La ‘fiducia nei propri mezzi’ è uno dei luoghi comuni motivazionali più abusati nel Tennis di oggi. Lavorare sull’autostima del giocatore è da tempo parte integrante del coaching di alto livello. Come se i Top Player fossero tutti rammolliti con l’Ego a zero e affetti dalla paura di vincere.
Ma che succede se qualche giocatore ha un’eccessiva fiducia nei propri mezzi? Esiste una terapia ad hoc per abbassare il livello del Super-Ego? Me lo chiedo, e lo chiederei volentieri a molti coach, perchè ho sempre pensato che alcuni giocatori abbiano raccolto meno di quanto avrebbero potuto a causa dell’eccessivo fiducia nei propri mezzi.
Un esempio maccheronico? Federico Luzzi, attualmente n.138 al mondo, con best ranking di n.92 quasi sei anni fa. Intendiamoci: tanti tennisti-operai dei Futures o maestri di tennis ‘rosiconi’ con classifica Fit 2.9 o 3.1 avrebbero pagato oro per avere una carriera come quella di Federico.
Ma da dove parte l’esile aretino volante dalla spalla quasi sempre malandata? La consapevolezza del talento nasce forse dai primi anni di attività agonistica, ma mi piace ricordare come starting point l’autunno del 1994, quando Federico vinse l’Eddie Herr Under 14 – lo stesso anno in cui una certa Anna Kournikova, a 13 anni, trionfò nell’edizione Under 18 del Torneo. Per carità, ci sono parecchi esempi di giocatori che si sono persi dopo aver vinto l’Eddie Herr o che, se non lo hanno fatto, sono rimasti nel limbo di coloro galleggiano nei circuiti satelliti.
Sfumiamo sul flash-back e torniamo alla realtà: nell’autunno del 2007, Luzzi lascia il Blue Team di Umberto Rianna – per motivi che non stiamo ad indagare – e si affida all’estro di Alberto Castellani. Un viaggio breve: da Arezzo a Perugia. E, proprio mentre compie il trasloco, iniziano a girare i rumors sul suo conto di scommesse online: Vittorio Campanile, sul suo blog, afferma che, dopo di Mauro, è Fede a rischiare veramente grosso. Bene, il caso scommesse mi interessa meno di zero e taglio a corto sulla cosa.
Porrei una sola domanda a coach Castellani: se sta bene fisicamente, Federico Luzzi può giocare come Janko Tipsarevic? E curioso, al limiti dell’ozioso, ma trai due c’e’ un precedente nel 2005 a Vina del Mar, sulla terra, e vinse Luzzi 7-6 6-0.
Wednesday, November 14, 2007
La terapia della stima e Luzzi
Pubblicato da Michael_Pemulis alle 10:50 AM
Etichette: Editoriali
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Terza di Copertina.
"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
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