Tuesday, November 13, 2007

Gonzalez batte Federer 3-6 7-6 7-5

- Nel primi game del primo set Federer gioca da numero 1, mette a segno il break in avvio, poi capitalizza e chiude il primo parziale sul 6-3;
- Già alla fine del primo set Fena era salito di livello, nel secondo serve molto meglio, ma Roger fino al tie-break concede poco o niente nei suoi turni di servizio. A questo punto, con un Federer concentrato ed efficace, la partita potrebbe finire al t.b. del secondo set: un comune (per Federer) 6-3 7-6 rifilato ad un underdog d.o.c. come Fena. Invece nel t.b. lo svizzero va subito sotto 3 a 0, per poi essere letteralmente surclassato dall’avversario;
- il terzo set, nel quale il cileno lascia andare il braccio quasi su ogni palla, è pieno zeppo di palle break: Fena ne annulla 5 su 5, Roger ne annulla 3 su 4. Risulterà decisivo l’undicesimo game, sul 5 pari, in cui il cileno gioca un game di risposta fantastico e tre diritti versione Australian Open 2007.
La statistica che tutti, ma proprio tutti, mettono in risalto a fine partita: era dal maggio 2003 che Federer non perdeva due match conscutivi (allora venne sconfitto da Philippoussis ad Amburgo e da Horna a Parigi). L'occhiello più facile e banale che avete trovato o che troverete: "dopo quattro anni di dominio incontrastato con strisce di vittorie da record, e' l'ora della striscia di sconfitte". Sarà anche banale, comunque i numeri ci dicono che qualcosa si è inceppato. E se fosse soltanto un infortunio ben mascherato dal numero uno dei numeri uno?
Molti hanno detto che Fena ha giocato la miglior partita della sua carriera. Non sono d'accordo. Egli stesso ha ammesso che il match "perfetto" della sua carriera è stato quello contro Tommy Haas, in Semi a Melbourne quest'anno.

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Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.