Thursday, April 19, 2007

How She Is Hungry


Sono trascorsi oltre dieci anni dai tempi in cui la ragazzona serba dai lineamenti asiatici cenava con altri cento ragazzi nella sala mensa dell'Accademia di Nick Bollettieri, un refettorio molto ampio con i pannelli di legno alle pareti e i ventilatori appesi sul soffitto per combattere l'odore acre e leggermente acidulo dei cibi preparati per molte persone. Dieci anni, tennisticamente parlando, sono un secolo. E nel XXI secolo, la 22enne serba Jelena Jankovic è passata dal pane povero di glutine, e dal succo di mirtillo, ai menu sofisticati dei ristoranti internazionali. Ma la fame agonistica è sempre la stessa. Jelena non ha mai smesso di addentare l'avversaria di turno, come se fosse il polso di un assalitore malintenzionato. Gli addetti ai lavori lo chiamano "killer instinct". La qualità che le ha permesso di domare le grandi colpitrici del circuito, di sollevare il primo trofeo importante a Charleston, il torneo preferito da Chris Evert e da Steffi Graf, e di entrare tra le prime sette del ranking mondiale.
Con Kim Clijsters ormai avviata sul sentiero del prepensionamento, la Jankovic è la migliore incontrista in attività. E con la belga ha non pochi punti in comune: un rovescio lungo linea da manuale, un tennis molto solido, con colpi compatti, efficaci anche con poca apertura, e un servizio che non punge. Forse Kimmie è più forte mentalmente, ma Jelena è superiore sul piano fisico, dotata di un gioco di gambe straordinario che le permette di avere un timing perfetto nei colpi a rimbalzo. Da buona incontrista, o counter-puncher che dir si voglia, non ha una gran velocità di palla, ma usa la velocità generata dall'avversaria per trasformare situazioni difensive in situazioni offensive. Nella finale del Torneo di Charleston (vinta 6-2 6-2 contro Dinara Safina), ha dimostrato di avere anche una eccellente visione di palla, perchè non è facile giocare con le folate di vento che disegnano traiettorie e curve misteriose. La vittoria nella città "santa" della Carolina del Sud chiude un ciclo impressionante. Dal gennaio 2007 in tre mesi e mezzo la serba ha giocato 10 tornei, vincendone due, per un totale di 36 partite, di cui 28 vittorie e 8 sconfitte, e 1430 ranking points (seconda dietro Serena Williams nella Race del 2007). I numeri sono da playstation, più che da tennis professionistico. Ha disputato il torneo di Doha con una caviglia distorta, che non le ha impedito di giungere in semifinale, somministrando, tra l'altro, un umiliante 6-0 6-1 alla povera Maria Elena Camerin. A Charleston, se si esclude la semifinale giocata contro Venus Williams, ha concesso alle avversarie (Rodionova, Santangelo, Srebotnik, Safina) le briciole di 11 game in 8 set. Sul piano tecnico soltanto Serena Williams, Justine Henin, Kim Clijsters e Amelie Mauresmo sono superiori alla serba. Con le ultime due fuori gioco, Jelena - se si gestisce bene e se gioca concentrata nei punti importanti come ha fatto contro Venus Williams - ha la chance di entrare nel podio mondiale. Il Roland Garros rappresenterà un test molto importante, proprio perché la terra rossa potrebbe esaltare le caratteristiche della Jankovic che, tra l'altro, a Parigi ha anche pochi punti da difendere.
Charleston, oltre ad incoronare Jelena, ha anche mostrato i limiti di Venus Williams. Troppi errori da over-hitting, soprattutto col diritto, un servizio erratico (a differenza della sorella Serena) e poca lucidità nei punti importanti (la volée di rovescio sbagliata sul 5-4 nel tiebreak decisivo contro Jelena grida ancora vendetta). Concludiamo la nostra rassegna settimanale, rispondendo alle tante mail inviateci dai fan di Martina Hingis, preoccupati per la crisi di risultati della loro beniamina. Proviamo a lanciare una proposta provocatoria: in questa fase della stagione non le farebbe male passare un paio di settimane da Nick Bollettieri. Lo ha già fatto nel 1998, quando aveva iniziato a prender le prime stese dalle Williams. I problemi sono sempre gli stessi: se Martina viene presa a pallate, e le viene rubato il tempo nello scambio, non ha la possibilità di utilizzare la sue skill nel disegnare il campo, creare angoli e spostare l'avversaria. Martina ha bisogno di un servizio più robusto e di una palla più pesante per competere con le più forti. Chi meglio di Nick potrebbe aiutarla?

1 comment:

Anonymous said...

martina non è in grado di competere per il fisico. Mi sa ce soltanto henin, che ha una classe enorme, può competere per il primo posto

Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.