Thursday, May 03, 2007

Blog da Salsomaggiore. 24th Guru Cup, 2R.

Molti tennisti somigliano a bagnini, con quel tipo di abbronzatura inconfondibile che pare sia penetrata sotto pelle e che resterà intatta e insensibile al mutare delle stagioni, ma la pelle chiara di Camila Giorgi non si abbronza nè si scotta, anche se, mentre gioca, diventa rossa in viso per lo sforzo. In questo momento sono le 13:00 di martedì 1 maggio 2007, sul campo n.1 del Tennis Club di Salsomaggiore, un complesso immerso nel verde del parco Chini, a un centinaio di metri dal sontuoso palazzo liberty delle Terme Berzieri. E' il secondo turno di uno dei 5 tornei internazionali under 18 organizzati nel nostro Paese. Un minicircuito sulla terra rossa, che si apre a Firenze e ha il suo gran finale negli Internazionali di Milano (Trofeo Bonfiglio), passando attraverso Salsomaggiore, Prato e Santa Croce. L'acustica di un campo da tennis con pochi spettatori è strabiliante - si avverte ogni respiro, ogni sfregamento delle scarpe che scivolano sulla terra, il pang intimidatorio della palla colpita nello sweet spot.
Camila Giorgi, come molti adolescenti in fase di evoluzione tecnica che provano a spingere e ad accelerare il ritmo, ha il problema del controllo dei colpi. La sua avversaria, la livornese Alessandra Di Batte, è una solida (di solito) giocatrice da terra rossa con un buon rovescio bimane ed una discreta velocità di braccio. E' la Giorgi a fare la partita (e gli errori), con la collaborazione della Di Batte troppo contratta e nervosa per buona parte del match. E alla fine il risultato premierà la figlia del simpatico quanto pittoresco Sergio Giorgi, che segue e commenta il match in compagnia di Sebastien Durand, physical trainer della Mouratoglou Tennis Academy. Camila, migliorata nella meccanica della prima di servizio e molto rapida negli spostamenti laterali, si impone 7-6 6-4 e nel terzo turno affronterà Stephanie Vogt, del Liechtenstein, una giocatrice in fiducia, con molte variazioni da fondocampo. L'arrendevole Di Batte non è l'unica del Centro Federale di Tirrenia ad essere estromessa nei primi due turni del Torneo di Salso. Il mancino spezzino Alessandro Giannessi - alias "Gianna" - perde 7-6 7-6 dal fisicamente dotato e volitivo polacco Jerzy Janowicz (che al primo turno aveva mandato a casa Speronello), dopo aver sprecato due set point in entrambi i set. L'upset del giorno è rappresentato dalla sconfitta di Claudia Giovine, consumata sotto gli occhi sconcertati di mamma Elvy Intiglietta (responsabile tecnico femminile a Tirrenia), per mano della minuta 16enne tedesca Linda Berlinecke, n.300 del ranking ITF, che al primo turno aveva concesso soli 5 game ad Anastasia Grimalska (altro "pulcino" del Centro Federale). Mentre Della Tommasina, Papasidero e Piludu sono stati scofitti ieri, nel match d’esordio.
Girando tra i campi, ci siamo fatti un'idea su cosa effettivamente manchi a tanti giocatori, non solo italiani, per imporsi a livelli elevati. Il tennis è uno sport con una bellezza metafisica straordinaria che, come tale, richiede una forza interiore ed una capacità di concentrazione quasi ascetiche. A livello juniores sono in pochi a possederle, a prevalere è l'Ansia della sconfitta, surrogato agonistico delle piccole ansie di frustrazione giovanile. Chi non riesce, nei momenti critici, ad eludere la paura e a mettere in pratica un clichè tanto banale quanto difficile da attuare come "un punto alla volta" o "qui mi devo concentrare", ha delle serie probabilità di perdere. Chi mostra di avere una gran forza mentale a corredo di una tecnica eccellente, è senz'altro Giacomo Miccini, vincitore in tre set (7-6 5-7 6-2) contro un avversario ostico come il palermitano Antonio Comporto. Michelle Larcher De Brito ci ha parlato del suo primo approccio alla "sconosciuta" terra rossa e di come sia difficile adattare il suo gioco a questa superficie. E in effetti, il match della portoghese ha confermato le sue difficoltà nel regolare la quindicenne romana Carolina Pillot, che ha fatto il possibile (e l'impossibile) per arginare la potenza di fuoco di Michelle. Volendo segnalare qualche nome tra i talentini visti all'opera in questa mite giornata primaverile, la nostra preferenza ricade sulla possente slovena Polona Hercog, classe 1991 - che ha rifilato un pesante 6-0 6-1 ad una sempre più in crisi Elena Chernyakova, alla quarta sconfitta consecutiva al primo turno - sul talentuoso furetto olandese Xander Spong - che ha compiuto dei progressi notevoli negli ultimi mesi - e sul bombardiere macedone Ilija Martinoski, runner up la settimana scorsa nel prestigioso Torneo di Beaulieu sur Mer e nostro favorito qui in terra d'Emilia. La palla più pesante del torneo è, neanche a dirlo, quella di Michelle Larcher De Brito, che se riesce ad appoggiarsi bene è devastante. Anche sulla terra.

3 comments:

ivan sabatini said...

complimenti per il resoconto...Miccini nn ha nella terra la sua superficie preferita e comunque ha un dritto devastante il rovescio è da migliorare,...come gli spostamenti laterali..per la sua corporatura 1.85 x80 kg sfrutta ancora poco l'arma del servizio....
orà farà Prato,Santacroce,Bonfiglio e 3 Itf in Marocco in bocca al lupo Jack

Anonymous said...

Grande Crepaldi! Battere Miccini non era facile. Peccato che poi abbia perso subito dopo ai quarti contro Donskoy.

Anonymous said...

i very love your own posting kind, very attractive.
don't quit as well as keep creating as it simply just that is worth to read it.
impatient to look at much of your current well written articles, regards :)

Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.