Thursday, April 05, 2007

L'unico uomo utile alle donne.

Larry Scott è un sagace politico, oltre che un abile manager. Quando nell’aprile del 2003 l’allora 39enne newyorkese, con un passato trascurabile da tennista professionista nella seconda metà degli anni ottanta e con nove anni di preziosa esperienza come manager nell’ATP, venne nominato ai vertici della Wta - l'organismo che gestisce il tennis femminile - Scott ereditò una situazione finanziaria ed organizzativa allo sbando. Dopo la fine della partnership con la Sanex – uno dei principali brand della conglomerata statunitense Sara Lee Corporation – i ricavi del Tour si erano quasi dimezzati, i membri del board della Wta trascorrevano la maggior parte del tempo a litigare tra loro ed il deficit dell’organismo cresceva drammaticamente. Scott, da subito, fece varare un piano industriale quinquennale, alleggerì il consiglio d’amministrazione, portandolo da 11 a 8 membri, incluso un docente di Relazioni Umane ad Harvard che venne cooptato nel board per facilitare i processi decisionali. Ma l’intuizione più importante fu quella di abbandonare l’idea di uno sponsor unico per il Tour e di associare alla Wta uno sponsor diverso per ciascuna macroarea geografica: Whirlpool in Europa, Dubai Duty Free in Asia, Africa e Medio Oriente, Tom Group (brand di Hutchison Wampoa) in Cina. I ricavi della Wta registrarono un incremento del 15%, il totale dei prize money passò da 52 a 58 milioni di dollari nel giro di un anno.
Scott rivelò presto le sue doti di abile politico, poichè riuscì a far dialogare tra loro e con la Wta “un arcipelago di isole indipendenti” (cioé le giocatrici, gli organizzatori dei tornei, le compagnie di management, l’ITF che sovraintende ai tornei del Grande Slam) che spesso agivano in competizione le une con le altre. Il CEO della Wta fece in modo che tutti remassero nella stessa direzione. Con Scott al vertice la Wta ha rinnovato la sua partnership con Eurosport, siglando il più importante accordo televisivo nella storia del tennis femminile. L’accordo ha garantito ad Eurosport i diritti televisivi internazionali esclusivi in Europa dei principali tornei del Tour (10 Tier I, 15 Tier II e il Master), che verranno trasmessi in 54 Paesi e raggiungeranno 108 milioni di famiglie. Inoltre il deal ha previsto l’impegno a migliorare la visibilità del tennis femminile e a valorizzare le sinergia tra sport e intrattenimento, con l’introduzione di programmi innovativi che avvicinano le giocatrici ai fan, come “Get Closer To The Tour” e “Tatiana’s World”. L’ex Vice Presidente Esecutivo dell’ATP è stato anche l’architetto del deal dei deal, l’accordo di sponsorizzazione da 88 milioni di dollari con Sony Ericsson.
Ma uno sport come il tennis, per attrarre sponsor danarosi e per rendere il gioco più divertente per gli spettatori, deve puntare molto sulla personalità degli atleti ed esaltare le rivalità (presunte o reali) che appassionano il pubblico. Per fare questo è indispensabile preservare la salute dei migliori giocatori ed evitare che disertino gli eventi importanti dal punto di vista mediatico. Gli addetti ai lavori e i grandi appassionati sapranno che ogni torneo ha la sua player commitment formula da rispettare: un Tier I da $ 1.340.000 deve annoverare almeno 3 Top Ten in tabellone: un Tier II di serie A deve avere almeno 2 Top Ten nel suo player field. A Larry Scott le regole vigenti non piacciono granché e l’obiettivo della fase finale della sua Roadmap è proprio quello di assicurare la partecipazione di un numero maggiore di Top Player nei Tornei che contano.
Secondo quando deciso il 26 marzo dal board della Wta, infatti, a partire dal 2009 il calendario del Tour verrà stravolto e le regole vigenti verranno radicalmente riformate in base alle seguenti linee guida:
- Il calendario del Tour verrà alleggerito e si chiuderà ad ottobre con il Master, in modo da concedere alle atlete almeno 9 settimane di pausa prima dell’avvio della nuova stagione.
- I Tornei Tier I e Tier II (25 in totale) spariranno e saranno sostituiti da 20 Tornei Premier, ancorati a quattro Super-Tornei obbligatori (i c.d. “gioielli della corona”), Indian Wells, Key Biscayne, Madrid e Pechino, con monte premi minimo di 4 milioni di dollari e equal prize money.
- I Tornei obbligatori saranno ridotti da 13 a 10 (i 4 “crown-jewels” + i 4 Slam + altri 2 tornei), ma le Top Ten daranno forfait senza giustificato motivo saranno sospese dalle competizioni per i 2 tornei premier successivi (ad esempio se Serena dovesse boicottare Indian Wells, non potrebbe giocare i successivi tornei di Miami e Charleston).
- Sarà varato un sistema incentivante che collegherà parte del prize money ai ricavi effettivi dei tornei;
- Saranno investiti 200 milioni di dollari per ampliare le sedi dei Tornei, in particolare quelle di Madrid e Pechino, che potrebbero ospitare eventi “combined” come Indian Wells e Miami.
- Il ranking system sarà basato su 16 risultati, nei quali saranno inclusi di diritto quelli dei tornei obbligatori;
- Verrà limitata la possibilità per le Top player di partecipare a tornei al di fuori dei seguenti 20 eventi premier: Berlino, Eastbourne, Madrid, Mosca, Parigi, Roma, Stoccarda, Charleston, Cincinnati, Indian Wells, Los Angeles, Miami, Montreal/Toronto, New Haven, Stanford, Pechino, Doha, Dubai, Sydney, Tokyo. I tornei esclusi da quest’ultima lista, come San Diego, Zurigo, Anversa, Lussemburgo e Amelia Island saranno di fatto declassati.
Il primo effetto dell’annuncio della radicale riorganizzazione del Tour? Richard Williams ha minacciato di agire legalmente contro la Wta, se costringerà le sue figlie a partecipare al torneo di Indian Wells, un torneo boicottato dalle Williams dopo la finale del 2001, in cui Serena venne fischiata e apostrofata con epiteti (a detta di papà Richard) razzisti dal pubblico californiano deluso dal ritiro di Venus che nella semifinale attesa tra le due sorelle. La stessa Serena ha dichiarato che le, anche con eventuali nuove regole, le chance di poterla rivedere a Indian Wells sono pari a zero. Ma, si sa, la famiglia Williams è un’isola molto particolare nel grande arcipelago del circuito. La sensazione è che il resto delle top player si adeguerà al nuovo regime annunciato dai colletti bianchi del Tour.

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Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.