia un vantaggio di 4 a 0 nel secondo set e chiude a zero lo score del tiebreak conclusivo. Il track record dello sconfitto sembrerebbe confermare che trattasi di novita’ assoluta. Il fatto e’ di per se’ allarmante? Pem e’ di parere negativo, ritenendo che a volte gli Dei del Tennis sanno essere inesorabilmente beffardi e crudeli. Anche con i campioni.

Monday, November 13, 2006

SEC Madrid, 2006: Il Masters di doppio, questo illustre misconosciuto.

Sempre piu’ negletto, poco apprezzato, sottovalutato e sminuito, il doppio sopravvive in una sorta di coma mediatico. E’ un gran peccato per la disciplina che, ad ogni livello, diverte molto con i suoi punti veloci, la sua intrinseca predisposizione al tocco raffinato e alle giocate spettacolari. La “non notizia” e’ che a Madrid si e’ disputato anche il Masters di doppio, “l’anti-notizia” è che anche quest’anno, come un anno fa’ a nella citta’ degli angeli, hanno vinto Sam (Stosur) & Lisa (Raymond), in rimonta, beffando le stesse avversarie di 12 mesi fa’, Cara (Black) e Rennae (Stubbs). Forse l’unica vera notizia, per noi italiani, e’ stata la qualificazione e la partecipazione - come debuttante ai Championships - di Francesca Schiavone, in coppia con Kveta Peschke. Il duo italo-ceco nelle semi-finali ha offerto una debole resistenza al team-rullo-compressore che avrebbe poi vinto il titolo. Ma l’importante era esserci, grazie ad una qualificazione ottenuta nell’ultima fase della stagione, con le semi a Flushing Meadows e la vittoria nei tornei di Lussemburgo e Mosca. Francesca ha ancora tanto da dare in singolare, ma in prospettiva il doppio potrebbe rappresentare la corsia preferenziale verso la fine di una gloriosa carriera per la milanese.
Cari tennis maniaci, “doppio è bello”, e se avete qualche dubbio date un’occhiata agli highlights della finale vinta, come detto, dalle granitiche Sam & Lisa.
SEC 2006, Madrid: finale di doppio tra Raymond/Stosur vs. Black/Stubbs (Highlights).

SEC Madrid, 2006: i video della finale.

Cari amici, grazie al prezioso contributo di un ragazzo francese maledettamente appassionato del nostro sport, ho la possibilita’ di fornirvi i link che puntano ai video del match tra Justin Henin e Amelie Mauresmo.
7 video + gli Highlights del match + le interviste alle due protagoniste. Non male come ammazza caff’, visto che sono da poco passate le due del pomeriggio del lunedì. Buona visione pomeridiana.
Henin vs Mauresmo (1);
Henin vs Mauresmo (2);
Henin vs Mauresmo (3);
Henin vs Mauresmo (4);
Henin vs Mauresmo (5);
Henin vs Mauresmo (6);
Henin vs Mauresmo (7);
Henin vs Mauresmo (Highlights);
Intevista ad Amelie;
Intevista a Justine.

SEC Madrid, 2006: Allez Justine

Una Justine Henin a tratti ingiocabile celebra il suo ritorno ai vertici del Ranking vincendo la finale del Masters di Madrid. Probabilmente Pem esagera, ma la Henin di ieri avrebbe battuto anche qualche maschietto tra i primi ducecento delle classifiche ATP. Il diritto in top della belga, pesante come un macigno e profondo come una ferita procurata da una spada da samurai, è ingestibile anche per un artista dei recuperi come la Mauresmo. Per non parlare della risposta di Justine: vero e’ che la sua avversaria non serve alla grande, soprattutto varia poco nelle angolazioni (leggi: serve sempre allo stesso punto), ma Pem sfida chiunque a procurarsi 16 palle break in 10 turni di risposta al servizio di Amelie. Ed e’ proprio nei turni di risposta che si decide il match: 6 break della Henin, contro 3 break della Mauresmo.
Se proprio vogliamo trovare una sbavatura nella performance della vincitrice del Torneo, c’e’ da dire che sulla seconda di servizio fa molta fatica a imporre il suo ritmo. E a ritmi bassi e’ piu’ facile che il punto la faccia la Mauresmo. Conseguenza: sei punti su 19 con la seconda e una sola palla break annullata su quattro concesse.
Vincendo questa partita, la Henin riporta in parita’ il saldo del testa a testa contro la rivale francese: siamo sul 6 pari. La prima volte le due si sono affrontate nel lontano 1999 e la netta sensazione e’ che nel 2007 le vedremo di nuovo incrociare le racchette.
Allez, Justine ed abbi cura delle tue ginocchia. Ci vediamo per il test di Sidney, preparatorio e propedeutico all’Aussie Open.

Sunday, November 12, 2006

SEC Madrid, 2006: Henin vs. Mauresmo, atto quinto (nella stagione),

Semifinali del Masters di Madrid, siamo quasi all’epilogo, e la favorita (a giudizio di chi?) del Torneo sbatte contro il muro di cemento edificato dalla piccola, gracile ma talentuosa Justine Henin. Maria poco solida, lenta negli spostamenti e sottotono al servizio, viene punita dalla belga, che si vendica della finale persa a New York e dopo tre anni chiude la stagione al primo posto nel ranking. Il primo set è un assolo dello scricciolo di Liegi, con la russa che sbaglia tanto nei colpi d’avvio dello scambio e non riesce a imporre il suo ritmo. In alcuni scambi Maria sembra essere addirittura lontana dalla palla, perdendo letteralmente il controllo dei colpi. Justine di suo ha quel diritto in top giocato dal basso, lavorato il giusto e talmente profondo da mandare in crisi la figlia di Yuri. Un solo dettaglio: nel primo set Maria commette 4 doppi falli e ottiene un solo punto su undici dalla seconda di servizio. Lo score non puo’ che essere un 6-2 al passivo.
Nel secondo set Justine si “intesisce” e gioca piu’ rigida, soprattutto nei turni di risposta. Il ché permette alla sua avversaria di restare aggrappata al servizio, annullando 4 palle break su 5 concesse in totale e sfruttando quell’unica opportunita’ che le permette di agguantare il tie-break. Ma, a differenza di quanto accaduto il giorno prima nel match Amelie vs Mauresmo, il tiebreak non fa girare il match ma lo chiude. La Henin e’ numero 1 al mondo, Maria fa’ le valigie e parte per una meritata vacanza. Certo che il destino e’ puntuale come al solito: chi vince lo Us Open, raramente riesce a fare il bis nel Masters. Se volete divertirvi provate a vedere quante volte cio’ si e’ verificato.
La seconda semifinale e’, a parer di molti, il piu’ bel match del torneo. Un match entusiasmante, con scambi da cineteca e giocato sul filo dell’equilibrio tra la folla madrilena in delirio. Risultato: vince Amelie in 3 set (la francese ha sempre vinto in 3 set in questo Torneo). Buona la prova della Clijsters che mostra di essere tornata su ottimi livelli dopo l’infortunio al polso e di essere pronta a disputare alla grande, quella che potrebbe essere la sua ultima stagione nel circuito. Quanto al match, il momentum cambia direzione tra il primo e il secondo set: nella prima partita Amelie prevale senza fatica, ma soprattutto si ha la sensazione che Kim sia ancora con la testa e con le gambe negli spogliatoi; nel secondo set Amelie commette l’errore di far entrare in palla l’avversaria e Kim gioca forse il piu’ bel set della stagione, esprimendo il suo tennis fatto di accelerazioni e di contrattacchi che spesso si trasformano in vere e proprie rasoiate. Nel terzo e decisivo set Kim parte bene ma subisce subito il controbreak dell’avversaria e si procede in perfetto equilibri fino all’ottavo gioco, nel quale la belga è tradita dal servizio e da un paio di errori semi-gratuiti. Amelie compie il break decisivo e va servire per il match, mostrando nervi saldi e una gran voglia di difendere il titolo conquistato lo scorso anno a Los Angeles.
Un pronostico di Pem per la finale? Si dice in giro che Justine sia la favorita grazie a una sorta di legge di compensazione che mal si addice al tennis. Il fatto che nel 2006 la belga abbia perso due finali in Tornei dello Slam dall’odierna avversaria, non puo’ pesare ai fini del pronostico. Una curiosità a livello statistico: gli ultimi due match disputati dalle due – finale di Wimby e RR in questo Masters - sono in controtendenza, non perche’ li ha vinti Amelie, ma perche’ chi ha vinto il primo set ha poi perduto il match. Finora la vittoria in rimonta di e’ verificata solo 3 volte su undici scontri diretti, e in rimonta ha sempre vinto la francese. Dato interessante, no?

Saturday, November 11, 2006

SEC Madrid, 2006: al via le semifinali.

L’ultima giornata del round-robin definisce il quadro delle semifinaliste: saranno Amelie Mauresmo, Justine Henin-Hardenne, Maria Sharapova e Kim Clijsters – le vincitrici delle ultime 5 edizioni dei Tornei del Grande Slam (o se si vuole di 6 delle ultime 7 edizioni) – a darsi battaglia per la conquista della “corona” di Regina dello Show.
Le note piu’ positive della quarta giornata sono quelle provenienti dalla racchetta / strumento musicale di Amelie, che vince in rimonta contro la Henin dopo oltre due ore di danza sul Green Set di Madrid, negando – tra l’altro – a Martina Hingis il passaporto per le semifinali. In un match dall’andamento simile alla piu’ recente finale di Wimbledon, la francese dimostra di aver ritrovato la forma, i colpi e la capacita’ di stare mentalmente nel match. Va detto che un’Amelie al 90% della condizione è la più completa delle quattro “soliste” ancora in gara: si muove bene, si difende egregiamente, è in grado di contrattaccare con forti accelerazioni di rovescio, e’ efficace nel gioco di volo, ha solo bisogno di un servizio dignitoso per esser l’avversario da battere in questo torneo. Volendo ridimensionare la portata dell’impresa odierna della parigina, si puo’ dire che la sua avversaria il terzo set non lo ha praticamente e volutamente giocato e che nel primo set la Mauresmo ha sperperato malamente il break di vantaggio iniziale. Vedremo contro Kim Clijsters.
Nel Gruppo Rosso le cose vanno come da copione, con Maria che quest’anno non fa sconti a nessuno e la figlia di Lei che passeggia in un match quasi da allenamento. Maria non lesina le energie per sgretolare in fretta una spenta Kuznetsova, il suo serbatoio e’ pieno di gas e la semifinale di oggi ci dira’ se il carburante è sufficiente per domare la Henin. Quanto alla Cljisters, il cammino della belga e’ in un certo senso simile a quello di Amelie, sua prossima avversaria nelle semi: dopo un brutto match d’esordio, si riscatta con due prove convincenti e mostra di aver ritrovato il rovescio e la rapidita’ negli spostamenti.
Infine un cenno su un tema tattico che potrebbe essere comune alle due semifinali in programma: sia Mauresmo sia Henin se non vogliono subire il gioco dell’avversaria devono venire avanti il piu’ possibile o chiamare a rete le rispettive avversarie con approcci corti in back. Maria e Kim, dall’altra parte, avranno tutto l’interesse a tenere alto il ritmo, con palle veloci e il piu’ possibile profonde.
Buon tennis a tutti. Pem.

Friday, November 10, 2006

Il blog nel blog: Rennae Stubbs da Madrid.

Forse pochi di voi passano il loro tempo a leggere blog dei giocatori sui siti ufficiali ATP e WTA. Pem che e’ la quintessenza della curiosita’ indugia spesso in questo passatempo. E questa settimana si è imbattuto nel blog di una veterana del circuito, l’australiana Rennae Stubbs, classe 1971 (= Generation X), che ci ha svelato (pochi) retroscena del Masters di Madrid e si e’ fatta conoscere meglio (?) dalla massa di appassionati.
Rennae è una deliziosa (quasi) signora 35enne, con all’attivo 55 titoli vinti in doppio. Definirla una doppista è riduttivo, Stubbsy è una delle regine di questa disciplina, ha giocato e vinto contro le piu’ grandi di almeno tre generazioni. In coppia con Lisa Raymond ha vinto 4 titoli dello Slam, nonche’ l’edizione 2001 del Masters. A partire dal 2005 ha sciolto il sodalizio con l’americana (perche’?), scegliendo come partner la grandissima Cara Black. E proprio con quest’ultima si e’ guadagnata il diritto a disputare il Master di Madrid. E nella capitale spagnola la “chioccia” del circuito ha assunto il doppio ruolo di giocatrice e cronista del patinato mondo dello show.
Vediamo in sintesi cosa ci ha raccontato Rennae:
1) Maria Sharapova fa colazione con uova (strapazzate) e prosciutto + frutta fresca;
2) Si concede una sessione di massaggi quasi tutte le sere, perche’ il fisico è quello che è, l’eta' avanza, etc.;
3) A Madrid si mangia e si beve, e si tiratardi. Se poi la tua guida turistica è Conchita Martinez (grande amica di Stubbsy, nonche' pugnace storica rivale in doppio), il divertimento ed i piaceri culinari (e non solo) sono assicurati.
4) Quando non è in Australia risiede a Tampa (Florida), circa 40 miglia a nord di Bradenton, quartier generale di Nick, noche’ officina-tempio del tennis mondiale;
5) ha sciorinato esempi di slang australiano, tratteggiando gli ‘aussie’ come strana gente, un po’ bizzarra.
Non complesso Stubbsy non e’ spiaciuta a Pem, che ha colto solo due lacune nel suo blog:
a) l’analisi dei match giocati è spesso volutamente superficiale, si vede lontano un miglio che “la blogger” di turno ha tanto da dire ma preferisce glissare o essere diplomatica, senza esporsi piu’ di tanto (si tratta pur sempre di colleghe, no?);
b) lo stile è gradevole ma forse un po’ troppo patinato. Pem preferisce l’esistenzialismo di Marat Safin, che sul sito dell’ATP è stato semplicemente grandissimo nel mettere a nudo i tratti della sua personalita’ che lo rendono paragonabile ad un personaggio di Dostoevskij. Eh gia’, a Fedor piacerebbe molto “la testa” di Marat.

Errata Corrige: Hingis in semifinale se Henin batte Mauresmo

Pem si scusa con i lettori e apporta l’errata corrige del recente post, in cui ha dato per spacciata la povera Martina. Dal sito ufficiale del Masters, in effetti si apprende che:
se la Mauresmo perde dalla Henin (sempre se Justine decida di impegnarsi al 100% e di non risparmiare energie per la semifinale), la francese finira’ al quarto posto del Gruppo Giallo, dando a Martina Hingis il diritto di disputare la semifinale contro la vincente del Gruppo Rosso.
In questo caso e’ prevalsa la logica – piu’ equa – che annovera nel computo dei set vinti e persi (quoziente set) tutti i match, ergo anche quelli giocati contro Justine Henin e non solo quelli disputati tra le tre giocatrici che risulterebbero appaiate (Hingis, Petrova, Mauresmo).
In dettaglio:
Hingis: 4 set vinti – 5 set persi (quoziente set di 0,8)
Petrova: 3 set vinti – 4 set persi (quoziente set di 0,75)
Mauresmo: 3 set vinti – 5 set persi (quoziente set di 0,6) se perde in 3 set; 2 set vinti – 5 set persi (quoziente set di 0,4) se perde in 2 set.

SEC, Madrid 2006, Video: Henin vs Hingis

Il vecchio Pem vi linka i video contenenti gli highlights e l’ultimo game di quello che e’ finora, a suo avviso, il match meglio giocato tecnicamente, quello con i migliori colpi, il piu’ “formativo” per chi pratica il tennis. Il primo video, quello contenente gli highlights del match, annovera anche il miglior punto del torneo -sempre secondo il giudizio di Pem – che e’ il lungolinea di dritto in corsa rollato da Martina nel tiebreak (la sequenza e’: dritto stretto di Martina-dritto con angolo ancora piu’ stretto di Justine-lungolinea di dritto di Martina in corsa sul recupero dello stretto di Justine), per la precisione, il 4 punto dei T.B. (il parziale del t.b. era sul 2-1 Henin).
Martina vs Justine (highlights)
Martina vs Justine (ultimo game del terzo set)

SEC Madrid, 2006: Day 3. Il punto.

Un, due, tre, prova tastiera. Dunque, diciamo che la Henin regola la Petrova, la Hingis cede, piegata dalla fatica (piu’ che dall’avversaria), la Clijsters annichilisce la Kuznetsova. Ma possiamo tranquillamente dire anche che la Petrova e’ incapace di gestire il vantaggio, Mauresmo e Clijsters, dopo il primo match di rodaggio e con qualche allenamento in piu’ sulle gambe, entrano in palla e giocano secondo i loro standard.
Alla fine, posto che abbia un senso la ricerca della piu’ adeguata chiave di lettura dei match, si puo’ dire che la “verità” sta nel mezzo, quella “verità che rende liberi” (?) e che a volte ci aiuta a dare una logica a fenomeni che per natura sono privi di logica. In realta’ i fatti sono spesso filtrati dalla componente soggettiva / emotiva di chi li commenta e cerca di interpretarli.
L’unica “vera verita’” è quella fornita dai numeri, dalle statistiche, dalle certezze matematiche, che fungono da solido supporto, quando non si sa cosa dire o non ci si vuole sbilanciare nella lettura degli accadimenti sportivi.
L’aritmetica ci dice che la Henin, battendo la Petrova, accede alle semifinali a prescindere dal risultato del suo terzo match contro la Mauresmo. Un’aritmetica abbastanza contorta e, soprattutto un regolamento poco comprensibile per non dire iniquo, fanno sì che la Hingis sia matematicamente eliminata dopo la sconfitta contro Amelie (nel caso in cui la francese dovesse perdere da Justine, sara’ la Petrova ad approdare in semifinale, per via del computo di set vinti e set persi nella mini-classifica a tre tra Martina, Amelie e Nadia).
La statistica ci dice che Kim Clijsters ha giocato il match perfetto, e che Svetlana ha disputato una delle sue peggiori performance della stagione. Ma se lo score è 6-1 6-1 ha senso scomodare la statistica, sottolineando che Kimmie ha fatto 22 punti su 24 con la prima di servizio, che Svetlana ha un magro bottino di 4 punti su 32 in risposta al servizio? Ha poco senso in effetti.
Forse si potrebbe discutere sul calendario e sul programma dei match, che ha favorito la Mauresmo e la Henin, penalizzando fortemente Hingis e Petrova, che hanno giocato tre partite in tre giorni (quelle di Martina concluse tutte al terzo set, con in media 2 ore di gioco per match, Nadia mercoledì non è andata a letto prima delle 3 del mattino – tra chiusura match, cena e conferenza stampa – mentre ieri ha disputato il match di apertura alle 18). Sono questi dettagli a fare la differenza in condizioni di estremo equilibrio? Archiviata la terza giornata del Masters, Maria Sharapova resta la stragrande favorita? Pem non ha certezze a riguardo, è distrutto dal fatto di non poter vedere piu’ Radek Stepanek e il suo cappellino multicolor sugli spalti. Es-Eic-Ai-T (Dannazione!).

Thursday, November 09, 2006

La persona piu' divertente del Torneo e' sugli spalti.

Con buona pace dei puristi del tennis giocato, Pem ha pensato bene di ficcare il naso nelle tribune, tra gli stands, andando a caccia di volti di V.I.P e di wannabe degni di esser menzionati su questo giornale elettronico. Dopo un’attenta analisi degli astanti, con fermo convincimento assegna la simbolica palma d’ametista (l’oro e’ un po’ troppo caro in queste occasioni) all’uomo del giorno, uno dei piu’ inquadrati delle telecamere di Eurosport, uno con il quale tanti spettatori ieri sono entrati in empatia. Avete gia’ capito di chi parliamo? Ai meno perspicaci Pem regala qualche indizio: e’ prossimo al compimento dei 28 anni e risiede ufficialmente a Montecarlo. Troppo poco? Ha i labbroni da afro-americano, le orecchie a sventola e quest’anno ha fatto notizia non tanto per meriti sportivi (che in ogni caso non sono irrilevanti) ma quanto per...
Esatto, l’uomo del giorno è lui, chi altro senno’, e’ l’agitatissimo (ieri) Radek, Radek Stepanek, il fidanzato piu’ noto dello show, ma anche un ex-doppista che e’ entrato tra i top ten (a luglio 2006) in singolare. Radek, il brutto anatroccolo alto sei piedi e un pollice (ma poi sara’ realmente tanto inguardabile? Gli altri sono poi cosi’ belli?), colui che da circa sei mesi vive una relazione sentimentale bellissima (stando a quelli che hanno dichiarato i diretti interessati) con Martina Hingis. Radek, nato tra le miniere di carbone di Karvina, nella Boemia Orientale, che grazie alla sua robusta prima di servizio e ai suoi poco spettacolari ma efficaci colpi piatti, vive nell’agio e nel benessere del Principato di Monaco. Lo stesso Radek che, costretto ai box da un malanno alla schiena si e’ improvvisato sparring partner della sua dolce meta’. Vederli allenarsi a Madrid e’ forse la cosa piu’ divertente che si possa fare dentro l’impianto sportivo. Radek non e’ uno dei tanti Michael Joyce della situazione, quando si allena con Martina ci mette il cuore oltre che il braccio e le gambe. E’ premuroso, attento, prodigo di garbati consigli, ed è anche un filino ansioso perche’ sente il peso della responsabilita’ morale. Martina gli chiede di colpire con piu’ rotazione, ma Radek anche rinascendo tre volte colpirebbe sempre piu’ piatto. Si e’ talmente immedesimato nel ruolo di mentore, che ha soppiantato la (inquietante?) mamma Melanie, ed i suoi (inquietanti?) copricapo. Radek, invece, avviluppato nel cappellino baseball con visiera lievemente rivolta verso l’alto, soffre e si dimena sugli spalti, commenta il match con i suoi vicini nel box, portando la mano alla bocca per impedire alle telecamere di cogliere il suo labiale. Radek...oh Radek, Pem pagherebbe del suo per seguire un match di Martina al tuo fianco. Si e’ gia’ preparato il domandone da formularti: ma è vero che vi siete conosciuti per tramite di Mahesh Bhupathi? Ahhhh...Galeotto fu l’indiano e chi gli mise in testa di dedicarsi al doppio misto!

SEC Madrid, 2006: Day 2. Il punto.

La seconda giornata del Masters di Madrid è in archivio, Maria Sharapova dimostra sul campo che il suo power tennis, corroborato da una prima robusta, è sufficiente per sbaragliare la concorrenza e per guardare tutte dall’alto, non solo per via dei suoi 188 cm di statura. La figlia di Yuri Sharapov non è una giocatrice completa, se chiamata a rete mostra tutto il suo disagio negli spostamenti in avanti e nel gioco di volo, ma al momento la sua palla è troppo pesante per le avversarie. Il match di ieri ne è la dimostrazione: una Clijsters lenta e fallosa è costretta a giocare l’intero match tre metri dietro la linea di fondocampo, e a rincorrere a destra e sinistra le mattonate di Maria, prodigandosi nella specialità della casa, la scivolata con recupero in slice. Troppo poco per impensierire Maria, che ha un solo tallone d’Achille: è poco cinica (strano no?) nel chiudere i match quando è in vantaggio di un set e due break. Probabilmente è una questione di concentrazione, in particolare nel servizio.
La Dementieva fa le valigie e prenota il suo volo per Mosca. Come da copione il primo set della russa impegnata nel derby contro la Kuznetsova, caratterizzato da break e controbreak: Svetlana fatica a capitalizzare i break di vantaggio, anche perchè il suo servizio non è che sia poi così irresistibile, sulla seconda fa troppi pochi punti e compie una buona dose d’errori negli scambi da fondocampo. Ma alla fine si aggiudica il primo set dopo 12 giochi. Nel secondo set Svetlana è più solida e le basta l’immancabile “breakkettino” concessole da Elena per chiudere il match e andare a giocarsi contro Kimmie lo spareggio per la semi.
Ancora una volta il match più divertente e spettacolare del giorno è quello giocato da Martina Hingis. L’elvetica supera la Petrova in tre set ed in conferenza stampa dichiara di aver giocato il più bel match della stagione. In effetti, il tennis di Martina sarà anche privo di punch, ma è brioso e pieno zeppo di variazioni, smorzate, lob millimetrici, passantini. Insomma, il suo repertorio. Da segnalare, inoltre, l’abilita’ nella risposta al servizio di Nadia, l’agilita’ negli spostamenti (sia laterali sia in avanti), l’estrema velocità nelle aperture. Quando a Nadia, la russa ha deluso, dopo il buon esordio contro la Mauresmo, mostrandosi poco solida, troppo prevedibile e con un atteggiamento da perdente.

Wednesday, November 08, 2006

SEC Madrid 2006, Day 1 – Statistiche

Giornata avara di ace quella d’esordio. Alla voce ace, direi: non pervenuti. In compenso sono piovuti i doppi falli (Dementieva e Henin su tutte). La Petrova è quella che ha messo in campo più prime di servizio, ed è anche quella che ha ricavato più punti dal servizio, concedendo una sola palla break in 8 turni di battuta. La Sharapova è quella che ha fatto meglio in risposta ma...ha giocato contro la Dementieva, il ché falsa non poco la statistica. Una curiosità: la più cinica è la Mauresmo che, pur avendo preso una pesante purga dalla Petrova, ha convertito l’unica palla break concessale dall’avversaria. La più sprecona è la Henin, che ha convertito solo il 53% delle palle break a disposizione. La statistica più bizzarra: la Dementieva ha ottenuto solo 12 punti dalla prima di servizio, di cui 2 ace, in pratica un punto su sei è frutto di un ace!

Flashback, Aeroporto di Madrid, 23:40 di domenica 5 novembre: Alvarillo saluta Kimmie.


Liberamente tradotto dal Diario del piccolo Alvaro.
Non ci posso credere, il mio boss mi annuncia che Kim Clijsters è in arrivo con un volo Iberia diretto a Madrid - tutti i voli Iberia sono destinati al Terminal 4 dell’aeroporto – così anche questa piatta domenica diventa per me un gran giorno, il giorno in cui daro’ il benvenuto a Kimmie. Da buona star si fa attendere, perche’ perde il volo con arrivo previsto alle 21:35 e approda a Madrid solo alle 23:40 (poverina, tra finale di Hasselt e premiazione non gliel’ha fatta a prendere il primo aereo). Non vi dico che spasso le due ore d’attesa, che inganno rannicchiato nel mio stand intento a leggere “I Fratelli Karamazov”, con i passeggeri che continuano a chiedere: “mi scusi dov’e’ il bagno?...senta mi puo’ dire dove sono gli ascensori?”.
Le due ore più lunghe della mia vita passano e improvvisamente ad un tratto vedo un uomo piuttosto buffo saltellare sul terminal. Chi e’ costui? I piu’ attempati appassionati di calcio forse lo ricordano, e’ Leo Clijsters, per gli amici Lei, il papa’ e manager di Kimmie, ex difensore del Malines e della nazionale belga negli anni ottanta. Incredibile da credere, ma Kimmie dopo i soliti convenevoli mi dice: “è facile per me essere riconosciuta con un tal “crazy man” al seguito, non credi?” E giu’ risate rumorosissime. Parliamo del titolo appena vinto ad Hasselt, e soprattutto del recupero dal suo infortunio al polso (dice di essere al 100% e di esser felice per aver recuperato totalmente). Kim passa tutto il tempo a giocare con papa’ Lei, a farsi sgambetti e a mandare in collisione i rispettivi trolley. Ad un certo punto le chiedo una foto, lei posa e ride ma la sua faccia non ha prezzo (è la più buffa che abbia mai visto, giudicate voi), vede la foto sul display della mia fotocam e mi chiede subito di cancellarla, ma io tengo duro e replico dicendo che adoro quella foto e non la cancellerò mai, alla fine Kimmie si arrende e la mia foto sopravvive alla sua censura. Il recupero bagagli in questo caso e’ veloce, rapidamente raggiungiamo la macchina e le nostre strade si separano...per sempre :-)

SEC Madrid 2006, Day 2 - Preview

Oggi entrano in scena Kim Cljisters e Svetlana Kuznetsova, mentre la Dementieva e la Hingis armeggiano per tenere vive le residue speranze di sopravvivere nel Torneo. Il match del giorno e’ proprio quello tra Kim Cljisters e Maria Sharapova, il secondo in programma, che non iniziera’ prima delle 20:00 (ora italiana). Maria parte favorita, la Cljisters vista ad Hasselt non turba il sonno della sua avversaria, una Cljsters arrivata solo domenica sera a Madrid, al cospetto di Maria che respira aria iberica da giovedì scorso e che ha già un match alle spalle, utilizzato per ambientarsi alla superficie e alla folla madrilena. Questo sulla carta ma, come tutti sanno, i match non si vincono (e non si perdono) sulla carta. Kimmie ha il gioco per neutralizzare Maria, i precedenti (4-1 a favore della belga) lo dimostrano, ma deve poter correre/scivolare bene ed essere solida nei contrattacchi, specialmente di rovescio su rovescio dell’avversaria. Kimmie ha anche dalla sua la certezza che Maria non verra’ mai a cercarsi il punto a rete (come ha fatto Justine nel match di ieri contro Martina), al massimo servizio e diritto, per cui se Kimmie rimanda indietro tutto e prolunga lo scambio avra’ la sue chance.
Si giocano tutto, come detto, Dementieva e Hingis. La russa e’ alla ricerca della prima vittoria nella sua terza partecipazione ad un Masters; con Svetlana ha qualche chanche di spuntarla, perche’ puo’ giocare un match di break e contro-break, ma deve servire meglio di ieri, poiche' la sua avversaria, che non e’ un fenomeno al servizio, in risposta è grado di aggredire anche la prima di Elena (in realta’ non c’e’ molta differenza tra la prima e la seconda in questo caso). Hingis e Petrova, invece, non si sono mai affrontate dopo il comeback dell’elvetica. Nadia e’ un avversaria tosta, ma meno proibitiva di Justine: movimenti “robotici” e gioco più prevedibile quello della russa, anche se serve molto bene e concede poco nei turni di battuta. Martina dovra’ contenere la potenza d’urto e spostare il piu’ possibilie i piedoni di Nadia.
Buona visione.

SEC Madrid 2006, Day 1: analisi dei match

Dopo la premessa contenuta nel post precedente, proviamo ad entrare maggiormente nel dettaglio:
1) Nel primo match un’Amelie imbarazzante (quanto a condizione fisica e non solo) rimedia un perentorio doppio 6-2 da Nadiona. Lo score e’ pesante come un macigno, ma rispecchia fedelmente quanto visto sul campo. Amelie, che pare abbia ripreso a colpire la palla solo il giorno prima del match, si inabissa in un oceano d’errori, tradita dal suo rovescio e da una velocita’ d’uscita del servizio da junior player (in questo caso la lentezza del gesto e’ da attribuire al recente infortunio alla spalla). Pem era stato preventivamente informato delle pessime condizioni della francese, ma cio’ nonostante, senza giri di parole, le chiederebbe: Amelie, cosa sei venuta a fare a Madrid? OK, devi difendere il titolo e tantissimi punti. OK, sei diversa da Justine, accetti di giocare quando non sei al 100%. Corretto e lodevole se vogliamo. Ma il tuo essere al 50%, senza pratica e totalmente fuori giri nei colpi, non ti permette di vincere non solo contro Nadiona, ma anche contro (esempi a caso) la Bondarenko o la Kanepi. Qualcuno dubita che quest’Amelie possa scendere in campo contro la Henin nel prossimo match, ma la attuale numero 1 in conferenza stampa spegne ogni voce a riguardo, affermando che non si ritirera’ dal torneo, che la sua sconfitta non e’ da attribuire al recente infortunio e all’assenza di pratica, ma ad una serie di stupidi evitabili errori. Parola di Amelie. Scorrendo rapidamente le statistiche, puo’ sembrare assurdo ma Pem, contro quest’avversaria, si aspettava qualcosa in piu’ dalla notoriamente devastante prima di servizio della Petrova: solo 3 ace, e soltanto (si fa per dire) il 75% dei punti incassati con la prima.
2) Passeggiata-passerella-red carpet per Maria Sharapova contro la connazionale Dementieva, che ripropone a Madrid tutti i suoi limiti: 15 doppi falli, 2 turni di servizio tenuti su 9 disputati, per un totale di 13 palle break concesse all’avversaria, nel primo set un punto su nove con la prima di servizio. Sembra assurdo ma se avesse servito sempre Maria (il cui servizio ieri non e’ stato devastante, forse per merito dell’avversaria che è molto brava in ribattuta), il match probabilmente sarebbe finito 6-4 6-4. Dicevamo del servizio della tigre di Nyagan: 0 ace e un doppio fallo, appena il 67% di punti con la prima ed un misero 42% con la seconda.
3) Bello e, a tratti, altamente spettacolare il match tra Justine Henin e Martina Hingis, l’unico concluso al terzo set in poco meno di due ore di gioco. Un match che riscatta l’intera giornata e nel quale c’e’ dentro di tutto di piu’: l’anticipo di Justine sui colpi a rimbalzo e’ da brivido, e’ incredibile come un braccino ed un corpo cosi’ esile riescano a generare una tal energia e una tale velocita’ di palla; entrambe hanno un piano tattico, ma quello della belga e’ piu’ efficace nel complesso, perche’ riesce ad aggredire Martina, a fare serve and volley quando e’ il caso, evitando in generale lo scambio prolungato con l’avversaria; quando la doccia e’ vicina (6-2 5-2) Martina riemerge dalle acque scure e livide del “pozzo” nel quale e’ sprofondata e, complice un calo dell’avversaria, si mette a giocare come sa e come deve, muovendo l’avversaria a destra e sinistra con rovesci profondi e spesso chiudendo il punto con attacchi in controtempo; il tie-break del secondo set e’ da cineteca, gli ultimi due punti di Martina sono da pelle d’oca (forse il penultimo, il lungolinea di diritto che lambisce il paletto di sostegno, quello del 6-5, e’ il punto piu’ bello della giornata), la Hingis trova anche le energie per breakkare Justine nel primo gioco del terzo set, ma poi l’interruttore si spegne per l’elvetica e la Henin infila sei giochi consecutivi portando a casa il match. Nota stonata: il servizio della Henin e’ insufficiente (lancio palla basso e impatto basso = tante prime affossate) e molto al di sotto del suo standard, con 0 ace e 9 doppi falli, solo il 54% dei punti ricavati dalla prima. Il servizietto di Martina lo conosciamo, ma non è poi tanto al di sotto dello standard: 9 nove break su 13 turni di servizio e’ uno score pesante, ma dall’altra parte della rete c’e’ la Henin, non una qualunque, e Justine sulla seconda di Martina va a nozze, concedendole un esiguo 38% di punti.

SEC Madrid 2006, Day 1: spettacolo senza equilibro?

Il Master è spettacolo per definizione, la cornice del caldo pubblico madrileno rappresenta un ulteriore fattore di spettacolo. Ma, dopo la conclusione della prima giornata della kermesse che vede impegnata l’elite del tennis femminile mondiale, possiamo sicuramente affermare (con qualche rimpianto?) che nei tre match disputati è mancato un sostanziale equilibrio. Ci può essere spettacolo senza equilibrio? Pemulis ha qualche dubbio a riguardo. E non solo perche’ a volte lo spettacolo può essere anche noiosetto, ma soprattutto perche’ lo spettacolo e’ dimostrazione di talento e bravura, e’ quella capacita’ che trascina il pubblico e suscita notevoli impressioni emotive. Tutto questo, a volte, prescinde dall’equilibrio, dalla presenza di forze contrapposte che si compensano fino quasi ad annullarsi reciprocamente. Ma non in tutti i casi.
Ma, torniamo al tennis giocato e proviamo ad analizzare quanto e’ accaduto nell’arena di Madrid: 3 partite disputate, per un totale di sette set, di cui solo uno in equilibrio (il tie-break vinto da Martina su Justine), un equilibrio strano perche’ frutto di una rimonta (Justine era avanti 6-2 5-2), nessun match che supera le due ore di gioco.

Tuesday, November 07, 2006

21:35 del 4 Novembre: il volo Iberia proveniente da Zurigo regala un sogno chiamato Martina.


Traduzione libera dal Diario del piccolo Alvaro.
Sono le 21:35 di sabato 4 novembre: il volo Iberia 3469 proveniente da Zurigo ci regala la Regina del tennis che ogni appassionato vorrebbe incontrare, parliamo di Martina Hingis ovviamente. E’ il momento piu’ bello della giornata. Avevo sentito qualcuno parlar male di Martina, ma, credetemi, se Amelie è graziosa Martina è un’incantevole ragazza, realmente simpatica e alla mano. Tanto alla mano che quando la incontro all’uscita dal Terminal sembra accompagnata da un ragazzo biondo che parla una spagnolo perfetto, in realta’ mi spiega che si tratta non di un accompagnatore, bensì di una persona conosciuta sull’aereo, con la quale ha familiarizzato al punto tale da scambiare mail e numero di telefono (hai capito Martina? Ti aspetti Radek e vedo un biondo dai tratti simili a Brad Pitt).
La nostra conversazione e’ semi-confidenziale fin dal primo momento, mi chiede del museo “El Prado” e la rassicuro dicendole che è molto vicino all’albergo che la ospitera’, mi chiede quante persone vivono e Madrid e le replico che sono circa 4 milioni se consideriamo l’area meptropolitana. Anche in questo caso, come nel caso della Dementieva, l’attesa al nastro trasportatore a giocato a mio favore, per recuperare i bagagli c’e’ voluto un secolo, cosi’ abbiamo modo di parlare a lungo. Le chiedo della Svizzera e Martina mi parla del piccolo villaggio in cui vive nei dintorni di Zurigo, parliamo della meravigliosa Interlaken, un posto che Martina adora, e di Losanna. Mi racconta che nei giorni precedenti un elicottero l’ha prelevata da casa per portarla a Losanna, dove avrebbe dovuto partecipare all’inaugurazione di un Omega shop, e di come dall’interno dell’elicottero ha potuto ammirare i due laghi di Intelaken, godendosi l’incantevole panorama. Anche lei formula la domanda di rito sull’arrivo delle contendenti, aggiungendo che sapeva dell’arrivo di Patty, con la quale aveva parlato al telefono due giorni prima. Improvvisamente apre la borsa, estrae e mi offre dell’ottimo cioccolato ripieno alla ciliegia, cosi’ iniziamo a parlare dei pregi del cioccolato svizzero, e mi mostra la sua scorta di tavolette Lindt stipate nella sua borsa. Il monento magico dura complessivamente per venti minuti, fino a quando vediamo comparire sul nastro trasportatore una borsa Adidas di color rosa, seguita da altri due borsoni da tennis. Prima di congedarsi chiede cortesemente su una nostra auto potra’ prelevare l’indomani Radek Stepanek e io, alltrettanto cortesemente, la rassicuro sul trasporto del suo boyfriend. Mentre ci avviamo verso la solita Porsche parliamo un po’ del Masters Series di Madrid appena vinto da Roger, di Rafa e del gestaccio di Tomas Berdych dopo aver battuto il kid di Majorca. Martina promette che sara’ estremamente carina con il pubblico locale e, senza alcun dubbio, non faccio fatica a crederci e a pensare quanto calorosamente “The Crowd” ricambiera’ la carineria. Parola di Hingis, una campionessa dentro e fuori del campo.

19:35 di sabato 4 Novembre: Bonsuar Amelie!


Traduzione libera dal Diario del piccolo Alvaro.
Sono le 19:35 di sabato 4 novembre: il volo AZ200 conduce Amelie Mauresmo da Parigi a Madrid. Mi sposto dal Terminal 4 al Terminal 1, sempre a bordo della solita Porsche in dotazione, e in meno che non si dica riesco a scorgere Amelie mentre parla al cellulare, mi avvicino, le faccio un cenno di saluto con la mano e lei mi guarda con la piu’ eloquente delle espressioni facciali: se fosse un fumetto la nuvoletta conterrebbe il seguente testo...”E tu...chi cavolo sei?”. Prontamente le mostro il mio pass con foto e qualifica e altrettanto prontamente Amelie sorride e si scusa, chiude la conversazione telefonica, e inizia la mia conversazione – prima in francese poi in inglese – con la numero 1 del ranking mondiale. La transalpina avvia il discorso con una comunicazione di servizio: coach Loic ha perso il volo, arrivera’ piu’ tardi, non so quando di preciso...La interrompo cortesemente dicendole che so’ gia’ tutto, che non ci saranno problemi e che una delle nostre macchine attendera’ Monsieur Loic. Anche Amelie ha fatto quella che sta diventando una domanda di rito: “chi è arrivata finora?”; si è prestata allo scatto della mia immancabile fotocam e...attenzione...mi ha servito uno scoop su un piatto d’argento...dicendo che non e’ al 100% fisicamente!!!. Amelie e’ una persona dai modi estremamente gentili, ma un dettaglio merita di essere riportato: non ha voluto che le trasportassimo il trolley. Avete capito bene: la n. 1 al mondo che si rifiuta di fruire dei servizi dell’Organizzazione. Non ho parole!

Aeroporto di Madrid, ore 22:50 di venerdì 3 novembre: e' la volta di Nadia


Liberamente tradotto dal Diario del piccolo Alvaro.
Salutata la delegazione femminile della famiglia Dementieva, salgo sulla Porsche in dotazione dell’Organizzazione (che macchina ragazzi!) e ci catapultiamo verso l’altro Terminal dove dovrebbe essere gia’ arrivata la meno appariscente Nadia Petrova. La agguantiamo mentre è intenta nel recupero bagagli. Devo ammettere che mi aspettavo una persona, non dico malmostosa, ma piu’ fredda e distaccata, invece Nadia è molto simpatica, ironica, buona conversatrice. Si è detta sorpresa dell’arrivo di Justine a Madrid, pensava che alla fine avrebbe rinunciato all’evento; dicendo questo inconsapevolmente compie un assist perfetto, poiche’ replico di getto: “Con Justine non puoi mai sapere...diciamo che c’e’ e non c’e’ allo stesso tempo”. La mia facile tautologia strappa una risata sincera alla moscovita (che, ironia della sorte, due giorni piu’ tardi sarà sorteggiata nel girone della Henin), che subito dopo fa il suo ingresso nel predetto Porsche: destinazione Hotel. Non vi diro’ mai di quale Hotel si tratta.

Ore 22:15 di venerdì 3 novembre, i sogni diventano realta’: Alvarillo da il benvenuto a Elena Dementieva


Traduzione libera dal Diario del piccolo Alvaro.
Oggi come non mai i sogni diventano realta’: la lista dei voli m’informa che Elena e mamma Vera (The Mom) sono in arrivo al Terminal 4. Dopo averci pensato un po’ su nel tentativo di gestire le emozioni che l’evento comporta, decido di recarmi di fronte agli ascensori, all’uscita del gate. All’improvviso intravedo il classico borsone blu della Yonex e realizzo che e’ giunto il momento di dare il benvenuto alla ragazza piu’ carina che abbia mai visto (parole di Alvaro!). Elena e Mamma Vera vengono verso di me, ci salutiamo, un saluto vero non i soliti convenevoli, e insieme ci muoviamo verso il nastro trasportatore per recuperare il bagaglio da stiva. Fortunatamente (per me) c’e’ da attendere, così ho la possibilita’ di passare piu’ tempo con la “divina” moscovita, che non e’ soltanto leggiadra, ma e’ anche molto cool nel look (vedere la foto per credere). ‘The Mom’ – che è quella che parla di solito, poiche’ Lena e’ di una timidezza ai limiti dell’imbarazzo – mi ha fatto una serie di domande sull’hotel, sullo stadio e mi ha persino chiesto se fossero le prime nel novero delle otto pretendenti a raggiungere Madrid. Con molta educazione mista a cortesia le ho risposto che Patty Schnyder (non dimentichiamoci che la svizzera e’ riserva), lo spot vivente Maria Sharapova e Svetlana “The Terminator” Kuznetsova erano gia’ arrivate e che Nadia Petrova sarebbe atterrata nei prossimi trenta minuti. Abbiamo chiacchierato un po’ e, senza mascherare il mio rammarico, ho detto loro che Masha ha totalmente monopolizzato l’attenzione dei Media a Madrid: “M. che incontra i giocatori del Real Madrid; M. che fa’ shopping; M. che si allena...” A quel punto mi lascio sopraffare da una vena informale e affermo con tono perentorio...”Non se ne può più!”. E le mie interlocutrici scoppiano in una risata fragorosa. Dopo di che’ mi faccio immortalare nella foto che vedete in alto e le assicuro che qui a Madrid ha tanti fan, nonostante manchi dal 2001, quando appena 20enne venne a giocare le finali di Fed Cup.
Che dire: simpaticamente timida (o timidamente simpatica), elegante ai limiti del sontuoso, bella da ipnotizzarti, cool come mai mi sarei aspettato, Elena ha superato ogni mia iperbolica aspettativa sul suo conto.

Retroscena, gossip e curiosita' sull'arrivo delle 'star' a Madrid

Avete presente il sito E-Online? Oggi Pem sveste i panni di saccente e tedioso sedicente commentatore tecnico e posta un(o) (spero divertente) report fatto di gossip, fashion e retroscena sulle celebrita’ che stanno per incrociare le racchette a Madrid. L’autore del reportage e’ l’amico Alvarillo, 21enne madrileno studente in giornalismo, che lavora per l’Organizzazione del Master; la sua mansione e’ quella di accogliere in aeroporto le atlete in arrivo a Madrid e dar loro il benvenuto, tener loro compagnia nell’attesa che il bagaglio di stiva sia trasferito sul nastro trasportatore, e condurle fino alla macchina che le attende per il trasferimento in albergo. Una sorta di (VIP) customer care a 360%, dall’uscita del gate fino all’ingresso in macchina. Alvarillo, che in seguito vedrete in primo piano nelle foto scattate con le ‘star’ della racchetta, ha svolto questo ‘commitment’ con l’entusiasmo e l’arguzia tipici dell’intrattenitore, annotando su un diario gli incontri e le brevi conversazioni che ha avuto con le protagoniste del Master, allo scopo di immortalare quelli per lui sono stati momenti, minuti, istanti “senza prezzo”.
Per non appesantire troppo questo post, Pem ha deciso di crearne altri tre, seguendo la traccia cronologica contenuta nel Diario dell’Autore: 1) venerdì 3 novembre 2006, Alvarillo da il benvenuto a Elena Dementieva e a Nadia Petrova; 2) sabato 4 novembre 2006, Alvarillo “riceve a braccia aperte” Amelie Mauresmo, Martina Hingis ; 3) domenica 4 novembre 2006, il piccolo Alvaro riserva una calorosa accoglienza a Kim Cljisters.
N.B. : la Sharapova e’ arrivata a Madrid giovedì 2 novembre, cioe’ il giorno prima che il nostro simpatico amico madrileno prendesse servizio, ma con un dettaglio non trascurabile: Masha ha viaggiato su un volo privato che e’ atterrato su un altro aeroporto, quello di Torrejon De Ardoz, di solito usato dal Re di Spagna, da Zapatero e da Roger Federer, naturalmente ; Svetlana e’ arrivata anche lei di giovedì, ma senza corsie preferenziali, con un consueto volo di linea; Justine Henin e’ arrivata al mattino di venerdì 3 novembre, mentre Alvarillo – come detto – ha preso servizio solo nel pomeriggio della stessa giornata. Conclusione: la Sharapova e’ sostanzialmente inavvicinabile, Sveta e Juju sono “sfuggite” per poco al nostro “eroe”.

Monday, November 06, 2006

Madrid Masters Cup: a 24 ore dal via.

Da Parigi A Madrid, dall’Operà alla Corrida, dal Louvre al Prado, dalla Bastiglia a Plaza Mayor, ed ecco che in un batter di ciglia ci siamo trasferiti da Bercy alla Telefonica Madrid Arena, che quest’anno ospiterà per la prima volta la Masters Cup femminile, anche detta SEC (Sony Ericsson Championships) per omaggiare lo sponsor della WTA.
Le otto contendenti sono pronte a sfidarsi, gli organizzatori hanno fatto tanti sforzi nelle ultime ore, tutto sembra essere pronto per la “tenzone” sportiva di fine anno. Pem vi risparmia i corsi e ricorsi storici (per la prima volta sono in tre a lottare per chiudere la stagione al primo posto nel ranking e, per la prima volta dal 1992, sono in tabellone quattro precedenti detentrici della Masters Cup) e tutta la solita menata su chi e’ favorita. Una sola nota di commento sul sorteggio dei gironi di qualificazione alle semi: sulla carta il girone Giallo (Amelie, Justine, Nadia e Martina) sembra essere più duro del girone Rosso (Masha, Sveta, Kimmie e Lena). Ma, solo sulla carta, poiché tutto è legato allo stato di forma delle ragazze e al positivo recupero dai recenti problemi fisici (vedi Amelie, Justine, Kimmie, Nadia e in parte Maria). Nell’ultima settimana abbiamo assistito al warm-up della Cljisters che ha vinto, soffrendo più del previsto, il torneo casalingo di Hasselt e che si è detta preoccupata più per la sua schiena che per il polso sinistro. Delle altre contendenti si sa' poco, staremo a vedere. Curiose le dichiarazioni di Elena Dementieva durante cerimonia ufficiale del sorteggio: “Me lo sentivo che sarei finita nel gruppo Rosso e che sarebbe stato un girone quasi interamente formato da atlete russe. Ma non penso che il sorteggio abbia tanta importanza; chiunque è qui a Madrid merita di far parte della competizione. Ciascuna ha la sua chance di vincere, quanto a me, proverò a fare del mio meglio”. Sempre saggia la nostra neo-proprietaria di un bilocale nell’Upper West-Side, con un tocco di chiaroveggenza che non guasta.
Il match d’esordio è fissato per domani ore 18:00 italiane, con la detentrice del titolo, la francese Amelie Mauresmo, impegnata contro Nadia Petrova. A seguire, la sfida russa tra Maria Sharapova e Elena Dementieva, chiude la giornata il match tra Justine Henin e Martina Hingis.
Una curiosità sul campo: la superficie è la stessa su cui si gioca il Masters Series maschile, cioè il Green Set. Si tratta di una tappeto sintetico non estremamente veloce come il green set, che esalta abbastanza le rotazioni in back e top. Pertanto la superficie dovrebbe favorire Amelie, Justine e Martina e penalizzare Maria. Ultima curiosita’, sul colore scelto per il campo: è un lilla per il rettangolo (vedi la foto in alto, gentilmente concesso dal buddie Alvarillo, che lavora per conto dell'Organizzazione); verde limone scuro (quasi color certosa) è il colore del contesto in cui il rettangolo è inserito.

BNP Paribas Masters Paris 2006 – Stats

Il solidissimo Davydenko mantiene i favori del pronostico e concede solo 5 game a Dominik Hrbaty nella finale di Parigi, aggiudicandosi il primo Masters Series in carriera. Continua l’ascesa dell’infaticabile russo che scalza Ivan Ljubicic dal podio del ranking mondiale, conquistando la terza posizione (che ovviamente rappresenta il best ranking per Nikolay).
Passiamo ad una breve analisi delle statistiche del torneo, alla ricerca di qualche dato interessante.
Si sa che Davydenko è un grande runner ed un efficace ribattitore, ma in questo torneo è stato implacabile al servizio, avendo in pratica concesso poco o nulla sui propri turni di battuta.
Nello specifico:
Con la prima ‘Kolya’ ha portato a casa l’85% dei punti disponibili; una statistica strabiliante. Sulla seconda è stato discreto, ma non eccellente (54% dei punti), ha messo in campo mediamente il 65% di prime. Che dire della sua lucidità nei punti importanti: ha annullato ben 11 delle 13 palle break (una miseria) concesse in tutto il torneo (è stato breakkato misteriosamente per ben due volte soltanto da Mr. Robredo). Infine, ma è scontato, gli ace hanno poco peso sui punti ricavati dalla prima: 26 ace contro 154 punti incamerati (come dire che all’incirca un punto su sei con la prima è un ace).
Le statistiche dicono poco sullo slovacco Hrbaty, runner up di questa edizione del torneo: ha servito benino la prima, anche se con percentuali non elevate (54% di prime in campo), intascando il 72% dei punti disponibili; un dato in sé non eccellente ma sicuramente oltre lo standard di Dominik, che notoriamente non serve alla grande. In risposta l’airone di Bratislava ha confermato il suo standard di buon ribattitore, soprattutto sulla seconda dell’avversario, dalla quale ha ricavato in media il 61% dei punti, procurandosi ben 44 palle break su 50 game di risposta disputati, di cui solo 17 convertite (nella finale, in cui non c’e’ stato match, Hrbaty ha in ogni caso avuto 7 palle break, tutte annullate da Davydenko).
Chi merita davvero di essere citato nella statistiche, nonostante abbia giocato solo tre match, è Marat Safin. Chapeau per Marat, che sta servendo da un po’ in maniera straordinaria. A Bercy mette a segno 36 ace su 122 punti ricavati dalla prima di servizio: in questo caso l’ace è un fattore, poiché il 30% di punti incassati con la prima sono ace. Ma non è tutto, perchè Marat mette anche il 72% di prime in campo (meglio di Davydenko e di Robredo) e con la seconda porta a casa più punti di tutti (il 61%). Gioca anche molto bene i punti importanti: sul proprio servizio il russo annulla 8 palle break su 11 concesse (si tenga presente che nei quarti contro Haas l’unico break subito, su un totale di due misere palle break concesse in tre set, gli costerà parte del match; l’altra parte è legata all’osceno e sciagurato tie-break disputato nel primo set).
Un servizio degno di nota è, infine, quello di Vliegen, giocatore un po’ acerbo che piace molto a Pemulis: 24 ace in due match, con il 76% di punti ricavati dalla prima e con un ottimo 57% guadagnato con la seconda (solo Safin ha fatto meglio con la seconda). E’ davvero un ragazzo interessante Kristof, Pem vi consiglia di seguirlo, ha tanto margine di miglioramento nei colpi a rimbalzo, nonostante la sua statura elevata incida negativamente sulla coordinazione. Con questo è tutto per Parigi Bercy, a presto. Pem.

Sunday, November 05, 2006

BNP Paribas 2006 - Anteprima finale di singolare


Siamo all’ultimo preview dell’ultimo torneo stagionale, che precede di otto giorni l’avvio della Masters Cup di Shangai. Pemulis ha già parlato delle defezioni che hanno contrassegnato il torneo (cinque dei primi sei nel ranking mondiali hanno rinunciato a Bercy) e della non perfetta condizione di chi il torneo lo ha giocato o comunque ci ha provato. Il risultato della combinata azione di questi fattori è una finale inedita per un torneo Masters Series, tra due newcomer a questi livelli: il brutto anatroccolo “Kolya” Davydenko e l’airone Dominik Hrbaty. Per l’audience televisiva e per l’intrattenimento del pubblico parigino non è il massimo, Pem ha raccolto tante proteste degli appassionati del tennis champagne, fatto di vincenti, di giocate imprevedibili e di una sana dose di follia che non guasta mai nello sport inteso come sinonimo di spettacolo.
Detto questo, chi ha giocato a tennis sa quanto è dura farsi strada nel circuito per chi non è nato con il “braccio d’oro”, per chi si è costruito ed ha affinato i fondamentali del tennis nel tempo. Il circuito, per due terzi è formato da questa categoria di giocatori. Che piaccia o meno, la realtà è questa, “la classe operaia” a volte merita il “paradiso” inteso come Olimpo del circuito. E’ giusto, è democratico, e contribuisce anche a spezzare la monotonia della rivalità tra Federer e Nadal. Oltretutto, vedere Hrbaty in una finale di un Masters Series funge da fattore motivante per tanti ragazzi che vagolano nei recessi dei tornei futures o, quando va bene, nelle nebbie dei challenger, senza aver la certezza di fare del gioco che amano una professione. Della serie: “Se ce l’ha fatta Hrbaty, posso farcela anch’io…da oggi m’impegnerò di più e sarò più continuo e meno pigro nel training…e via dicendo”. Vi sembra poco? A Pemulis non di certo.
E poi, a dirla tutta, Kolya e Dominik sono davvero così inguardabili? Il russo (ucraino di nascita) è il giocatore più in forma (fisicamente e forse anche tecnicamente parlando) del circuito, la sua carriera è stata un continuo progredire, il suo gioco è semplice ma efficace, un gran ribattitore che gioca d’anticipo una palla che non è definitiva ma è piena d’insidie per l’avversario; se lo lasci giocare ti sfianca e ti logora fino a farti chiudere il match in apnea. I “criticoni” sostengono che non abbia un gran servizio. Falso. Serve pochi ace ma serve una palla scomoda con una notevole velocità angolare derivante dal top spin che Kolya riesce a generare; serve comunque meglio di Nadal e Nalbandian, tanto per citare due nomi di Top Ten venerati dal grande pubblico.
Quanto a Hrbaty, è un Berdych meno solido e senza servizio, un incontrista che gioca piatto e con poco margine d’errore, il ché quando non sente bene la palla lo porta a perdere match con giocatori sulla carta inferiori a lui. Ma è tutto fuorché un pallettaro, parola di Pemulis. E, infine, ma è solo una “boutade”(?), è uno dei pochi giocatori in attività ad avere un bilancio positivo negli scontri diretti con sua maestà Roger.
Pronostico: favorito Davydenko, che merita di vincere il suo primo Masters Series. Ma non deve avere cali di concentrazione durante il match e deve continuare a servire come ha fatto nei quattro match precedenti.

Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.