Tuesday, January 30, 2007

Sapevate che..

Con l’affermazione a sorpresa di Brydan Klein, 17 anni appena compiuti, un australiano torna a vincere il Torneo Junior dell’Open d’Australia, interrompendo un digiuno di 13 anni. Fu Ben Ellwood, nel 1994, l’ultimo ‘aussie’ a vincere il titolo. Con Madison Brengle e’, invece, il tennis americano ritrova una finalista dopo 15 anni (nel 1992 la Davenport fu sconfitta in finale dall’australiana Joanne Limmer).

Un ranking...stimolante!

Il ranking e’ da molti anni a questa parte la mia lettura da gabinetto preferita. Ha sostituito i fumetti, almeno ogni lunedi’. Al momento in cui scrivo David Nalbandian è fuori dai Top 10, per la prima volta dal novembre 2005. Fa il suo ingresso tra i primi dieci Tommy Haas, dopo circa oltre 4 anni dalla sua ultima presenza nel “Club” ristretto. Come già anticipato, Gonzalez raggiunge la posizione n.5, che coincide anche con il suo best ranking. Tra coloro che hanno raggiunto il best ranking, vi segnalo: Djokovic (n.13), Murray (n.14), Del Potro (n.67), Vassallo Arguello (n.72), Udomchoke (n.77), Bozoljac (n.101), Zverev (n.130) e il buon Fabio Fognini, che entra per la prima volta nei primi 200 (al n.194) dopo aver disputato la finale del Challenger di Santiago, in Cile. Molto vicino al suo best ranking e’ Montocourt, dopo aver incassato i punti della vittoria del Torneo Challenger di Durban. In campo femminile, Serena Williams, che in un anno ha giocato solo 8 tornei, balza dalla posizione n. 81 alla n.14. Jelena Jankovic entra per la prima volta in carriera tra le Top 10, Nicole Vaidisova raggiunge il suo best ranking (n.9 al mondo a 17 anni). Martina Hingis scavalca Nadia Petrova e raggiunge il suo best ranking dopo il comeback (n.6). Schiavone e Pennetta arretrano ulteriormente, mentre Roberta Vinci e’ di nuovo fuori dalle prime 100. Lucie Safarova recupera una posizione più adeguata alla qualita’ del suo tennis, passando dal n.70 al n.31. Raggiungono il best ranking Garbin (n.28), Poutchkova (n.34), Radwanska (n.46), Birnerova (n.59) e Azarenka (n.73). Alicia Molik rientra tra le prime 100, mentre Tamira Paszek, 16 anni appena compiuti, passa dal n.187 al n.124.

Monday, January 29, 2007

AO 2007: vincono Serena e Roger.

Sia Serena Williams che Roger Federer vincono le rispettive finali senza cedere un set. L’edizione 2007 degli Open d’Australia suggella il trionfo dei piu’ forti giocatori del circuito, a prescindere dal computer e dal ranking. Le due vittorie hanno genesi molto differenti, poiche’ Federer era l’indiscusso favorito, il giocatore sempre piu’ difficile da battere, mentre Serena era l’outsider di lusso. Federer vince il Torneo senza cedere un set – era dai tempi di Borg che non accadeva in uno Slam – Serena rischia contro la Petrova e contro la Peer, ma in finale annichilisce la sua avversaria. A proposito della finale femminile, e’ curioso che Maria Sharapova, dopo aver ricevuto una lezione di tennis che evidenzia tutti i suoi limiti tecnici, chiuda il Torneo riguadagnando la prima posizione nel ranking mondiale. Le due finali hanno una storia completamente diversa: Serena Williams gioca una partita perfetta – per un momento ho pensato che potesse vincere 6-0 6-0 – annullando la sua avversaria col servizio e – soprattutto – con la risposta al servizio; mentre per superare un ottimo Gonzalez c’e’ bisogno del miglior Federer, che lavora ai fianchi l’avversario, annulla due set point nel primo set e si impone alla distanza. Se la Sharapova non entra mai in partita, il cileno e’ aggressivo sin dall’avvio e gioca uno straordinario primo set, che ha il suo momento cruciale nel decimo game. Fena, dopo aver breakkato Roger nel game precedente, serve sul 5-4 e si procura due set point: sul primo Roger compie una magia, prendendo la rete, in controtempo, dopo uno stretto di rovescio, e chiudendo il punto con una voleé; sul secondo set point Fena forza e sbaglia un diritto sul quale arriva male con i piedi. E in men che non si dica il cileno subisce in controbreak. Da quel momento in poi lo svizzero riduce al minimo gli errori , prende in mano il gioco, costringendo l’avversario ad arretrare e a remare su angoli impossibili. Se a questo aggiungiamo che il n.1 al mondo regala le sue solite magie e sul suo servizio non concede praticamente piu’ nulla, anche per il miglior Gonzalez non c’e’ chance: 7-6 6-4 6-4 il punteggio finale in meno di 2 ore e mezza di gioco.
Il punto più bello del match: uno scambio da 13 colpi sul 5 pari, 15 pari, nel primo set. Gran lob di Fena, al quale Roger risponde con una veronica che chiama a rete l’avversario, il quale replica con un missile di rovescio. Solo uno con i riflessi di Federer, su questo colpo riesce a giocare una voleé di opposizione diabolicamente profonda che costringe il cileno ad un disperato quanto difficile passante giocato correndo all’indietro, che da il tempo a Rogi di prender la rete e di chiudere con una comoda voleé di dritto.
La magia delle magie: Federer appena dietro la linea di fondocampo che finta il passante lungo linea di diritto e con una vellutata azione di sfregamento della corde sul retro della palla tira fuori un lob telecomandato, con un finale del movimento anomalo e assolutamente impossibile da descrivere.

Friday, January 26, 2007

91 minuti di fuochi d’artificio.

Dopo la passeggiata di Federer, i fuochi d’artificio di Gonzalez. Mai viste due semifinali cosi’ rapide in uno Slam, due mis-match cosi’ evidenti, due partite cosi' monotematiche. Il cileno ha rasentato la perfezione: 3 errori non forzati in totale (tutti concentrati nel secondo set). Il match inizia con un parziale di 11 a 0, con Fena che prende il tempo all’avversario e lo costringe ad indietreggiare, nel tentativo di opporsi alle sue rasoiate. I punti scorrono veloci, ad un ritmo incessante: vincente di diritto, vincente di rovescio, voleé vincente, smorzata vincente, ace e servizio vincente, specialmente il diabolico servizio slice da destra, che l’ex (?) Bombardiere usa come un apriscatole per avere campo aperto dopo l’eventuale risposta del tedesco. Un refrain che si ripete senza soluzione di continuità, come un campione dentro una base musicale di Gangsta-Hip Hop. Una roba impressionante. Cosi’ Gonzalez vince il Torneo degli Umani e incute qualche dubbio nell’Alieno di Basilea, che avra’ seguito con attenzione lo showcase del suo prossimo avversario. E i book-maker vanno in agitazione, sono costretti ad abbassare le quote di Fena. Azzardo un’ipotesi: se il cileno non sarà vittima della Sindrome da Brigata Federer, se giochera’ il suo tennis senza lasciarsi condizionare dal bilancio di 0-9 negli scontri diretti, assisteremo ad un grande match. E se ci pensate bene lo sfidante ha un vantaggio: il suo torneo l’ha già vinto, gioca con meno pressione, con l’unico obiettivo di evitare la figuraccia e di – perche’ no – essere all’altezza della situazione.
Buon Tennis a tutti, ci aggiorniamo a lunedi.

Italian Junior Outlook: il lavoro paga!

Eviterei l’enfasi e la retorica della Rifondazione del tennis italiano. Diciamo solo che i ragazzi impegnati nel torneo AO Junior se la sono cavata piuttosto bene in generale, con l’acuto di Thomas Fabbiano che si si è arreso al n.1 al mondo in semifinale. Meno fortunati ma altrettanto bravi Matteo Trevisan e Daniel Lopez, la cui marcia si e’ arrestata al terzo turno. Una curiosità: il talentuoso Eysseric ha fermato sia Lopez che Fabbiano, ed ha sofferto molto di più contro il primo dei due (un doppio 7-6), anche se Thomas – va detto – ieri era un po’ stanco, ed ha subito più del dovuto le accelerazioni del mancino francese. Prima di Fabbiano, l’ultimo italiano a disputare una Semi Grande Slam a livello Junior era stato Andreas Seppi a Parigi nel 2002 (edizione vinta da Gasquet), mentre proprio a Melbourne Fognini si era fermato ai Quarti nel 2004 (edizione vinta da Monfils).
Sempre per non alimentare facili entusiasmi va aggiunto che, nel 2007, il circuito ITF junior mashile – orfano di De Bakker, Santos, Belic, Bester e Chekhov per raggiunti limiti di età e di Donald Young per sua scelta – offre ai tanti nati nell’89 più spazio per emergere (qualcuno ha parlato di un circuito indebolito), tanto agli outsider di lusso come Greg Jones e Brydan Klein, quanto ai giocatori solidi come Berankis, ad esempio. Una spanna su tutti collocherei solo Eyesseric e Luncanu.
Tornando al pugliese Fabbiano, l’allievo di Mario Pierri è annoverabile nella schiera dei solidi giocatori da fondo campo, dotato di un buon diritto – con un gran timing sulla palla - e di un buon servizio. I suoi groundstrokes sono prevalentemente piatti, molto in sintonia con la moderna scuola ceca e slovacca. Non lasciatevi ingannare dal suo fisico minuto, Thomas è un grande lottatore, un ragazzo molto maturo in relazione all’eta’, uno che lavora sodo. E in questo caso possiamo affermare che il lavoro paga!

Gonzalez: con Larry Stefanki e' n.5 al mondo!

L’Oscar del miglior coach in questo primo torneo dello Slam va a Larry Stefanki, americano del Midwest, 49 anni, ex giocatore professionista, già coach di gente come John McEnroe, Marcelo Ríos, Yevgeny Kafelnikov and Tim Henman, tra gli altri. Sia Ríos che Kafelnikov, con Stefanki hanno raggiunto la vetta del ranking mondiale. L.S. e’ una persona molto seria, un gran lavoratore stimato da tutti. Bollettieri dice di lui: “La sua filosofia è quella di far crescere i suoi ragazzi sia tecnicamente che umanamente”. Non solo macchine, ma veri uomini, esseri umani a 360°. L’esperienza lavorativa con Gonzalez e’ iniziata a fine maggio del 2006, dopo la separazione del cileno dal suo storico coach, l’argentino Horatio de la Pena. L’obiettivo era e resta molto ambizioso: l’ingresso di Fena tra i primi 5 al mondo, attraverso un’evoluzione del suo gioco (meno bombardiere e piu’ essere pensante in campo) ed un miglioramento di alcuni dei suoi colpi (avrete sicuramente notato il rovescio in back di Fena). Missione compiuta in 7 mesi: infatti, anche perdendo la finale dell’Open d’Australia, lunedi prossimo l’ex bombardiere di Reina sara’ n.5 al mondo, a soli 5 punti di distanza da Andy Roddick, che occupera’ la quarta posizione.

C’e’ poco da commentare

Un Roger Federer sempre meno umano sgretola i sogni di gloria di Andy Roddick e lo manda a letto senza cena. Mai visto giocare cosi’ bene a tennis. La partita e’ molto simile alla finale del Master giocata contro Blake, con lo svizzero che e’ il primo a stupirsi delle sue mirabolanti giocate. Roddick capisce subito che non e’ aria, prova ad attaccare la rete, ma per difendersi dai passanti del n.1 dei n.1 era forse necessario alzare un muretto di cinta alto – diciamo – un paio di metri. In casi come questi, le statistiche hanno poco senso. Mi limiterei a riportare un solo dato: quando uno come A-Rod serve la prima ad una velocita’ media di 202 km/h e mette in campo il 63% di prime, contro un avversario normale di solito vince facile. Contro questo Federer viene breakkato 7 volte su 12 turni di servizio, racimola la miseria di 22 punti su 41 con la prima, dopo 83 minuti e’ sotto la doccia. Il solito destino della Brigata Federer (leggi: i malcapitati di turno che incrociano lo svizzero in tabellone): aspettative-paura-frustrazione-doccia-viaggio di ritorno verso casa.

Thursday, January 25, 2007

Buoni & Cattivi

Dalla e-mail dell’ufficio relazioni esterne del Sistema GLOBAL VIEW, all’interno del quale Pemulis si è ritagliato tre metri quadri di presidio per assistere agli Open d’Australia 2007, in compagnia di 3 statistici neozelandesi, una danzatrice russa e un coach in missione segreta travestito da supporter di Tommy Haas.

Il giorno 25 Gennaio dell’anno Carnival, dal cuore del Continente Kia.

Da: pemulis@globalview.com
A: miked@reboundace.au mca@decoturf.com flop@federtennis.it missliberty@glamour.com nocoaching@nbta.com kernel@tennismagazine.com puleggia@carriola.it

25 gennaio 2007, ore 9:33 PM.

Egregi Signori, a pochi minuti dalla conclusione della prima semifinale maschile dell’Open d’Australia, la presente fa seguito alla Vostra richiesta di una pagella buoni vs cattivi del Torneo. Nella Vostra esortazione scrivete che dovrei essere piu’ immediato e meno incline alle divagazioni, piu’ orientato all’estetica del tennis – testuali parole – e meno propenso all’analisi prolissa. Spero che i seguenti dettagli saranno sufficienti a soddisfare i Vostri desiderata.
Pertanto, procedo partendo da tutto ciò che non mi è piaciuto, a seguire le cose che ho maggiormente apprezzato.
Boccerei l’afa (ineluttabile) e le misure anti-afa (da riscrivere) che per poco non costano l’eliminazione al primo turno di Maria Sharapova. Da dimenticare la performance degli italiani – fatte salve le eccezioni che menzionero’ in seguito - in tabellone principale e di quelli impegnati nelle Quali; tra infortuni, postumi di infortuni, preparazione cosi’ cosi’, le Nostre armi sono scariche o, quando va bene, i Nostri proiettili sono a salve. Inguardabile il Cameo di Xavier Malisse, in versione abulico turista nel paradiso dei surfer. Stappalacrime il sofferente Ivan Ljubicic che si arrende a Mardy Fish nella gara d’esordio. Prevedibile ma non per questo meno spiacevole, la crisi di Marcos Baghdatis, già finalista della passata edizione. Poco piacevole perchè spietato, il sorteggio che ha incluso nella Brigata Federer (il manipolo di malcapitati che figuravano nella porzione di tabellone dello svizzero) giocatori talentuosi e piacevoli da vedere come Youzhny e Djokovic. Deludente, incolore e piu’ leggera dell’aria la controfigura di Amelie Mauresmo, che depone le armi al quarto turno. Immaturo e a tratti inquietante l’atteggiamento in campo di Andy Murray, sul quale ci siamo più volte soffermati nel corso delle nostre telecronache. Poco convincente Richard Gasquet, troppo talentuoso per vivere da onesto top 30, troppo incostante e fragile nel fisico per arrivare fino in fondo in uno Slam. Scoppiata da 14 match disputati in meno tre settimane, e incapace di reggere la pressione gravante su di sé, Jelena Jankovic esce prematuramente di scena in un Torneo, in cui il sorteggio le regala un’autostrada per la finale. Imbarazzante il rovescio – ma in generale un po’ tutti i colpi – di Kim Cljisters nel quinto e sesto atto della sua ultima campagna d’Australia. Tra le cose orribili va annoverato anche il rovescio affossato da Davydenko in occasione del match point giocato sulla seconda di servizio di Haas.
Se sopra abbiamo riportato il flop tricolore a livello generale, abbiamo l’obbligo di segnalare due eccezioni: onore all’impegno e alla caparbieta’ di Tax Garbin e di Maria Elena Camerin, che in un contesto di bioniche virago, riescono a portarsi a casa una rispettabilissima pagnotta; giusto riconoscimento per le qualità dei Nostri ragazzi junior, in particolare per Thomas Fabbiano che trova la meritata consacrazione in uno Slam. Tra le cose piu’ divertenti, ergo piacevoli, la leadership spetta a pieno titolo al warning a Maria Sharapova per coaching: nel settimo game del secondo set del match contro la Chackvetadze, il giudice di sedia Maria Alvarez ha avuto l’ardire di sanzionare il coaching – che ricordiamo, nel tennis non è consentito nel corso della gara - di uno spiritato Yuri Sharapov che con strani segnali esortava la figlia ad attaccare l’avversaria di turno. Non può non avere piena cittadinanza tra l’estetica del tennis, l’eleganza e la facilita’ del gioco composto quanto esplosivo dell’uomo più coordinato di tutti i tempi, al secolo Roger Federer, che approda in finale senza perdere un set. L’avventura più bella e più interessante dal punto di vista giornalistico e’ il comeback della Pantera Serena Williams, il cui percorso nel Torneo la dice lunga sul livello delle Top Player nel circuito femminile. E’ come se una grande scultura figurativa, diciamo la statua della libertà, fosse emersa tra le sabbbie mobili, mostrando prima la torcia alzata verso il cielo, poi il diadema a spunzoni e, infine, la tunica color verde rame. E la torcia di Serena, quando non è sottoterra, punta decisamente alla volta del cielo, senza mezze misure. Come non menzionare le straordinarie avventure di Fena Gonzalez e Tommy Haas: il cileno con il nuovo coach Larry Stefanki sta giocando il miglior tennis della sua carriera; Tommaso ha trovato il giusto mix di ragionevolezza e – perche no – buona sorte per poter ottenere risultati che rispecchiano il suo talento. Tra le storie a lieto fine, figura anche la favola bella di Shahar Peer, orgoglio d’Israele in campo sportivo, il più bel gioco difensivo del circuito. Da non sottovalutare il la prestazione e le qualita’ di Nicole Vaidisova che, sfruttando un tabellone tutto sommato abbordabile, a 17 anni agguanta la sua seconda semifinale in uno Slam. Infine gloria al risorto (?) tennis americano e tanto di cappello a Andy Roddick, nonostante il fragore dello schianto (il tredicesimo in carriera) contro la corazzata Federer, che lo fagocita fino a farlo sparire dal campo. Tommy Robredo merita non solo un cenno ma anche un premio speciale, per aver strappato il maggior numero di game (14) all’invincibile armata Federer. Pensate che in tanti – anche tra gli appassionati – quando vedono che c’e’ Robredo in campo, in TV cambiano canale. L’oscar del miglior punto del Torneo va ad uno scambio vinto da Martina Hingis contro Kim Cljisters, nel secondo game del terzo set, quando Martina, dopo aver resistito ad una miriade di pallate dell’avversaria, compie un mezzo miracolo con un pallonetto difensivo che le permette di capovolgere lo scambio e di chiuderlo con un vincente di rara bellezza. Dulcis in fundo, Maria Sharapova, il volto mediatico del Tennis femminile, si impone sul campo, vincendo senza giocare al meglio, usando le armi della determinazione e della forza interiore per venire a capo delle situazioni piu’ difficili, come quella dell’infuocato (letteralmente) esordio nel Torneo.

Wednesday, January 24, 2007

Le avventure di Tommy Haas-Sawyer.

Come il protagonista del romanzo di Mark Twain, Tommy Haas è monello irrequieto e vivace. In campo non ha paura di mostrare le sue opinioni e le sue emozioni, che a volte sfociano nello sbotto parossistico. Come Tom Sawyer, è furbo e sfrutta la sua furbizia nel tentativo di volgere a suo favore gli episodi avversi. A volte puo’ sembrare sleale, ma è solo un Monello con una gran fantasia e con un gran talento tennistico. In carriera ha raccolto poco, a causa di numerosi infortuni e di una limitata capacità di concentrazione nei match piu’ importanti della sua carriera, quelli che ti cambiano la vita (due esempi su tutti: le semifinali perse proprio a Melbourne contro Kafelnikov e Safin nel 1999 e nel 2002). Come il personaggio di Twain, Tommy è fondamentalmente un bravo ragazzo, adora la sua famiglia e ha tanta voglia di crescere e di affermarsi. Se le avventure di Tom Sawyer si concludono con la scoperta del tesoro di Joe l’Indiano, l’ultimo capitolo delle peripezie di Tommy Haas si conclude, per il momento, con la vittoria su Kolya Davydenko, uno dei giocatori piu’ solidi del circuito. Finalmente batte un russo in un match che conta, vincendo in rimonta, dopo essersi ripreso da un passaggio a vuoto imbarazzante. E, a 28 anni suonati, ha la grande occasione di mettere le mani sul “suo” tesoro, rappresentato dalla finale in uno Slam. Un tesoro che forse merita, o forse no, per raggiungere il quale dovra’ superare l’ultimo ostacolo, il bombardiere Fena. Una partita che vale una carriera.

QF, parte alta del tabellone femminile.

Tensione, tanti errori e andamento altalenante. Il minimo comun denominatore dei due match di QF della parte alta del tabellone femminile è contenuto in queste poche parole. Optando per il sensazionalismo spicciolo da tabloid, potremmo dire: Maria + Yuri Sharapov hanno la meglio su un’infortunata Anna Chackvetadze; Martina Hingis, ipnotizzata dalla Clijsters, butta al vento una partita vinta.
Oppure: mai visti dei quarti di finale di uno Slam cosi’ poveri di qualita’ del tennis giocato. Ancora: a volte anche la bassa qualita’ puo’ essere emozionante per il pubblico. Tutto verosimile, per carita’, ma troppo banale per i nostri gusti. Il tennis e’ materia piu’ complessa. Se Maria batte la C. giocando male e servendo peggio, ciò non avviene per effetto del coaching di Yuri. Maria vince partite come queste grazie al suo mental play che gli consente di concentrarsi alla grande e di vincere i punti importanti di un match in cui pure compie 41 errori non forzati in due set. E vince anche grazie all’atteggiamento troppo poco aggressivo della C. che in molti casi si è limitata a metterla in campo, servendo una seconda degna della peggior Kournikova, probabilmente a causa del suo problema alla spalla. Insisto su un punto: raramente ho Maria servire cosi’ male. Un esempio su tutti: servendo per la prima volta per il match, compie un doppio fallo sulla palla break dell’avversaria. Martina Hingis, pur avendo perso l’ennesimo scontro diretto contro Kimmie, è quella che mi è piaciuta di piu’ tra le quattro impegnate. Un’ora di tennis eccellente, che manda letteralmente fuori giri e fuori di testa la Clijsters. Martina entra in campo con le idee molto chiare: variare, variare e variare ancora. Dropshots, attacchi in controtempo, cambi di ritmo, palle molto lavorate e complesse da leggere, tutto pur di non accettare la sfida sul “corri e tira”. Conseguenza: la Clijsters perde il primo set 6-3, commettendo una miriade di errori non forzati (a fine partita saranno 62 su 99 punti dell’avversaria). Ma, come tutti sanno, Kimmie ha una non comune capacità di restare attaccata al match, di tenere duro e di aspettare la chance che prima puntualmente. Martina, d’altro canto, non chiude un punto, confidando eccessivamente sulla sua capacità di giocare sulle debolezze dell’avversaria. Il punto di svolta è rappresentato del terzo game del terzo set (sul punteggio di 2 A 0 a favore dell’elvetica), un disastroso game di servizio per Martina, giocato molto frettolosamente tra l’altro, che è l’anticamera della catastrofe. Da quel momento in poi, infatti, Kimmie infila un parziale di 6 giochi a 1 e sale in corsa sul treno che la porta in semifinale. Martina torna a casa con la consapevolezza di avere le skill per fare match pari con le 4 top player del circuito e con il dubbio-rimpianto di aver dissipato un’occasione ghiotta che potrebbe non ripresentarsi in futuro.

Tuesday, January 23, 2007

Note sul Torneo Junior

Giornata molto importante, quella in programma la prossima notte, per i tre italiani impegnati nel singolare maschile Junior dell’Australian Open. Thomas Fabbiano affronta il ceco Michal Konecny, Matteo Trevisan sarà alle prese con Greg Jones – l’australiano che ha fatto impazzire Bolelli nel primo match delle Quali – mentre Daniel Lopez dovrà vedersela col n.1 del ranking e vincitore del Bonfiglio 2006, Jonathan Eysseric. Tre match impegnativi per tre ragazzi all’ultima stagione da junior, ai quali farebbe un gran bene arrivare fino in fondo in uno Slam. Tra gli altri match del terzo turno, e’ in programma la sfida tra le mie preferite nel tabellone femminile: Tamira Paszek vs Urszula Radwanska. Da vedere anche il derby dell’est tra la Evgeniya Rodina e Kristina Antoiychuck. Sempre in tema di singolare femminile, buone nuove dal fronte americano: nonostante la pesante sconfitta di Julia Cohen, in 4 (Reka Zsilinszka, Madison Brengle, Chelsey Gullickson e la qualificata Julia Boserup) approdano al terzo turno.

Per dovere di cronaca...

Bollettieri colpisce ancora. Anche a Melbourne. 3 delle quattro semifinaliste provengono dall’Accademia di Bradenton e se Haas, per la prima volta in carriera dovesse battere Davydenko, un discepolo di Nick entrerebbe anche nelle final 4 maschili. 4 su 8. Potremmo dire: Bollettieri e il resto del mondo.

Serena-mente Fighter!

Una Serena piu’ simile a quella vista contro Nadia Petrova, che non contro Jelena Jankovic, approda nelle Semi di un Torneo che ha già vinto due volte, nel 2003 e nel 2005. Quanto al match giocato contro l’israeliana Shahar Peer, anche ieri Serena ha rimontato lo svantaggio iniziale di un set ed ha lottato fino allo stremo contro un’avversaria che fa della lotta il suo punto di forza. Nelle fasi finali di un terzo set durato 83 minuti la stanchezza si e’ fatta sentire, e ha inciso negativamente sui suoi turni di servizio, ma la Williams ha giocato in maniera esemplare i punti importanti, convertendo 5 delle 6 palle break a disposizione ed annullando ben 10 delle 13 palle break dell’avversaria. Non mi aspettavo una Peer cosi emotiva nei momenti chiave, specialmente quando e’ andata a servire per il match sul 6 a 5 nel terzo. La prossima avversaria sara’ Nicole Vaidisova, una che serve bene e che picchia ogni palla. Vedremo se Serena sara’ brava a giocare palle complesse ed a trovare gli angoli per aprirsi il campo. Colpo consigliato: stretto di diritto sul diritto della Vaidisova.

Lo showdown di Roddick

Roddick ha letteralmente demolito il suo amico Mardy Fish. O forse; piu' correttamente, Fish si e' autodemolito. E questo ci puo’ stare, dato il gap tecnico tra i due buddie. A-Rod ha surclassato l’avversario senza forzare, in totale scioltezza, registrando probabilmente un insolito (per lui) record di soli 4 errori non forzati in tre set. Con la prima di servizio ha concesso 3 punti su 38 disponibili. Nel complesso ha disputato un ottimo torneo, con pochissimi passaggi a vuoto, se si esclude il match d’esordio.
Cosa dovra’ fare per battere Federer o per competere alla pari con lo svizzero? In sintesi direi che gli ingredienti della ricetta di Andy sono tre: fiducia, gioco aggressivo, un efficace piano B. Per Andy la fiducia è molto importante, il suo rendimento è molto legato all’entusiasmo. E gli ultimi due match disputati contro Roger – match point a Shangai, vittoria a Kooyong – sono stati una grande iniezione di confidenza. Veniamo all'atteggiamento aggressivo: l’americano non puo’ permettersi di palleggiare dietro la linea di fondo campo, consentendo a Roger di “inventare” giocate impossibili. Deve provare ad attaccarlo con un ritmo elevato, senza tregua, anche a costo di compiere qualche errore di troppo. Ma il punto è: come attaccare Roger? Sul dritto o sul rovescio? Da fondo o con approcci per chiudere il punto a rete? Sono queste le scelte fondamentali, da cui dipende l’esito del piano A. Ma se il piano A non funziona o l’avversario non permette di eseguirlo, cosa farà Andy? Proviamo a fare un ipotesi: il Piano A potrebbe prevedere le accelerazioni da fondo campo, il Piano B gli approcci e il net game. E’ piu’ difficile che avvenga il contrario. Infine, è fondamentale che Andy serva non meno del 65% di prime, anche con meno ace del solito. Nei turni di risposta, vedremo se sara’ in grado di leggere la prima di Roger e/o di attaccare la sua seconda di servizio. Se fa’ tutto questo, senza avere passaggi a vuoto, potra’ competere seriamente. Non dimentichiamo che la cosa piu’ importante non e’ tanto AVERE un piano di gioco, bensì essere in grado di ESEGUIRLO. E tra la preparazione e l’esecuzione c’e’ di mezzo l’Avversario. Con la A maiuscola, naturalmente.

Monday, January 22, 2007

AO 2007: il bilancio della prima settimana.

In crescita. Roger Federer è la dimostrazione che il Tennis è principalmente una sfida contro se stessi, per superare i propri limiti. L’avversario non è altro che il partner di una danza. L’elvetico è cresciuto di partita in partita, raggiungendo lo zenith nella partita – molto attesa – contro Djokovic. Il primo set contro il serbo è forse il massimo in termini di qualità del Tennis giocato finora. Il ritorno di Serena è l’Evento della Settimana. Sulla ex n.1 al mondo – e vincitrice di sette titoli del Grande Slam – in pochi avrebbero scommesso, e invece Serena ha sorpreso tutti. E’ curioso, ma proprio alla vigilia del Torneo avevo letto un articolo scritto da Pat Cash, pubblicato dal Times, che non concedeva a Serena mezza chance di andare avanti nel Torneo. E oggi in molti parlano di una possibile finale Clijsters vs Williams. In grande crescita il tennis americano: non solo il comeback di Serena, ma anche Roddick, Fish e Querrey hanno elevato non poco il livello di gioco. Peccato per Blake, che – ad eccezione dello US Open – negli Slam fa fatica. Il rovescio lungo-linea di A-Rod è forse la sorpresa positiva di questa prima settimana a Melbourne. Promosso a pieni voti Novak Djokovic, nonostante la sconfitta netta contro il n.1 al mondo. Ha un rovescio fantastico per un bimane, serve bene, gli manca ancora qualcosa nel gioco di volo e sul piano tattico. Mi è piaciuta molto anche Kim Cljsters. Me lo aspettavo, l’avevo vista bene a Sidney, Kimmie si e’ preparata alla grande per quello che potrebbe essere l’ultimo AO della sua carriera. Da segnalare l’acuto di Fena Gonzalez, che diventa il quinto giocatore in attivita’ ad aver raggiunto i Quarti di Finale in tutte le prove del Grande Slam. Il cileno puo’ giocare molto bene su questa superficie, mi piace molto il suo rovescio in back, sia difensivo che offensivo. Davydenko si e’ confermato Mr. Consistenza del circuito, non mi sorprenderei se arrivasse fino in fondo. Ottimo Torneo anche per Vera Zvonareva, Anna Chakvetadze – tornata sui livelli di due anni fa’ – e Lucie Safarova. Onore al merito di Ferrer e Robredo: quando ci sono loro in campo, molti spettator cambiano canale ma i due spagnoli si fanno trovare pronti e lottano ogni partita dal primo all’ultimo punto.
In calo. La detentrice del titolo che perde al quarto turno in due set dalla Safarova, che comunque ha un gioco superiore alla sua attuale classifica, è di certo la piu’ grossa sorpresa in negativo. Se Amelie non è al Top della forma, diventa troppo passiva, subisce troppo l’iniziativa dell’avversaria. Deludono la Ivanovic e la Mirza, due colpitrici straordinarie di diritto, che fanno fatica ad evolvere il gioco e commettono parecchi errori nei colpi in teoria dovrebbero dar loro più punti. L’altra delusione del Torneo è Ivan Ljubicic, che ha riconfermato la sua idiosincrasia verso gli Slam, per non parlare di Xavier Malisse, inguardabile. In calo anche Francesca Schiavone, che è da un po’ non riesce a giocare il suo tennis. Deludono in generale i tennisti italiani. Jelena Jankovic non ha saputo reggere la pressione dopo il grande avvio di stagione, ma forse era anche un po’ provata dalla fatica a causa dei tanti match disputati (14 in tre settimane). Tra le delusioni inserirei anche Richard Gasquet: pur avendo delle qualità straordinarie, fa fatica ad imporre il proprio gioco, è molto discontinuo e fisicamente non è al meglio. Infine, continua la crisi di Marcos Baghdatis, che la settimana prossima potrebbe uscire dai primi venti.

Friday, January 19, 2007

Scarabocchi sul terzo turno.

La vittoria di Jelena Jankovic su Viki Azarenka riconferma la mia tesi: la serba non ha problemi con le grandi colpitrici, con palla pesante ma monotona. JJ e’ rapida nello spostamento e nella preparazione del colpo, fisicamente molto tosta. E’ molto difficile prenderle il tempo nello scambio. L’avversaria e’ costretta a forzare e commette una valanga di errori gratuiti (la Azarenka 44 in 19 game). Inoltre ho notato che sta cercando di piazzare la prima di servizio, senza tirarla troppo, poichè la sua seconda è un po’ lenta, poco lavorata e, pertanto, vulnerabile. Risultato: con la prima fa’ meno punti ma ne mette tante in campo (74% oggi). Vedremo se la cosa funzionera’contro Serena.
Perfetto Gasquet nel primo set contro Monfils, mi ha ricordato il Gasquet visto a Toronto in estate. Poi la qualita’ e’ scesa parecchio. Una domanda che rivolgerei a Gael: ma perche’, con il fisico che hai, non lavori sodo su colpi d'approccio- gioco di volo e inizi a frequentare piu’ spesso la rete? Da incorniciare il bacio sulla guancia tra i due (che per essendo molto diversi sono amici) al momento della stretta di mano.
La Mauresmo fatica a trovare il ritmo nei primi game, soprattutto con il diritto, poi gioca e vince in scioltezza. Un buon allenamento per Amelie.
Le imprese del giorno sono quelle di Roddick, Ferrer e della Peer. Ho visto solo gran parte del match di quest’ultima: la Golovin nel finale ha avuto un bel po’ di braccino, ma l’israeliana prende davvero tutto. Non è solo una questione di fitness, la Peer è capace di leggere in anticipo il colpo dell’avversaria. In difesa e’ seconda solo a Kim Clijsters. Ricorda la Francesca Schiavone dei tempi migliori. Sono curioso di vederla remare a caccia della palla pesante di Svetlana Kuznetsova.
Chiudo, con una provocazione dedicata ai detrattori del tennis a stelle e strisce: che ne dite di un quarto di finale Fish vs Roddick?

Prove tecniche di “Federer Mode”.

Peccato per Misa Youzhny, perche’ uno bravo come lui non merita di uscire al terzo turno di unaìo Slam. Ma, tant’è, e pur giocando dignitosamente – contro Rafa a FM aveva giocato meglio - perde 3-6 3-6 6-7 e torna a casa. Federer,neanche a dirlo, rimane nel Torneo e risparmia energie preziose in vista della sfida col prossimo temibile – a detta dello stesso Fed Ex in conferenza stampa - avversario, Nole Djokovic. Non c’e’ stata battaglia - lo svizzero ha controllato agevolamente dall’inizio al 3 a 0 30-0 del terzo set – ma un qualcosa di più simile ad un incontro di esibizione caratterizzato da shot-making per palati fini: 65 punti vincenti in 3 set ma, il 62% dei quali generati da Federer. Volendo cercare il pelo nell’uovo, possiamo aggiungere che Roger ha servito la prima appena sopra il 50% e, nelle fase finale del terzo set, ha sbagliato qualche rovescio. Una curiosità statistica: lo svizzero ha vinto gli ultimi 11 tie-break giocati (non perde un TB dai Quarti dello USO, contro Blake). Quest’ultimo ha avuto un andamento a strappi poichè Youzhny, in vantaggio 2-1, ferma il gioco e chiede il challenge su una palla di Federer che e’ chiaramente buona. Da quel momento il russo perde la bussola e subisce un parziale di 5 a 0, che assegna 4 match point a Re Leone, il quale, a sua volta, non chiude subito, patendo il ritorno dell’avversario. Ma sul 6-5 e’ realmente finita e Jim Courier e’ pronto ad entrare in campo per l’intervista di rito.

Serena e Serena.

Non è un hamburger bruciacchiato alla piastra. Non è una turista distratta. Non è una designer in sovrappeso, tutta smart-phone, gioielli tamarri e fast-food, di quelle che puoi incontrare sulla Rodeo Drive e con cui puoi attaccare facilmente bottone. E’ una tennista, diciamo, al 49%, in possesso di grandi colpi e di un servizio che puo’ tuttora viaggiare a 200 km/h. E, soprattutto, è una che il match non te lo molla neanche da moribonda, in apnea e con i crampi. Non puoi tramortirla e pensare di vivacchiare sull’inerzia della gara. Se tiri il fiato e ti rilassi con lei in campo, e’ l’inizio della tua fine. Questa e’ Serena Williams in versione Fight Club (quello di Fincher). Di giorno e’ la creatura mediatica broadcasting – un po’ Paris Hilton, un po’ Grande Fratello – di notte, sotto i riflettori della Rod Laver Arena, è il Tyler Durden di fincheriana memoria. Un Tyler Durden in gonnella che tanto esalta papa’ Richard (verso il quale chi scrive nutre una sorta di venerazione). Un Tyler Durden che - senza ranking, senza pratica in palestra e senza diete dissociate o weight watchers - sotto 1-6 3-5 contro la n.6 al mondo, è capace di cogliere al volo la chance e di far girare il match. Immagino, a fine partita, il volto basito di tanti ottusi commentatori americani, che per oltre un’ora l’avevano massacrata di critiche sul suo gioco, sulla sua pesantezza che non le consente di giocare in anticipo e bla bla bla, costretti a fare retromarcia e ad osannare il ritorno della Regina, passando in questo modo da un’enfasi all’altra.
Quanto a Nadia Petrova, ci dispiace molto per lei. E’ una ragazza semplice, dolce, con una fragilita’ malcelata dal fisico da “la mia Super-Ex Ragazza”. Francamente, siamo anche un po’ preoccupati per lei, perche’ la sconfitta e’ di quelle da toglierti il sonno insieme alla fiducia, l’ennesima delusione in uno slam, a distanza di due mesi dalla batosta subita al Masters di Madrid. Una sconfitta che segna anche l’epilogo di una polemica montata ad arte tra Nadia e le Williams. Ci auguriamo che tutto cio’ non le faccia passare la voglia di giocare o, peggio, la faccia giocare con un fardello extra di paura. Il problema di Nadia è che a volte va in corto-circuito mentale e smette di pensare, per il resto e’ a posto.

Thursday, January 18, 2007

Rafa o Non Rafa, questo e' il problema!

Fuori dal suo habitat naturale (leggi: terra rossa) Rafa è sempre sotto osservazione, in maniera forse eccessiva. Ha appena vinto un match e gia’ in molti si esercitano a pronosticare chi sara’ il suo futuro killer. Uno sport inutile, che viene ingiustamente praticato solo su Rafa. In questa sede ci limiteremo ad analizzare schematicamente il match odierno contro Kohlschreiber.
La chiave del match: i molti errori (forzati e gratuiti) di diritto del tedesco. Ha buttato via tanti punti ben costruiti, probabilmente a causa di una scarsa confidenza con lo spin esasperato di Nadal. Nei primi due set il tedesco non ha sfruttato le occasioni avute sul servizio di Nadal (ha convertito una sola palla break su nove) e questo basso rendimento nei punti importanti gli è costato il match.
La trama: l’avversario a fare gioco e Rafa, dietro la linea di fondocampo, a rispedire indietro il possibile e l’impossibile.
I progressi di Rafa: più aggressivo del solito. Giocando piu’ vicino alle linee ha obbligato l’avversario a spostarsi parecchio per giocare i suoi colpi.
La nota stonata: il servizio di Rafa e’ work in progress, avrete tutti notato che sta provando a velocizzare ed ampliare il movimento. Ne consegue una percentuale di prime più bassa della media, un saldo negativo tra ace e doppi falli e meno punti del solito portati a casa con la seconda. Sara’ interessante vedere Rafa alle prese con Stan Wawrinka, che ha una palla piu’ pesante di Kohlschreiber; vedremo se lo spagnolo sapra’ essere aggressivo o si limitera’ a remare. E’ molto probabile che chi si aggiudichera’ il confronto sulla diagonale che va’ dal dritto di Nadal al rovescio di Wawrinka portera’ a casa il match. E per il momento ci fermiamo qui, senza prendere in esame la possibilita’ che Rafa possa trovare sulla sua strada Blake o Berdych. One step at a time, OK?

Sondaggio sul più bel match del Torneo.

Dopo un breve sondaggio delle opinioni degli appartenenti alla Loggia dei TennisManiaci, il piu’ bel match del Torneo è finora quello tra Marat Safin e Dudi Sela. Il sottoscritto ha provato a proporre la candidatura anche di Rochus vs Grosjean, ma, per molti, quando c’e’ Marat di mezzo, tutto il resto passa in secondo piano. Speriamo che la sfida contro Roddick sia altrettanto entusiasmante.

Cronache impossibili dal macro continente Kia, stato di Garnier, contea General Electric Money.

PEMULIS: Un momento, attenzione. Ci arrivano delle voci via audio. Pare che il collegamento sia stato ripristinato...Ecco, si sente distintamente il vociare della folla: “Alicia, Alicia, That’s the way!”
Come sta andando Snow?
SNOW (inviato di Pemulis nel continente Kia): Non ti sento, collega. Un momento che chiedo lumi allo staff della stazione GE Money.
PEMULIS Ecco, pare che siano sbarcati gli ultracorpi nel macro-continente...Hai assistito allo sbarco Snow? Oggi 18 gennaio 2007 gli ultracorpi hanno piede per la prima volta nel Continente nuovo di zecca. Snow, che dicono laggiù?
SNOW Sono costretto a smentirti, collega. Dalle ultime notizie pare che lo sbarco sia stato rimandato di due settimane per non sovrapporre l’Evento agli Open d’Australia. Gli ultracorpi hanno fatto scalo a Bali, si concederanno 10 giorni sabbatici.
PEMULIS Sono contento Snow. Meno male. E’ un piccolo passo per gli alieni ma un grande passo per l’umanita’. Possiamo procedere con la cronaca, allora...
SNOW Direi di si, i mostruosi baccelli sono in vacanza ormai. Possiamo occuparci del Torneo, finalmente. Partirei con una nota di colore. Centinaia di individui piumati con il volto ricoperto di pece hanno incitato a squarciagola Hewitt e la Molik. Un baccano infernale. Diciamo che è stata la giornata del macro-continente Kia: tanti atleti impegnati e tante vittorie, in questa sessione tutto sommato avara di sorprese.
PEMULIS la vittoria del giorno?
SNOW beh, senza dubbio, quella della Nakamura sulla Mirza. Mi e’ costata trenta bigliettoni, tra l’altro. Un perentorio 6-3 6-2 a favore della giapponese che ha giocato il match della vita. Il rebound ace sembra adattarsi molto bene al suo gioco, del resto anche nel 2006 aveva raggiunto il terzo turno qui a Melbourne. Si muove bene, colpisce con un grande anticipo, muove l’avversaria, è molto solida da fondo campo. Ha giocato contro la Mirza con la stessa tattica con cui avrebbe giocato Martina Hingis, prossima avversaria della Nakamura. D’altro canto, l’indiana ha mostrato tutti i suoi limiti, quando non ha potuto giocare da ferma.
PEMULIS Bene, che mi dici di James Blake?
SNOW Beh, l’avversario di oggi era onestamente poca cosa. Blake gioca il suo tennis, quello che lo ha portato alla finale del Masters. In molti sostengono che il rimbalzo alto della Rebound Ace lo penalizza un po’, soprattutto quando è costretto a giocare il rovescio su palla alta. Non so’, vedremo. Sta servendo molto bene James, un servizio molto fluido, con angolazioni difficili da leggere. Quello contro Ginepri, sarà un test importante, non solo un warm-up per le partite più impegnative.
PEMULIS Hewitt l’ha scampata anche oggi...
SNOW Si ma...lo dico a bassa voce...e’ poco piu’ di un fantasma. A fine match ha dichiarato di aver avuto problemi col servizio, in particolare con la seconda. Il vero problema è che la palla non gli viaggia più come un tempo, subisce troppo l’avversario, è costretto a delle difese impossibili. In tema di australiani, mi è piaciuta più Alicia Molik, il match si era messo molto male, ha avuto una grande reazione e ha vinto la prova di forza contro la Kanepi, una che tira più forte di lei ma che sbaglia anche molto.
PEMULIS Chi prenderesti tra Berdych, Tursunov, Murray e Nalbandian?
SNOW Guardando a come hanno giocato finora, direi Tomas Berdych, ma fate attenzione a Nalbandian: migliora di partita in partita. Oggi Lapentti, ad esempio, ha mandato in palla il suo rovescio. La forma fisica (il fisico) di David è quello che è, ma con la classe che si ritrova, è capace di vincere anche senza allenarsi più di tanto. Si allena giocando e, vedrai, con Grosjean – uno che ti fa’ giocare tanti colpi – andrà ulteriormente in palla. Murray invece non mi è piaciuto, nonostante la vittoria in tre set su Verdasco. Mi è sembrato di assistere ad un match femminile, quanto a bassa incidenza del servizio. E inoltre quanti errori! Verdasco inguardabile, il Moccioso da prendere a sberle, non tanto per come serve o per l’erraticità del suo rovescio, ma soprattutto per il suo atteggiamento in campo. Posso usare la parola coglione? Insultare Gilbert dopo ogni banale errore è una reazione infantile che non porta da nessuna parte. Spero per lui che si tratti di un episodio isolato. Un incidente di percorso, ecco.
PEMULIS Non male il match tra Rochus e Grosjean...
SNOW Il migliore di oggi per qualità del tennis, chiuso in ossequio alla più spietata delle leggi non scritte del nostro sport: Rochus non sfrutta 2 palle break sul 4 a 4 nel quinto set e nel game successivo ne concede a sua volta. In questo caso è un match point, sul quale il belga manda all’aria un diritto. Ti segnalo anche il derby Clement vs Santoro. Ti segnalo in particolare Santoro e il suo tennis d’antan. Quando lo vedo giocare il diritto in back sorrido e mi emoziono come un bambino. E poi Fabrice migliora di anno in anno. Quest’anno pensavo che non avesse chance di andare avanti nel Torneo e invece eccolo qua...
PEMULIS la Sharapova sembra aver ritrovato il suo tennis...
SNOW Assolutamente, si. Oggi ha servito straordinariamente, sia la prima che la seconda. Il servizio per lei è molto importante, direi cruciale in un’eventuale semifinale contro Kim Clijsters.
PEMULIS Qualche retroscena curioso da riportare ai nostri ascoltatori?
SNOW Posso raccontarvi della gara tra le due amiche (?) Kimmie (Clijsters) e Martina (Hingis) a chi raggiunge prima gli spogliatoi dopo essersi velocemente sbarazzata dell’avversaria di turno. La sfida è nata per caso, martedì scorso, al termine del match di primo turno. Le due hanno giocato quasi in contemporanea, dopo la copertura degli stadi, l’una sulla Rod Laver e l’altra sulla Vodafone Arena. Martina, scrollatasi rapidamente di dosso la Dechy, si illudeva di esser stata la prima a raggiungere gli spogliatoi, ma – entrata nella locker room – scorge il borsone Babolat e il sorriso della Cljsters già pronta per la doccia dopo il 6-0 6-0 alla Bardina. A quel punto la svizzera esclama: “Dannazione, Kimmie, mi hai battuto. Sei arrivata qui prima di me”. E chiede la rivincita alla belga. Le due si danno appuntamento nel secondo turno, per una nuova corsa contro il tempo. Anche questa volta giocano in contemporanea, anche questa volta la Clijsters vince lo sprint, poiché liquida la Morigami 6-3 6-0 in 59 minuti, mentre Martina ha bisogno di 68 minuti per sbarazzarsi 6-2 6-2 della Kudryavtseva. Una cosa è certa: se le due si incroceranno nei Quarti, chi rientrerà per prima negli spogliatoi sarà la perdente della sfida.
PEMULIS Perchè perdente?
SNOW Perchè difficilmente chi perde si ferma a firmare gli autografi, pertanto parte avvantaggiata nella race. Con questo è tutto, collega. Valutate voi, dall’Italia, se è il caso di richiamarmi al termine della sessione serale. Io intanto mi sposto sulla Margaret Court Arena, dove Haas e Bozoljac si stanno già scaldando.

Wednesday, January 17, 2007

AO Novella2000

Cambiamo marcia con qualcosa di gossipparo, di costume, di colore, di intrattenimento o come diavolo volete chiamarlo. Insomma, un post non dedicato all’analisi e al commento dei match.
E' sorprendente la notizia pubblicata da un quotidiano olandese – il “De Telegraaf” – secondo cui Misa Krajcek, lasciatasi andare ad una crisi di pianto durata ben 90 minuti al termine del match perso contro la Kremer, sarebbe stata consolata da... Serena Williams!!! Non solo quale tra i tre eventi – Misa che le prende dalla Kremer, Misa che piange per un’ora e mezza, Serena nel ruolo della buona samaritana – è il più insolito.
Il sito tennis.com riporta un virgolettato di Maria Sharapova che racconta il suo “calvario” nel match contro la Pin: “ A dire il vero, a metà del secondo set ho chiamato il trainer poiche’ avevo iniziato a sentire, a tratti, dolore agli addominali, dolore non causato da un colpo giocato e diverso dai crampi, cosi’ ho continuato a giocare. Nel terzo set il dolore e’ diventato piu’ frequente, mi costringeva a fare dei respiri lunghi e profondi. Ecco, ho giocato in queste condizioni”. L’articolo aggiunge che le e’ stata fatta un’iniezione per trattare “l’avvelenamento da sole” – proprio cosi’: “heat poisoning”. Avevamo sentito parlare di “heat exhaustion” o del piu’ grave “heat stroke” (il colpo di sole), meno noto e' l' “heat poisoning”. In effetti, le radiazioni solari posso dar luogo a termo-intossicazioni.
Infine due righe sulla mise piu’ cool degli Australian Open: ci piace l’orange dress disegnato da Lacoste per Tatiana Golovin (lo indossava anche a Sidney). Non passa certo inosservato, l’audace abitino corto color mela acerba indossato da Serena Williams. Un po’ sottotono le mise di Elena Dementieva e Maria Kirilenko, due sulle quali spesso si scatena la fantasia degli stilisti.

Se Federer fosse normale...

Se Federer fosse un giocatore normale, sulla strada verso i Quarti incrocerebbe due avversari da incubo, quali Misha Youzhny e Nole Djokovic. Se solo fosse un normale buon giocatore...

AO 2007: resoconto della terza giornata (sessione diurna)

La nave ammiraglia dello Show itinerante procede a velocita’ di crociera. Alla fine della sessione diurna della terza giornata, non si contano vittime illustri tra i membri dell’equipaggio, eccezion fatta per Carlos Ferrero e Francesca Schiavone. Gli spettatori si godono lo spettacolo sui ponti esterni lungo l’intero perimetro della nave. A prua Roger Federer mette a posto il servizio e stende lo zio Jonas Bjorkman, per poi lasciare il testimone a un A-Rod concentrato, che a sua volta si disfa del solido Gicquel senza correre rischi. A tribordo Novak Djokovic mette in moto il suo rullo compressore, tanto quanto basta per schiacciare Feliciano Lopez in versione semi-turista, rullo compressore che viene in seguito utilizzato da Nadia Petrova per avventarsi sulla povera Gisela Dulko, mentre a Serenona la mitragliatrice si inceppa per meta’ gara, nonostante i deboli colpi di sbarramento dell’avversaria. A babordo Jelena Jankovic sbriga la pratica celermente, risparmiando energie preziose per un’eventuale seconda settimana di pallate, nonno Arthurs – sospinto dal pubblico locale – perfora il campo con 28 ace e scava un tunnel verso il terzo turno, mentre a Gasquet basta mettere un po’ di pressione sull’avversario per indurlo al suicidio tennistico. A poppa il detronizzato Juan Carlos Ferrero viene disarcionato dall’emergente Danai Udomchoke, a seguire Elena Dementieva esibisce l’intero repertorio di doppi falli ed errori gratuiti, che contro un’avversaria piu’ forte di Martina Muller di solito le costano il match. In una delle cabine sotto la prua avviene la resa di Francesca Schiavone, tradita dal servizio – in particolare dalla seconda – e da un atteggiamento a volte troppo passivo. Nella cabina n.10, quella riservata ai turisti, Maria Elena Camerin rema per oltre tre ore e alla fine supera la Vesnina, che si candida all’Oscar dell’errore gratuito. Mentre finiamo di scrivere questa pseudo-cronaca, a tribordo si è appena concluso lo Show della giornata, offerto da Marat Safin e Dudi Sela. Sapete, a Marat non piace stare in campo meno di tre ore e mezza, detesta le vittorie facili poiche’ lo obbligano all’allenamento supplementare pomeridiano. Pertanto, se non e’ sotto nel punteggio inizia a sperimentare i colpi balisticamente piu’ difficili – ad es. quando c’e’ da lavorare la palla tira la mazzata impossibile – permettendo in tal modo all’avversario di rientrare in partita. E’ cosi’, e’ Marat, e forse lo adoriamo proprio per questa sua idiosincrasia a giocare come un ragioniere evoluto. Una nota di merito va allo sconfitto Dudi Sela, giocatore che compensa le sue carenze strutturali con una mano raffinata. A questo punto, i mansueti passeggeri si preparano agli spettacoli serali che annoverano: il favoloso mondo di Amelie, una partita di flipper giocata da due grandi animali da palcoscenico come Baghdatis e Monfils, Robredo alle prese con la sua bestia nera Jurgen Melzer. “E la nave va”, lorsignori prendano posto, si prega ti tenere spenti i telefoni portatili, grazie.

Tuesday, January 16, 2007

Maria Sharapova e il remake di "Mezzoggiorno di fuoco" sulla Rod Laver Arena.

65 errori non forzati e uno spirito da combattente indomita, anche quando tutto sembra perduto. Oscurità e luce, freddo e caldo, lo yin e lo yang del match di Maria Sharapova è tutti qui: una partita giocata molto male, in condizioni terribili, salvata dalla sua forza interiore. Non so quante altre (Amelie? Justine?) avrebbero retto allo shock di una rimonta dell’avversaria che nel set decisivo passa dallo 0-5 al 7-6 30-15, a due punti dal match. Non posso dimostrarlo, ma ho la convinzione che, nel circuito femminile, solo Maria sia in grado di vincere partite del genere. Detto questo, possiamo tranquillamente affermare che la russa ha giocato in maniera orribile, senza mettere una palla in campo, completamente provata dall’afa. Se escludiamo il 6-0 6-0 rimediato contro Lindsay Davenport ad Indian Wells nel 2005, è forse la sua partita più brutta da professionista. E’ anche vero che il match non andrebbe letto secondo il criterio della qualita’ del tennis giocato, quanto piuttosto secondo quello della capacità di resistenza all’afa e alla fatica. A questo punto, si pongono due interrogativi: ma perchè un match da chiudere in un’ora si è trasformato in una maratona tra le fiamme? Come mai Ana Ivanovic (potenziale avversaria di Maria al quarto turno), che pure giocava contemporaneamente sulla rovente Vodafone Arena, ha chiuso in meno di un’ora? Eppure, la strategia di Maria sulla carta era molto semplice: la Pin non ha punch e serve delle mozzarelline (il suo servizio più veloce viaggia sotto i 140° km/h), con una palla cosi’ lenta è possibile giocare in 1-2, provare il vincente da tutte le posizioni del campo, con punti veloci (2 o 3 scambi al massimo). La risposta ad entrambi i quesiti è altrettanto semplice: Maria e’ lenta, ancora imballata dall’off-season training, spesso fuori tempo sulla palla; la Ivanovic, che pure di errori commette non pochi errori con il diritto, è più preparata fisicamente, e questo sembra far la differenza al momento. Avesse perso, quello di Maria sarebbe stato l’upset del decennio. Ma così non è stato e, di solito, ciò che non ci uccide ci rafforza. Ad esempio, nel 2003 Serena Williams a Melbourne ebbe un primo round thriller, contro Emilie Loit, molto simile al match Sharapova vs Pin. Vi ricordate chi vinse l’Aussie Open nel 2003? Come si dice...a win is a win, non importa come è maturata. Quello che conta è andare avanti nel Torneo, recuperare le energie e prepararsi al match contro la Rodionova, che presumibilmente sarà disputato nella sessione serale di giovedi’. Concludo richiamando alla mente l’immagine piu’ toccante della giornata: Camille Pin che, dopo la sconfitta, firma gli autografi in lacrime. Il Tennis è anche questo.

AO, afa e misure anti-afa.

Come anticipato dal mio post di venerdi scorso, è stato il caldo a farla da padrone. La seconda giornata dell’Aussie Open 2007 è stata caratterizzata -e anche un po’ falsata a dire il vero – dalla calura. Una calura bestiale, con la massima che sfiora i 41° C, da far raggrinzire la pelle, con il sole a picco che sembra “una furtiva visione dell’inferno dal buco della serratura”. Non solo caldo ma anche brezza simile a quella del deserto, umidità e tanti insetti. L’ Australia, in definitiva, è anche questo. E gli organizzatori hanno applicato per la prima volta le misure previste in caso di caldo estremo. Si è iniziato a giocare “normalmente” alle 11 (l’una di notte a Milano), dopo di che è stato misurato l’indice di stress da calore tramite un dispositivo, chiamato Wet Bulb Globe Temperature, che tiene conto di temperatura, radiazioni, vento e umidita’. Avendo il WBGT superato la soglia d’allarme, si è deciso di applicare le misure anti-calura, che in pratica prevedono la chiusura del tetto della Rod Laver Arena e della Vodafone Arena (gli unici due campi coperti del Melbourne Park), e, conseguentemente, di giocare il resto dei match indoor su questi due campi, e di posticipare l’inizio delle altre partite sui campi outdoor. Un piccolo dettaglio: i match già iniziati all’aperto, proseguono all’aperto, è solo incrementato il tempo di sosta al cambio campo e alla fine di ogni set. E’ andata esattamente in questo modo: le misure anti-afa sono state applicate al termine del primo match della giornata, quello stravinto da Ana Ivanovic contro Vania King sulla Vodafone Arena. Pertanto, a partire dall’incontro tra Guccione e Rochus, sulla Vodafone Arena si è giocato indoor. Parallelamente lo psyco-thriller di Maria Sharapova e’ proseguito sino al termine all’aperto, la Rod Laver Arena è stata chiusa solo alla vigilia del match successivo, quello tra Rafa e Kendrick. L’inizio delle altre partite sui campi out-door è stato posticipato alle 18 (le 8 del mattino a Milano).
Alla luce di quanto è accaduto, mi sono posto una domanda bizzarra: se Maria Sharapova avesse clamorosamente perso contro Camille Pin - e ci e' andata molto ma molto vicina - gli avvocati della IMG avrebbero fatto causa all’Organizzazione del Torneo? In fin dei conti, il match di Ana Ivanovic è durato 56 minuti, nel corso dei quali gli Organizzatori hanno deciso di applicare le misure anti-canicola. Ma di quanto è variato il WBGT in meno di un’ora? Forse si poteva di decidere dal principio di giocare al coperto, ma i Furbetti – pardon, gli Organizzatori – hanno deciso diversamente, forse per non scontentare il pubblico presente nei campi secondari e per non trovarsi con troppi match sul groppone, poiche' – ricordiamolo – la "Extreme Heat Policy" avrebbe permesso di giocare solo sulla Rod Laver e sulla Vodafone Arena.
P.S. Il bollettino del “Bureau of Metereology” (emesso oggi alle 8:25 italiane) prevede per domani una massima di 37° C, con possibili precitazioni sull’area di Melbourne. Sostanzialmente, un’altra giornata afosa.

AO 2007, il primo turno degli italiani.

Un flash sugli italiani impegnati in questo primo Slam della stagione. 2 sole vittorie su 9 match disputati finora, il bilancio è piuttosto deludente. Approdano al secondo turno solo Camerin e Schiavone, speriamo che almeno Pennetta e Garbin possano fare altrettanto. Se dovessi fare il nome di chi ha deluso di più, direi la Vinci. Non ho visto il suo match, ma conosco abbastanza la Rodionova da dire che Robertina è incappata nella classica giornata storta. Bracciali e Santangelo potevano fare meglio: Daniele ha il gioco per battere Monfils, è mancata solo la concentrazione e forse un po’ la voglia di lottare nei punti importanti; la Mara, di fatto, non è scesa in campo contro Serena Williams. Son curioso di vedere come andra’ il torneo di quest’ultima, ma affrontero’ il tema in un’altra sede. Gli altri hanno giocato secondo le loro possibilita’ e l’esito del match, in questi casi, e’ dipeso dal valore dei rispettivi avversari. Volandri non puo’ battere Gasquet, la Camerin è più forte della Flipkens, Poto Starace ha qualche chance contro Chela solo sulla terra, ingiocabile Lucie Safarova per la Brianti, Sandra Kloesel non puo’ impensierire la Schiavone, non c’e’ match tra la Peer e Romina Oprandi. Quanto ai prossimi incontri, quello della Pennetta e’ senz’altro il più duro – considerando anche le condizioni fisiche della brindisina, poche chance per Di Mauro contro Del Potro, la Garbin dovrebbe farcela senza grossa fatica.
Nel secondo turno sarà fondamentale il match di Francesca Schiavone contro Lucie Safarova, meno semplice di quanto possa sembrare. Nel complesso credo che il tabellone sia stato clemente con Francesca, che ha la possibilita’ di difendere i punti ottenuti nella precedente edizione dell'Aussie Open, in cui – ricordiamolo – è stata superata, di misura, al quarto turno da Kim Clijsters. Ma era un'altra Francesca. Vedremo.

Monday, January 15, 2007

AO, sintesi della prima giornata (Singolare Maschile)

Partenza col botto per gli statunitensi impegnati nella parte alta del tabellone maschile. Sei vittorie ed una sola sconfitta: non male per un Paese che da tempo viene considerato tennisticamente allo sbando. Vi dirò di più: la prestazione più opaca è quella offerta da Andy Roddick. Lo yankie di Omaha si imbatte nel 21enne di Le Mans Jo-Wilfried Tsonga (n. 212 al mondo), che serve bene e prende subito in mano il controllo dello scambio. A-Rod, sotto di un set (chiuso con un epico tie-break da 38 punti giocati) e di un break, pensa bene di metterla sulla rissa, provocando e apostrofando ripetutamente il suo avversario, e la cosa funziona alla grande, perchè alla lunga Tsonga smarrisce la lucidità e commette tanti errori, concedendo quattro break e, soprattutto, perdendo nettamente il decisivo tie-break del secondo set. Conclusione: A-Rod si impone 6-7 7-6 6-3 6-3, scacciando i fantasmi di un’eliminazione shock. Quanto al resto del contingente americano, nel contesto di una buona prestazione collettiva, oltre alla prova di Fish, meritano un cenno le prestazioni di Sam Querrey (che ha preparato questo Slam allenandosi in Texas insieme a A-Rod) e al qualificato Zach Fleishman, che estromettono dal Torneo rispettivamente le due teste di serie argentine Jose Acasuso e Agustin Calleri. Chi invece non riesce ad evitare la sconfitta shock è Ivan Ljubicic, sconfitto 6-4 6-7 4-6 4-6 da un Mardy Fish in palla. La disfatta di Ljubo è abbastanza strana e merita una breve analisi: Ivan parte bene e gioca un gran primo set, al termine del quale chiama un “injury time out” e, da quel momento, l’inerzia della gara cambia completamente, c’e’ un solo giocatore in campo – che è Fish – Ljubicic gioca come un ragioniere alla domenica e viene puntualmente castigato. A Fish va comunque dato il merito di essere aggressivo per gran parte del match – un atteggiamento che induce spesso all’errore il suo avversario - e di esser meno falloso del solito sul diritto. Una curiosità su Ivan Ljubicic: l’attuale n. 4 al mondo, nei 30 tornei dello Slam disputati, è andato solo 2 volte oltre il terzo turno (entrambe nel 2006, QF a Melbourne e Semi a Parigi). Infine, due parole sull’esordio di Roger Federer: partenza col freno a mano tirato per lo svizzero, che subisce 3 break nel primo set e va sotto 3 a 5; da quel momento Re Leone non sbaglia più nulla, mette a segno un parziale di 11 giochi a zero, regalando al pubblico momenti di tennis stellare. La pratica viene archiviata con un 7-5 6-0 6-4 e va detto che Bjorn Phau non ha affatto giocato male, e soprattutto in difesa ha remato alla grande, correndo come una lepre per tirar su dei lob difensivi da posizioni impossibili. Consentitemi una lettura parallela: Federer inizia il match che è ancora addormentato, ad un certo punto si sveglia e gioca da campione, Roddick viene messo alle corde da Tsonga e reagisce da “hooligan”. Non me ne vogliano i numerosi fan di Andy, ma credo che le reazioni differenti spieghino bene il gap esistente tra i due. Bracciali e Volandri. Chi? Daniele Bracciali e Filippo Volandri! Come ha detto? Non sento, mi scusi ma la linea deve esser molto disturbata, la richiamo io più tardi. OK? :-)

Friday, January 12, 2007

AO preview: seconda parte del Rating

La seconda parte del rating dei protagonisti dell’Aussie Open viene effettuata dopo la pubblicazione dei tabelloni, pertanto ne e’ inevitabilmente influenzata.
Singolare maschile: sono stato criticato per non aver assegnato l’A-2 a Roddick e Blake. Forse me ne pentiro’ e faro’ mea culpa tra qualche giorno, ma includerei i due americani nel gruppone con rating A-3, insieme a Berdych, Ancic, Nadal, Davydenko (se recupera in tempo), Robredo, Gonzalez e Soderling. Fate molta attenzione a quest’ultimo che, malgrado abbia un gioco da tappeto indoor, sta molto bene e potra’ farsi strada nel suo quarto. Senza rating è X-Man, ininquadrabile: può uscire al primo turno se sbaglia molto e Clement gli rimanda indietro tutto, al tempo stesso può veleggiare almeno fino ai Quarti. Non classificabile. Il rating B viene assegnato prevalentemente alle mine vaganti del Torneo: Tursunov, Wawrinka, Guccione, Kunitsyn, Youzhny (che però ha Roger al terzo turno). Il resto dei giocatori è in classe C, Nalbandian e Hewitt compresi.
Singolare femminile: con qualche rischio inserirei in A-2 Li Na, che fa compagnia alle russe Dementieva, Kuznetsova, Petrova, Chakvetadze e Safina, e alla Hingis. Un gradino sotto – A-3 – collocherei Peer, Golovin, Ivanovic, Mirza e Schnyder. Senza rating Serena Williams, ingiudicabile, e le italiane, per scaramanzia. La B va a Medina Garrigues, Safarova, Krajicek, Kanepi, Rezai, Bondarenko e Dushevina. Tutto il resto è C.
Buon week-end, mi leggerete di nuovo lunedì. Keep in touch!

AO Qualificazioni: Non ci resta che...Luzzi.

L’invio dei caschi blu non e’ servito a proteggere dalla capitolazione gli italiani impegnati nelle qualificazioni. Forse – perdonatemi la freddura – servivano “regole d’ingaggio” più severe, simili a quelle vigenti in Libano, con tanto di autorizzazione a versare una miscela di Guttalax e Toblerone disciolto nel caffe’ e latte dei nostri avversari. Alla fine della seconda giornata raccogliamo i cocci di questa missione in Australia, con il solo Federico Luzzi ancora in corsa per un posto in tabellone (l’aretino giocherà stanotte il match decisivo contro Alan Mackin, il giustiziere di Sanguinetti, che nel frattempo ha spazzato via anche Bogomolov Jr.). La sconfitta di Simone Bolelli per mano di Daniel Koellerer è una ferita aperta, che sanguina: 27 errori non forzati del bolognese contro i 4 del suo avversario. L’unica spiegazione è che Simone, a corto di energie dopo la maratona del primo match contro Jones, abbia provato ad accorciare lo scambio e a provare frettolosamente il vincente, senza costruirsi il punto. Vado a memoria, ma non ricordo un’edizione dello Slam in cui alla fine della seconda giornata di Quali tutti i tennisti italiani – meno uno – erano fuori gioco. Alzi la mano chi se la sente di commentare il sorteggio di Bracciali, Schiavone e Co. nel tabellone principale.

Meteo Melbourne: attesa calura bestiale fino a mercoledì.

Una piccola divagazione sulle previsioni Meteo. Si perchè il Grande Avversario a Melbourne potrebbe essere il Caldo. Una calura bestiale annunciata dal più recente bollettino dell’Australian Government Bureau of Meteorology (diffuso oggi alle 6.30 del mattino in Italia): tregua con brezza moderata fino a domenica, da lunedì e’ attesa la Calura. Quella che fa raggrinzire la pelle, col sole che picchia in testa come un martello. Non so se vi è mai capitato, ma se provate , in una giornata torrida, a bere un caffè all’aperto a Melbourne – diciamo alle 11 del mattino – la tazzina non fuma, il caffe’ non si raffredda. Sic! L'apogeo del caldo è previsto nella giornata di mercoledi 17 gennaio, con 39° di temperatura massima, nonostante due fuggevoli acquazzoni. Ricordiamo che in caso di caldo eccessivo i match saranno sospesi, vige infatti la “heat rule”, ma la canicola sarà un fattore. Ne soffriranno i russi, i nord-europei in generale e quanti hanno raggiunto l’Australia da poco, senza acclimatarsi più di tanto.

La “mala suerte” di Marat.

Ha vinto questo torneo nel 2005. Da allora si è spenta la luce, Marat Safin non ha più vinto un torneo ed ha “vagolato nella notte assoluta dei grandi abissi” del circuito, a causa dei problemi al ginocchio e di una motivazione non sempre altissima. Nel 2006 è tornato, nella parte finale della stagione ci ha fatto vedere buone cose, è sembrato anche molto più maturo a livello mentale. Lunedì tornerà a giocare il “suo” torneo, tabellone permettendo. Si perchè il sorteggio è stato “infame” nei suoi confronti: i primi due turni non sono una passeggiata, poi verosimilmente troverà A-Rod al terzo, Ancic al quarto round, Ivan Ljubicic nei QF e Roger Federer in SF. Per vincere uno Slam bisogna battere tutti gli avversari. Giustissimo, ma forse era meglio trovarsi nella parte bassa del tabellone.

AO Main Draw, Djokovic e Murray

Ho preferito fare il rating prima della pubblicazione dei tabelloni, per non essere influenzato più di tanto dal sorteggio. Un sorteggio “bastardo” nei confronti Novak Djokovic – ben che vada trova Federer al quarto turno – e abbastanza clemente nei confronti di Andy Murray. Secondo me Brad Gilbert – che è non è uno stupido – ha capito che questa può essere la Grande Occasione per il Moccioso. Ora o mai più: primi turni senza incasinarsi, battere Nadal al quarto turno – sempre che Rafa ci arrivi – per poi giocare il quarto di finale contro un’incognita assoluta (Blake?Gonzo?Il fantasma di Lleyton Hewitt?). A grandi linee è questo il percorso dello scozzese. Il destino è nelle sue mani, letteralmente parlando.

Thursday, January 11, 2007

AO preview: rating dei favoriti.

E' giunto il momento del pronostico, basato sul rating dei protagonisti dell'Aussie Open 2007.
In questo post, mi occupero' delle prime due classi di rating, A-1 e A-2. Trovate qui le definizioni. In campo maschile, il giocatore da battere continua ad essere Roger Federer, l’unico cui assegnerei un rating A-1. Anche se quest’anno Roger potrebbe avere una partenza lenta, si è concesso più giorni di vacanza, è ancora in fase di rodaggio. Sarà molto interessante vedere quali sono i suoi avversari nei primi due turni. Nell’assegnare il rating di A-2 voglio osare: includo gli hot-players Djokovic e Murray, do fiducia a Ljubo, e chiudo la lista con Marat Safin e Tommy Haas. Sulle condizioni fisiche degli ultimi due non metterei la mano sul fuoco, ma conoscono il cemento australiano troppo bene e, soprattutto, giocano un gran tennis. Avrei inserito nella lista degli A-2 anche Kolya Davydenko, ma ha una caviglia in disordine a quanto pare. Nel Torneo femminile la scelta è più semplice. Il rating di A-1 va a Maria, Kimmie e – con un atto di generosità – Amelie. In realtà la francese è ancora imballata e poco brillante, ma se esce indenne dai primi tre turni nella seconda settimana sarà un’altra giocatrice. Con il rating di A-2, solo due nomi: Jelena Jankovic e Nicole Vaidisova. Entrambe sono in grande forma, giocano un tennis che adoro, attaccano e contrattaccano con grande intensità, non solo pallate come sostengono gli analisti più superficiali. Se riescono a superare qualche incertezza nei momenti topici, l'AO 2007 può essere il loro Slam. A domani per il Gruppone di giocatori con rating A-3, B e C.

11 gennaio 2007: due leonesse al Melbourne Park.

Prendendo spunto da uno dei match più interessanti del primo turno delle quali in corso al Melbourne Park, parliamo di presente e futuro del tennis a livello mondiale. Nel medesimo tempo usciamo dalle cime tempestose del microcosmo italiota, perchè lo Show – ricordiamolo – è Globale per definizione. E sul campo 10 del MP Nastya Pavlyuchenkova e Margalita Chakhnashvili hanno offerto ai pochi presenti spettacolo allo stato puro, dandosele di santa ragione. Alla fine ha prevalso di misura (7-5 6-4) la Pavlyuchenkova, appena 15enne e gia’ numero 1 Under 18 da un po’, nel 2006 vincitrice degli Australian Open e dello Us Open , runner-up al Roland Garros. Nastya da Samara - la città di Togliatti, un centro industriale situato sul Volga dove si fabbricano autoveicoli ed i piccoli nascono con la racchetta nella culla – è forza esplosiva personificata, stazza, peso, punch, equilibrio, un mix tra Serena Williams e Nadia Petrova, per intenderci. La Chakhnashvili è una taglia small dotata di una buona tecnica, con destrezza e con movimenti elastici fuori del comune, che recentemente si è messa in luce nel 50 mila $ di Basiglio arrendendosi solo in finale a Robertina Vinci, dopo aver preso a pallate tutte le altre, Karin Knapp compresa. 2 giocatrici molto diverse, che hanno in comune una qualità straordinaria: la capacità di combinazione motoria, quel tipo di coordinazione che permette di variare i colpi, di combinarli, di costruire il punto con naturale fluidità. Non so’ se ho reso l’idea.

Emergenza Italia a Melbourne.

Verrebbe da titolare: stop alla mattanza di giocatori italiani, inviati duecento caschi blu a Melbourne. Non che le prime linee avessero particolarmente brillato in questa prima decade del 2007, ma francamente dai più giovani ci si aspettava qualcosa in più. Deludono soprattutto le tre ragazze impegnate nelle quali: fatta eccezione per la Vierin, che aveva sulla carta l’avversaria più ostica ed è comunque è l’unica delle altre ad aver vinto un set, archiviamo il primo flop stagionale. Karin Knapp non è in perfette condizioni fisiche, altrimenti non avrebbe mai potuto perdere dalla Brandi. Non conosco le condizioni della Errani, ma conosco molto bene quelle di Ayumi Morita, che fino a dicembre erano pessime. Tirate voi le conclusioni.
Sul fronte maschile, sconfitta shock per Dado Sanguinetti, condita dai k.o. subiti da Vagnozzi e Fognini. Questi ultimi hanno perso da avversari di livello lievemente superiore (in particolare Vagnozzi), mentre Dado si è inchinato al cospetto del n. 270 al mondo, l’inglese Mackin. Il ranking a volte inganna, certo, Mackin ha buone qualità (a Wimbledon ha portato Marcos Baghdatis al quinto set), ma non venite a dirmi che è un cliente difficile per Dado, anche se lo spezzino è al 50%. Consoliamoci con le vittorie di Flavio Cipolla, Leonardo Azzaro e soprattutto con la grande prova di carattere di Simone Bolelli, che viene a capo di una situazione difficile contro l’australiano Greg Jones. In bocca al lupo a Simone e a coach Pistolesi, poiché si intravede una sfida letteralmente da incubo contro Daniel Koellerer. La speranza è che Simone abbia energie fisiche e mentali a sufficienza per non cadere nella trappola dell’austriaco. Dimenticavo: Luzzi vince facile il derby contro Stoppini e a questo punto...per scaramanzia non andrei oltre. Sparare sul tennis italiano è diventato lo sport preferito da troppi neo-censori, che non hanno la minima idea di quanto sia duro il circuito. Tuttavia forse oggi è meglio non andare alla ricerca di tante giustificazioni. Sono convinto che ciascuno potrà trarre buoni insegnamenti dalla sconfitta subita, al fine di non ripetere in futuro gli stessi errori. Resta ferma la convizione che i vari Caperchi, Sartori, Pistolesi, Barbara Rossi e co. possano fornire un contributo prezioso alla crescita dei tennisti italiani. Parafrasando la battuta di Rino Tommasi, l'Italia non avrà Gasquet ma ha dei coach molto preparati e buoni giocatori su cui puntare. I risultati non tarderanno.

Wednesday, January 10, 2007

AO 2007: a proposito di qualificazioni.

Non è enfasi retorica: le Qualificazioni ai Tornei dello Slam sono un Torneo dentro il Torneo. Volendo paragonare il tabellone principale ad una matrioska, la bambolina delle qualificazioni la collocherei in corrispondenza dei polmoni della bambola più grande, perchè per vincere tre match in tre giorni è necessaria, oltre alla tecnica, una condizione fisica ottimale. L’Aussie Open non fa’ eccezione: sarà una maratona durissima, solo i più tosti arriveranno fino in fondo. Proviamo a capire chi saranno i protagonisti della competizione che – ricordiamo – parte stanotte.
Passiamo in rassegna il contingente italiano: fa' un certo effetto vedere Davide Sanguinetti giocare le quali – di cui è testa di serie n.1, ma tant’è, e lo spezzino trova subito al primo turno l’abbordabile britannico Alan Mackin, al secondo turno potrebbe incontrare lo statunitense Alex Bogolomov Jr e – attenzione – nell’ultimo match del suo “ottavo” di tabellone potrebbe prendere il vincente tra Federico Luzzi e Andrea Stoppini. Un’autentica sfiga per questi ultimi, al quarto confronto diretto in carriera (2 a 1 i precedenti a favore del trentino, ma il match più recente risale al 2005). Se dovessi decidere d’istinto prenderei Federico, il cui tennis ho sempre apprezzato, non lo vedo giocare da un po’, mi dicono che nel 2006 è ripartito per l’ennesima volta da zero. Mi sono chiesto più volte come sarebbe andata la carriera di Luzzi senza infortuni e problemi vari.
Poca fortuna nel sorteggio anche per Simone Vagnozzi: l’allievo di Massimo Sartori sarà impegnato da subito contro Gremelmayr e se va fino in fondo è probabile che sarà atteso da Gabashvili. Flavio Cipolla se la vedrà contro lo slovacco Pavol Cervenak, mentre Fognini avrà di fronte Michael Berrer. Simone Bolelli, che è testa di serie n.15, esordirà contro l’australiano Greg Jones e al, secondo turno, potrebbe affrontare il “caso umano” Koellerer che, sotto il profilo psicologico, non è mai bello affrontare. Tra le ragazze, Natalie Vierin è in un ottavo non facile: esordirà contro Sandra Zahlavova, se vince trova la vincente tra Kutuzova vs Uberoi e nel match decisivo potrebbe avere a che fare contro la vincente tra Kristina Barrois e Paola Suarez. Meno impegnativo sembra essere il cammino di Karin Knapp, che, se ha recuperato bene dal recente infortunio alla coscia, stanotte dovrebbe avere pochi problemi contro Kristina Brandi, per poi verosimilmente andarsi a giocare un posto nel tabellone principale contro Kira Nagy. Infine, buone chance per Sara Errani, che ha pescato la junior in crisi d’intentità Ayumi Morita.

Australian Open Vademecum

Ho provato ad immedesimarmi in coloro che seguiranno l’AO dall’Italia grazie alla copertura di Eurosport.
Per prima cosa bisogna contrattare con il rispettivo partner sentimentale il numero massimo di ore giornaliere da dedicare all’Evento. Trattativa non facile, non illudetevi. Poi, bisogna iniziare a far mente locale con il fuso orario di Melbourne: +10 ore rispetto all’Italia. Un fuso austero, che non concede nulla al riposo notturno e, di fatto, azzera quel minimo di produttività sul lavoro. Le settimana precedente l’inizio del Torneo, l’appassionato di solito inizia a porsi una serie di domande assolutamente legittime: sono iniziate le qualificazioni? Gli organizzatori hanno comunicato le teste di serie? Quando escono i tabelloni? Reperire queste informazioni non è difficile – basta navigare il sito ufficiale del Torneo – ma è piuttosto antipatico e abbastanza laborioso, poiché nei siti ufficiali di solito manca una tabella sinottica riassuntiva delle informazioni principali, una sorta di fact sheet per lo spettatore.
Provero’ a rimediare:
Giovedi 11 partono le qualificazioni per i tornei di singolare maschile e femminile. Si gioca su 22 campi, i primi match sono fissati alle 10 del mattino (mezzanotte in Italia). Si va avanti con le quali fino a sabato 13, entreranno nel main draw i 16 atleti (è proprio il caso di dirlo) in grado di vincere tre match in tre giorni. E’ durissima la vita del qualifier!!! I tabelloni delle quali sono già usciti, è stato reso noto il programma della prima giornata.
Venerdi 12 si terrà la cerimonia per il sorteggio dei tabelloni principali di singolare. Pertanto, venerdì mattina al nostro risveglio potremmo fare colazione con l’occhio puntato sulla stampa dei main draw.
Lunedi 15 è la data ufficiale di inizio dei Tornei di singolare maschile e femminile.
Mercoledi 17 saranno resi noti i tabelloni di doppio maschile e femminile, mentre per la pubblicazione dei tabelloni relativi ai tornei junior c’e’ da attendere un po’: domenica 21 per i singolari, lunedi 22 per i tornei di doppio.

Tuesday, January 09, 2007

On The Road To Melbourne Park.

A meno di una settimana dagli Australian Open, proviamo a fare il punto della situazione alla luce quanto visto in questo primo scorcio di stagione, pieno zeppo di spunti interessanti. In campo maschile Malisse – alias X-Man - ha avuto un avvio strepitoso, vincendo a Chennai il suo secondo titolo in carriera, dopo aver fatto fuori Nadal in semifinale. Ivan Ljubicic a Doha ha ereditato la corona di Roger Federer, imponendosi in un torneo in cui ha dovuto gestire più d’una situazione problematica, dimostrando esperienza, maturità e sangue freddo. L’up-and-coming star Nole Djokovic ha colpito a freddo nella torrida Adelaide, partendo subito forte in quella che sembra essere la stagione più importante della carriera del serbo. In campo femminile, esordio eccellente per Dinara Safina e Jelena Jankovic, che hanno dichiarato ufficialmente guerra al ristretto club delle Top 10. Inoltre, Kim Clijsters si è presa una rivincita su Maria Sharapova nella finale del torneo di esibizione di Hong Kong e la Russia rappresentata da Nadia Petrova e Dmitry Tursunov ha vinto per la prima volta la Hopman Cup. Tra gli Under 18, Fernando Romboli e Anastasia Pivovarova si sono aggiudicati la 43esima edizione della Copa del Café. Tutto questo è successo in una settimana di tennis giocato. Niente male ome aperitivo del primo Slam stagionale.
Nella settimana in corso, non ci limiteremo solo a dare uno sguardo ai Tornei di Sidney, Auckland e Hobart, proveremo anche a fare un’analisi dello stato di forma di quelli che saranno i protagonisti dell’Australian Open 2007, assegnando a ciascuno dei partecipanti un rating basato sulle informazioni in nostro possesso e sulle preferenze personali. Vi illustro brevemente le categorie nelle quali saranno suddivisi i giocatori:
A-1: players dai quali ci si attende una performance d’eccellenza. In pratica, i nostri favoriti.
A-2: giocatori dotati di talento, le cui condizioni di forma sono decisamente buone. Gli A-2 hanno tutte le carte in regola per dar fastidio ai favoriti.
A-3: tecnicamente affidabili, combattenti solidi e molto consistenti. Gente che lotta, “cagnacci” difficili da mettere al tappeto, per chiunque.
B: I c.d. improving players. In genere si tratta di atleti giovanissimi: hanno mostrato di aver talento ma sono ancora lontani dall’aver espresso interamente il loro potenziale tecnico e/o di rendimento.
C: giocatori con buoni colpi e dotati di skills, ma con qualche limite nel complesso, in particolare sul piano tattico e/o della solidità mentale.

Friday, January 05, 2007

X-Man: conflitto finale.

Premetto di non aver seguito il Torneo di Chennai, ma sollecitato da un paio di amici non perdo l’occasione per parlare del mio pupillo. Anzi forse ci sarebbe da parlare dei miei pupilli, perchè anche Jeca Jankovic è partita molto forte, ma limitiamoci a due righe su X-Man, al secolo Xavier Malisse . Il talento cui di tanto in tanto la mente va alla deriva ha raggiunto la Semi a Chennai. Chi ha visto il match contro Santoro, mi ha riferito che è stato il massimo dell’intrattenimento. Si perchè anche Fabrice è una roba incredibile, tra l’altro quest’anno inaugura la ventesima stagione da professionista (nel 1988 giocò i Quarti a Cherbourg, vado a memoria). Ohhh X-Man, tu non sei Santa-Claus e domani è il Giorno dell’Epifania, ma io voglio chiederti ugualmente di farti e di farmi un regalo: batti Nadal, ti scongiuro. Devi farlo e hai gli strumenti per farlo. Stasera fatti fare un bel massaggio e sparati una sana dormita, perchè domani Ti voglio fresco e concentrato. Se vedi che Rafa ti rimanda indietro ogni cosa, non precipitarti, prenditi tempo tra un punto e l’altro e soprattutto tra la prima e la seconda. Varia molto, attaccalo senza mai dargli la stessa palla. Te lo chiedo perchè so’ che puoi farlo. Caricati mentalmente, senza sclerare. Se può aiutarti, prova ad immedesimarti nei panni del Mutante buono, il Dottor Xavier o Wolverine per esempio, e pensa a Rafa come al pericoloso Magneto, che nel conflitto finale dispone di una preziosa arma: la consistenza. Una qualità che di solito ti manda fuori di testa. Pretendo tanto, lo so. E il fumetto che ho citato non ti piace. Forse preferivi Sin City. :-)

Bloggin’, Justine Henin e rispetto.

Tutti sapete che Justine Henin non parteciperà agli Open d’Australia. Ha scelto di non difendere la finale del 2006, per “motivi personali e familiari” e soprattutto ha chiesto rispetto sulla sua vita privata. E Pemulis, come tanti altri blogger dell’era post-moderna, le concede il massimo rispetto. Potrebbe segnalarvi numerosi link ai quotidiani – valloni e non – nei quali si specula bellamente sulle sventure personali per fare un “pugno” di click in più. Ma non lo farà. Perchè il bloggin’ – almeno questo bloggin’ – è sganciato da bieche logiche commerciali ed ha una sua etica “professionale”. Badate bene, chi scrive non è moralista, nè mormone, non ha antenati quaccheri, e non disdegna di tanto in tanto il post gossipparo e modaiolo; ma c’e’ tutto ha un limite, oltre il quale lo sguardo sardonico è bene che non vada. Vietato guardare dal buco della serratura quando l’oggetto delle attenzioni ha chiesto di non essere guardato. Altrimenti faremmo un altro mestiere. Viva il tennis. Abbasso la spazzatura.

La Russia mette le mani sulla Hopman Cup

Tursunov batte Robredo 6-4 7-5, disputando un gran match, e la Russia si porta a casa il diamante, iscrivendo per la prima volta il suo nome nell'albo d'oro della HC. Nadia Petrova e Dimitri Tursunov portano a termine la missione fallita per ben due volte da Marat Safin e Nastya Miskina nelle edizioni passate. La partenza è stata lenta, pigra e imballata, ma poi sia Nadia che Dima sono cresciuti match dopo match, raggiungendo lo zenith di rendimento nella finale odierna. Non sminuirei l'impresa di Tursunov, perchè battere Robredo non è mai facile. E' uno che ti rimanda tutto indietro, sei costretto a spingere molto, a giocare con poco margine di errore. E se gli concedi una chance è sempre pronto a rientrare in partita. Per battere Robredo devi alzare il ritmo, giocare sulle linee e mantenere costante la concentrazione. Ed è proprio ciò che ha fatto questo burlone moscovita, californiano di adozione, che piace tanto (?) alle teen-ager che seguono lo Show.
Volendo chiosare la finale, affermiamo che power tennis russo ha sopraffatto la regolarità iberica, perchè anche il drittone e il servizio di Nadia Petrova hanno travolto la Medina Garrigues, che ricorderà a lungo le pallate del primo set. E che dire del doppio misto: quattro grandi professionisti che giocano una partita di esibizione, a risultato acquisito. Just for fun. Si divertono loro, si diverte la gente sugli spagli del Burswood Dome, si diverte la gente a casa. Perchè questa edizione della HC non ha conosciuto momenti di noia. Upset, momenti drammatici, punti da antologia, vittorie in rimonta, tie-break mozzafiato: sono stati gli ingredienti della ricetta australiana per il primo piatto di tennis dell’anno.
Concludo con una nota sulla cabala: la speranza è che la vittoria della HC sia un buon viatico per il team russo. Perchè Nadia ha bisogno anche di un po’ di fortuna, e soprattutto Dima sta già facendo gli scongiuri, vista la sfiga che questo trofeo ha portato di recente a gente come Blake e Dent. Ma siamo convinti che “l’ambasciatore dell’armata russa negli Stati Uniti” sia impermeabile alla “mala suerte” e che, a 24 anni compiuti, nel 2007 possa insediarsi stabilmente tra i Top 20. Obiettivo realistico, no?

Copa del Café: Comporto in Semifinale.

Solo per segnalare la grande performance del siciliano Antonio Comporto, che ha raggiunto le semifinali nella Copa del Cafè, Torneo di Grado 1 del Circuito IFT in corso a San Jose, Costa Rica. Oggi se la vedrà con n.1 del seeding, il brasiliano Fernando Romboli. Toni Comporto, grande fighter sul rettangolo, alla sua ultima stagione da junior, sta provando a salire di livello. L’ho visto lo scorso anno al Bonfiglio giocare un primo set alla pari contro Luka Belic, allora Top 10 del ranking. A San Jose, finora, la striscia vincente di Toni annovera tra le “vittime” ’l’equadoreno Escobar (vittoria in rimonta, dopo aver perso il primo set 6-2), il russo Nikita Zotov (vittoria netta 6-1 6-2), il promettente statunitense Drew Daniel (estenuante rimonta 6-7 7-5 6-1).

Finale di Hopman Cup: Petrova vince il primo match.

Si è da poco concluso il primo match della sfida finale. Nel Burswood Dome di Perth, la Petrova ha sbrigato la pratica con un 6-0 6-4 impartito alla spagnola Medina Garrigues. La russa e' un'altra giocatrice rispetto a quella scialba, imballata e fallosa, scesa in campo nel match d'esordio contro Alicia Molik. In questo momento Tursunov e Robredo hanno appena aperto le ostilità. A seguire, i commenti sulla giornata.

Thursday, January 04, 2007

Hopman Cup: la Spagna raggiunge la Russia in finale.

Il bastimento indiano affonda a poche miglia dal molo di destinazione e il sogno – che nel corso della competizione si tramuta in speranza – si sgretola come un palazzo nei film di John Woo. In senso sportivo, più che di un omicidio, si è trattato di un suicidio, perchè il kalashnikov di Sania Mirza si è inceppato proprio sul più bello, nel match decisivo contro la spagnola Anabel Medina Garrigues. 61 errori non forzati sono francamente troppi per vincere un match, ma l’indiana non è capace – o non ha la minima intenzione – di praticare un tennis diverso dal “tutto o niente”. Se nel primo set le riesce di ribaltare lo svantaggio iniziale, portandosi dall’1-3 al 6-3 – complice anche un’avversaria troppo nervosa e contratta – è nel secondo set che Sania mostra tutti i suoi limiti - per non dire follia - nella selezione dei colpi. Alla spagnola basta mettere una palla “lavorata” in campo, senza spingere, e la Mirza fa tutto da sola, girando il carosello degli errori gratuiti. In men che non si dica è 6-1 per Anabel. Nel terzo set la tensione sale ulteriormente, ma in ogni caso quest’ultima riesce a capitalizzare una delle tre palle break a disposizione. Ed è il punto che manda virtualmente in finale la Spagna, perchè – si sa' – Bopanna non può competere contro Robredo. Il doppio misto è esibizione allo stato puro – e che esibizione! – perchè nel frattempo Berdych si è fatto uccellare da Mario Ancic. Due immagini che non cancellerò mai dalla mente: Anabel che si cimenta in un passo di danza nel corso del match di doppio misto; Anabel e Sania che si lasciano cadere all’unisono, stremate, dopo uno scambio durissimo di oltre venti colpi.

Hopman Cup 2007: Scarabocchi.

Carriera = Calvario? Per Mark Philippoussis purtroppo è così. Il comeback tanto proclamato non c’e’ stato, la potente “macchina da guerra” è andata fuori strada al secondo giro, nel quarto game del match iniziato martedì scorso contro il francese Jerome Haehnel. La risonanza magnetica ha confermato la peggiore delle previsioni: rottura della cartilagine laterale del menisco al ginocchio destro, il ginocchio ancora sano. In queste ore l’australiano si sottoponendo ad un delicato intervento chirurgico di ricostruzione della cartilagine lacerata. Che altro aggiungere?
Gli amici indiani insistono nel sostenere che “Sania Mirza is on fire”, ma, tant'è, per loro sostenere la Mirza è un atto di fede. Vi confesso che nel corso della competizione, l’asiatica è la tennista sulla quale ho preso più appunti. Vi risparmio i tecnicismi e vengo subito al punto: è una colpitrice straordinaria, dotata di una forza esplosiva da brividi, ma sarà una giocatrice completa, quando sarà capace di seguire un piano di gioco mirante a valorizzare suoi punti di forza. Comunque i progressi sono innegabili, anche sul piano del fitness.
Una cosa divertente che vorrei fare più spesso: assistere ad un match di doppio misto come quello interpretato dai fratelli Ancic e dal duo Mirza-Bopanna. Servizi super-sonici, punti veloci, volée di opposizione giocate quasi alla cieca, un estremo equilibrio spezzato da un paio di punti, la sensazione è quella di assistere ad una partita a scacchi giocata a 32x. E’ paradossale, ma vedere Mario Ancic servire a 240 km/h sembra quasi normale. Chi mi ha stupito è Rohan Bopanna, lo avevo visto l’anno scorso a Chennai senza restare sbalordito. E invece, per qualche istante, nel secondo set, ho avuto la sensazione che in campo vi fosse Leander Paes con un servizio più pesante.
L’injury time-out di Nadia Petrova: non si è trattato del remake del film già visto in occasione della recente finale del torneo di Stoccarda. Pare che la russa abbia un problema ai muscoli addominali e che il suo fisioterapista l’abbia raggiunta con il primo volo dal Sud Africa.

Tax Garbin testa di serie nell'Open di Australia.

Continuano ad arrivare mail cariche di entusiasmo su Tathiana Garbin che, dopo aver superato 7-5 6-2 la russa Elena Vesnina, approda in semi-finale a Gold Coast, dove è attesa niente meno che da Martina Hingis. Mi chiedono se ho seguito i match di Tax nel corso della settimana: la risposta è negativa, putroppo, poichè la Hopman Cup assorbe tempo ed energie. Vi posso solo anticipare la ciliegina sulla torta per la tennista di Mestre: sarà testa di serie agli Australian Open, a prescindere dall’esito della Semi . Con i 65 punti che spettano alla semifinalista del torneo in corso dovrebbe raggiungere la posizione n. 33 del ranking mondiale. Considerando che la Henin e la Davenport – n.1 e n. 25 rispettivamente – non parteciperanno al torneo, Tathiana dovrebbe essere come minimo testa di serie n.31.

Hopman Cup: Russia in finale.

Un solo breve aggiornamento per dire che il team russo Petrova-Tursunov vince nettamente la sfida decisiva contro il duo transalpino Golovin-Haehnel e si qualifica per la finale. La sessione si chiude con un rotondo 3 a 0 e Nadia Petrova in particolare, dopo un avvio di torneo disastroso, sembra essere tornata a giocare un tennis più consono al suo standard. A seguire un post di analisi e di approfondimento dei numerosi temi della HC: l’infortunio di Philippoussis, il “miracle mode” di Sania Mirza, lo straordinario match di doppio misto disputato dai fratelli Ancic e dalla coppia Mirza-Bopanna, le immagini salienti e tante altre curiosità.

Wednesday, January 03, 2007

Il Paradosso del Round-Robin.

Tra un post e l’altro colgo l’occasione per dire la mia sulla formula del Round-Robin, l’innovazione più radicale introdotta nel circuito ATP a partire dal 2007. In cosa consiste l’introduzione del RR nei Tornei lo sapete già, perciò non vi tedierò con definizioni e tipologie del RR. Saprete già anche che il Torneo di Adelaide è stato il primo in assoluto a adottare l’insieme di regole in questione. Vi risparmierò anche la retorica spicciola secondo cui il Tennis è per natura un gioco ad eliminazione diretta, per cui ogni stravolgimento della legge non scritta del “chi perde va a casa” stride con l’essenza del nostro Sport. Mi limiterò a fare una simulazione di applicazione del RR, allo scopo di metterne in luce eventuali limiti e/o inconvenienti.
L’ATP, per evitare quelli che in gergo sono chiamati i “dead matches” (partite sostanzialmente inutili, in cui entrambi i giocatori hanno zero possibilità di avanzare nel Torneo) nei gironi da tre giocatori, ha imposto al terzo giocatore (colui che non disputa la prima partita) di incontrare il perdente del primo match. Ad esempio: il girone A è composto da tre giocatori, che chiameremo 1, 2 e 3. 1 e 2 disputano il primo match, 3 riposa. Nel secondo incontro del girone, 3 affronta il perdente tra 1 e 2, per una ragione molto semplice: se affrontasse il vincente e venisse a sua volta sconfitto, il terzo match sarebbe ininfluente. Pertanto i casi sono due:
- se il giocatore 3 batte il perdente del primo match, che poniamo sia il giocatore 2, la terza e ultima partita diventa una sorta di spareggio tra 1 e 3;
- se il giocatore 2 supera il giocatore 3, in questo caso tutti hanno la possibilità teorica di vincere il girone, purché nel terzo incontro il giocatore 3 si imponga sul giocatore 1.
La funzione del RR è racchiusa tutta in questa seconda ipotesi: chi perde il primo match non torna a casa, ma ha una chance di vincere il girone e di avanzare nel Torneo. Ma vediamo cos’altro può accadere:
il giocatore 1 batte il giocatore 2 in tre set;
il giocatore 2 si riscatta nel secondo match e supera il giocatore 3 in 2 set;
a questo punto il giocatore 3 è spacciato. Quand'anche dovesse vincere il terzo incontro 6-0 6-0, sarebbe comunque penalizzato dal quoziente set rispetto al giocatore 2. Ed è proprio in quest'ultimo caso che il RR mostra tutti i suoi limiti, poiché il giocatore 3 a quel punto avrebbe tre possibilità: a) impegnarsi alla morte per conquistare i 10 punti ranking in più che spettano a chi vince almeno una partita nel RR; b) non impegnarsi più di tanto e, indirettamente, favorire il giocatore 1 a scapito del giocatore 2; c) rinunciare addirittura al match, concedendo, in questo modo, il via libera diretto al giocatore 1. Conclusione: una formula teoricamente concepita per dare una chance a chi perde la prima partita, può nella pratica penalizzare il “primo perdente”, al punto tale da rendere inutile anche una sua eventuale vittoria nel secondo match. Paradossale, no?
Per questi motivi, a parere di chi scrive, il RR non avrà vita lunga.

Hopman Cup: Video intervista alla coppia Fish e Harkleroad.

Abbiamo ironicamente ribattezzato la Hopman Cup come il paradiso, l’oasi, la “riserva australiana” del doppio misto. C’è da dire che finora questa disciplina ha fornito uno spettacolo piuttosto modesto. Le ragioni sono ovvie: il doppio misto è terzo e ultimo match della sessione, in molti casi ininfluente sull’esito della sfida, a rischio di walkover nel caso in cui i giocatori abbiano speso troppe energie nel singolare. Detto questo, i match di doppio misto da “salvare” nell’edizione in corso della Hopman Cup sono due: l’entusiasmante sfida all’ultimo punto – chiusa al Maxi Tie-Break – tra Mirza e Bopanna vs Safarova e Berdych; lo spettacolare match che ha deciso le sorti della sessione 5, disputato da Petrova e Tursunov vs Harkleroad e Fish. E proprio al team americano è dedicata la Video-intervista del giorno : la TV australiana ha chiesto a Mardy e ad Ashley di spiegare al grande pubblico come si gioca il doppio misto, cosa lo caratterizza e via dicendo. E soprattutto Fish, nel suo inglese biascicato, ha detto cose abbastanza interessanti.

Hopman Cup: Rep. Ceca ancora in corsa per la finale.

Tomas Berdych mostra di essere già pronto per il primo Slam della stagione, vincendo – e convincendo – contro Tommy Robredo. Lo spagnolo regge le pallate di Tomas fino al 5 pari nel primo set; da quel momento Berdych aggiusta la mira e infila un parzialone di 8 giochi a 1. In tanti si aspettano molto da TB nel 2007: e’ troppo presto per fare previsioni fondate, possiamo solo ribadire che gioca con pochissimo margine – se l’anticipo sulla palla non è perfetto rischia di commettere una valanga di errori, che è il rischio di quanti giocano piatto e aggressivo.
Se Tomas ha vita relativamente facile, la sua dolce metà Lucie è costretta a stare in campo due ore e mezza per conquistare la vittoria decisiva che tiene a galla il team che rappresenta la Rebubblica Ceca. La Safarova supera, infatti, Anabel Medina Garrigues 4-6 6-4 6-4, al termine di un match intenso e, a tratti, di buona qualità. Soprattutto, Lucie riesce ad elevare il livello di gioco quando è sotto nel punteggio, in particolare nel terzo set, nel quale la sua avversaria sbaglia di qualche centimetro il rovescio che l’avrebbe portata sul 4 a 1 (con doppio break). Da segnalare l’ultimo del game dell’incontro, in cui la ceca breakka a zero Anabel giocando, tra l’altro, una gran volée ed un’ottima risposta vincente di rovescio. Il team spagnolo si aggiudica il doppio misto che chiude la sessione.

Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.