Finale di Key Biscayne. Serena Williams fa pretattica: “Spero che sarà un match buono e ONESTO”. Da PalmBeach Post del 30 marzo 2007.
Friday, March 30, 2007
La pretattica di Serena.
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Michael_Pemulis
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Thursday, March 29, 2007
The Wild Bunch
Il logoramento dell'avversario ha un ruolo fondamentale nel gioco di Canas. L'argentino si difende in maniera straordinaria, i suoi colpi incrociati sembrano muoversi su fili sottilissimi di seta che formano un fascio di angoli sempre più acuti, e sono in grado di mandare in crisi chiunque, anche il più rapido degli opponenti. Per non parlare dei recuperi nei cambi di direzione e dei lob liftati, tirati su con il contagiri, che vanificano ogni schema d'attacco non troppo incisivo. Il gemello separato alla nascita di Mauro Camoranesi è un agonista formidabile, vende cara la pelle, rispetta tutti, ma non subisce la personalità di nessuno. Detto questo, se Sua Maestà Roger Federer perde da Canas due volte consecutive a distanza di due settimane, è possibile che nel Sancta Sanctorum del tennis professionistico si aprano delle prospettive inedite e inimmaginabili prima dei due recenti tornei sul cemento americano. Nadal è tornato in buona condizione e, interrompendo il digiuno di vittorie che durava dal French Open, ha ritrovato la fiducia smarrita dopo Wimbledon 2006. Murray e Djokovic hanno compiuto quel salto di qualità tecnico e mentale che oggi permette loro di arrivare fino in fondo nei tornei pesanti. Roddick, tornato alle origini (leggi: servizio e diritto) dopo il disastroso periodo "sperimentale", può giocarsela contro chiunque.
E' forse esagerato affermare che siamo alla fine di un'Era, ma il Federer leggermente imballato visto nella "campagna" statunitense, potrebbe rimettere in gioco una mezza dozzina di avversari. Il condizionale è d'obbligo, poichè, nella seconda sconfitta subita da Canas, il "vecchio" Federer - sovrano indiscusso per diritto del divino talento - si è intravisto per dieci game - l'intero secondo set e i primi due giochi del terzo. L'imminente stagione sulla terra rossa fornirà la risposte ai nostri dubbi sulla leadership, e il come back di Willy Canas - travolgente come un uragano - non fa altro che rendere ancora più intrigante il duello annunciato tra Rafa e Roger, restituendo linfa nuova all'inebriante imprevedibilità del nostro sport. E' un vero peccato non poter assistere - domenica prossima - ad una finale tra Willy e Rafa, che sarebbe stata un'interessante anticipazione di un matchup-maratona epico possibile a Parigi, oltre che un omaggio alla comunità ispano-americana gravitante nell'area metropolitana di Miami. Concludiamo la divagazione sull'Era Federer, evidenziando i momenti chiave del suo ultimo match: le quattro palle break non trasformate dallo svizzero sul 2 a 0 nel terzo set (in particolare, il diritto a sventaglio fuori giri e l'affossamento di una volée bassa non impossibile); l'imbarazzante indecisione sul 4 a 5 del tie Break decisivo, quando Federer, dopo un gran servizio a uscire da sinistra, stecca clamorosamente la swing volley sul lob difensivo di Willy- dopo aver scartato le opzioni alternative di giocare uno smash o di far rimbalzare la palla per chiudere con un comodo diritto incrociato.
Key Biscayne è stato anche il teatro del remake della recente finale dell'Open d'Australia tra Serena Williams e Maria Sharapova: uno sconcertante tiro a segno durato 58 minuti, in cui l'americana ha vinto 22 degli ultimi 28 punti, umiliando la ex numero 1 al mondo in versione Anna Kournikova e rifilandole la più classica delle "baguette" (il 6-1 6-1 in gergo è la baguette, il 6-0 6-0 è il double bagel, per una questione simbolica). L'aspetto più interessante del match è stato il cinico consiglio di papà Richard nel changeover tra il primo e il secondo set, il quale avrebbe esortato Serena a giocare sul miglior colpo di Maria (il rovescio) per prolungare l'agonia dell’avversaria e utilizzare il secondo set come una sessione di allenamento, in vista della sfida più impegnativa contro Nikki Vaidisova. Se il big match tanto atteso è stato un mismatch, la Palma per la sfida più bella del torneo va senz'altro attribuita al clash tra Justine Henin e Nadia Petrova, due ore di grande tennis, con le due protagoniste autrici di giocate strabilianti. Gran bel torneo anche per Tatiana Garbin che, sulla soglia dei 30 anni - e con la complicità di un tabellone abbordabile - si è arresa nei quarti a Shahar Peer, eguagliando il risultato ottenuto da Silvia Farina nel '98 (sconfitta ai quarti da Venus che avrebbe vinto poi il torneo) e raggiungendo il suo best ranking (lunedi prossimo sarà n.24 al mondo). A questo punto sarà dura per il buon Barazzutti escludere la mestrina dal duo di singolariste impegnate il 21 e 22 aprile a Castellaneta Marina nel delicatissimo primo turno di Fed Cup contro la Cina.
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Wednesday, March 28, 2007
Flash
Solo per segnalarvi che Miccini ha perso dal compagno di Accademia Pepe Elias 6-1 al terzo. (6-3 3-6 6-1).
Quanto al match di Tax Garbin, la mestrina è quotata a 5,7 da Betfair, contro l'1,2 di Shahar Peer.
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Citazione
Vi riporto una citazione di Robert Browning, il mio poeta vittoriano preferito, l’inventore del monologo drammatico:
“se affondero’ in un cupo, tremendo mare di nubi,
sara’ solo per un tratto. Presto riemergero’ ”. Si adatta molto bene al momento di Maria Sharapova e Roger Federer.
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Marzo e' il piu' crudele dei mesi
Marzo è il piu’ crudele dei mesi, fa emergere Willy Canas dal Purgatorio della squalifica, mescola vulnerabilita’ e fantasie di onnipotenza, stimola avversari frustrati che tornano a credere in se’ stessi. Il Re e’ nudo, la duplice sconfitta per mano del mai domo argentino apre delle prospettive interessanti e inimmaginabili dopo l’Open d’Australia. E’ la fine di un’era?
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Tuesday, March 27, 2007
Luxilon Cup
La perla della giornata di ieri e’ stato il sermone motivazionale di Nick Bollettieri, rivolto ai ragazzi in occasione del players’ party della Luxilon Cup. Spero di poterlo postare al piu’ presto su YouTube. Nel blog della buona Colette Lewis, troverete la foto che immortala 22 dei 24 partecipanti al torneo di esibizione (manca Michelle Larcher De Brito, Giacomo Miccini e’ uno dei due ragazzi che regge il tabellone, in piedi sulla sinistra c’e’ anche l’azzurrina Nastassya Burnett).
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Pemulis' Picks
Dopo aver letto il mio pezzo di settimana scorsa su Michelle Larcher De Brito, in molti mi hanno dato dello svitato perche' - tra le righe - avevo pronosticato una semi contro pronostico tra Shahar Peer e Niki Vaidisova, finaliste dell Australian Open Junior 2004.
Con tutto il rispetto e la stima dovuta a Tax Garbin, l'israeliana e' con un piede e mezzo in semifinale, mentre Nicole prendera' la vincitrice del Matchup tra Maria e Serena. Sulla carta parte sfavorita, ma proprio questo forse le permetterà di giocare con meno pressione, libera di esprimere la potenza e, soprattutto, il controllo dei suoi colpi. Vedremo.
Comunque faccio una promessa: se la Garbin battera' Shahar Peer percorrero' sino all'ultimo gradino della scala a chiocciola che conduce in cima al faro Cape Florida (29 metri di altezza dal suolo).
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Miami: Il punto.
Grande prova di Tax Garbin che, superando nettamente una Aga piuttosto stanca dal match contro la Hingis, raggiunge i quarti del Torneo di Key Biscayne, eguagliando il risultato ottenuto da Silvia Farina nel '98. Lunedi prossimo - mal che vada - la mestrina sarà n. 24 del ranking, a soli tre spot dalla Schiavone in caduta libera. Il buon Corrado Barazzutti difficilmente potrà tener fuori Tax nella sfida di Fed Cup contro la Cina. Troppo forte Annina Chakvetadze per la Santangelo, che comunque perde con dignità, giocando un buon secondo set. Le imprese della giornata sono quelle di Amer Delic - buon giocatore con un elevato potenziale di crescita e con una storia personale molto interessante dal punto di vista umano- e di Willy Canas - che come una poiana incombe su Gasquet, tradito da un rovescio insolitamente erratico.
Il programma di oggi offre la rivincita del secondo turno di IW, con Federer che affronta l'unico giocatore da cui ha perso nel 2007, e il clash che tutti attendono tra Maria Sharapova e Serena Williams. Interessanti anche le sfide tra Nadal e Del Potro e tra Henin e Petrova. Da non sottovalutare il quarto tra Chakvetadze e Li Na, due tra le giocatrici che hanno mostrato il miglior tennis al Crandon Park.
Per gli appassionati di Junior Tennis, al Crandon Park prende il via oggi la Luxilon Cup, torneo giovanile di esibizione di solito molto ben frequentato. Ogni anno gli organizzatori del torneo di Key Biscayne offrono una wild card nel tabellone principale dell'edizione successiva ai vincitori della Luxilon Cup. Il match up del giorno è la sfida tra il recanatese Giacomo Miccini - il piu' talentuoso dei tennisti italiani in attività - e il portoghese Gastao "Pepe" Elias. Mentre nel secondo turno potrebbero incrociare le racchette le due amiche-rivali Michelle Larcher De Brito e Tammy Hendler.
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Monday, March 26, 2007
Spaghetti a Miami.
Garbin vs Aga Radwanska e Santangelo vs Chakvetadze. Chi delle due ha qualche chanche di approdare ai Quarti? Io dico Garbin in tre set, sempre che stia bene fisicamente e che abbia recuperato le energie spese nel match di ieri.
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Michael_Pemulis
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Thursday, March 22, 2007
Generazione Zeta
Essendo fan sfegatati del tennis giovanile in generale e del vivaio-cornucopia di Nick Bollettieri in particolare, raramente abbiamo atteso una sfida di primo turno con l'impazienza con cui abbiamo atteso il match tra Michelle Larcher De Brito, 14 anni appena compiuti, e Meghann Shaughnessy, 28 anni da compiere in aprile. Michelle Larcher De Brito sembra nata per giocare a tennis. Il suo percorso di crescita è stato talmente fulmineo che lo scorso febbraio ha disputato il suo primo torneo professionistico, il 75mila dollari di Midland (Michigan). "Michelle ha delle qualità µniche che nessun coach può insegnare ad un allievo", parola di "The Man Himself" - Lui in persona - alias Nick Bollettieri. In effetti la ragazzina portoghese, poco più che una bambina nelle primissime fasi della pubertà e del pensiero astratto, gioca già un tennis strabiliante. Colpisce pulito, è potente, gioca pesanti colpi piatti da entrambe le direzioni disegnando il campo in maniera straordinariamente naturale. Il diritto giocato dall'alto è particolarmente bello da guardare. E' più vario e composto della bastonata di Maria Sharapova, la leziosa pronazione del polso nel finale del movimento ricorda il gesto di Andre Agassi, che dava la sensazione di sistemarsi una sciarpa di seta intorno al collo.
Non sappiamo quanto voi crediate alle statistiche, ai record, alla psicologia da quattro soldi ed ai luoghi comuni motivazionali, ma nel 2005 Michelle (da ora: MLDB) ha infranto il record stabilito nel 2000 da Maria Sharapova, con la quale la ragazzina portoghese ha in comune anche il fragore del grugnito. A 12 anni MLDB ha vinto il Torneo giovanile Eddie Herr - Under 16 - laddove Maria aveva ottenuto lo stesso risultato, nel 2000, a 13 anni. L'autunno scorso Michelle ha raggiunto i quarti di finale della versione Under-18 del Torneo Eddie Herr, impresa non da poco perché a 13 anni è molto difficile sfidare i 17enni più bravi. C'è del genio adulto nel suo modo di giocare, che le permette di coniugare la bellezza del gesto con la cinica arte di chiudere il punto lasciando ferma l'avversaria. E il 21 marzo 2007 il livello di eccellenza di MLDB ha avuto la consacrazione ufficiale, con la prima vittoria nel circuito professionistico. Malgrado 10 doppi falli e un vento insidioso che disturbava le sue traiettorie, ha avuto la meglio sulla veterana americana Meghann Shaughnessy (n.11 al mondo nel 2001), in tre set, 3-6 6-2 7-6(3) e si accinge ad affrontare una rigenerata Daniela Hantuchova, classe 1983. Da Daniela a Michelle: 10 anni di storia del M.I.T. del tennis. Potrebbe essere il titolo di una biografia celebrativa degli ultimi 10 anni dell'Accademia di Bradenton. La sfida ha anche il sapore di un "conflitto generazionale": la Generazione Z contro la MTV Generation.
La portoghese è il cavallo di Troia di una gang di teen-ager d'assalto pronte a fare breccia nel circuito Pro, che annovera nei suoi ranghi, tra le altre, anche la "roommate" di Michelle, tale Tammy Hendler, classe 1992, sudafricana di nascita con passaporto belga e residenza a Bradenton. La Hendler, 15 anni da compiere in agosto, questa settimana è in Brasile, a Porto Alegre, per partecipare alla 24esima edizione della "Copa Gerdau de Tenis", torneo di grado A del circuito ITF Junior, erede del (declassato) Banana Bowl. Nel 2004 Shahar Peer e Nicole Vaidisova furono le finaliste dell'Australian Open Junior. Tre anni dopo, a Miami, le due potrebbero tornare ad incrociare le racchette nella semifinale del "Quinto Slam" del circuito professionistico. Qualcuno si scandalizzerebbe se nel 2010 Michelle Larcher De Brito e Tammy Hendler arrivassero fino in fondo nel torneo di Key Biscayne? Previsioni a parte, le bambine prodigio fanno maledettamente sul serio. Sono ambiziose, disciplinate, concentrate, pronte a sconfiggere e a trascendere i propri limiti, per vincere Tutto. Perchè la strada del successo passa attraverso la distruzione dei propri limiti, tecnici, fisici e mentali. Del resto le radici della bellezza del tennis sono autocompetitive (e anche un po' autodistruttive): l'essenza del gioco è nella lotta contro se stessi, contro il tempo e contro lo spazio, alla ricerca continua della migliore tra le infinite opzioni possibili.
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Thursday, March 15, 2007
La rivincita dei fighter umili
“La sconfitta certa è certa soltanto nelle menti pigre”. L’aforisma di Brad Gilbert è un potente affresco dell’edizione 2007 del torneo di Indian Wells, da noi ribattezzato “La rivincita dei fighter umili”. Un torneo caratterizzato da una ecatombe di teste di serie e, segnatamente, dalla prematura eliminazione – per certi versi imbarazzante – dei rispettivi n.1 del seeding e del ranking mondiale, Re Leone Roger Federer e la “russian sensation” – come dicono gli americani - Maria Sharapova. La caduta degli dei simboleggia ed esemplifica la vulnerabilità e la caducità del mito sportivo. Nel tennis professionistico, i match persi – o vinti – sulla carta non esistono. Il campo a volte può essere spietato anche con i migliori. Se il rettangolo di gioco è lo specchio dell’anima, a volte questo specchio può riflettere fantasie di onnipotenza e paure insospettabili. Era dal 1996 che il testa di serie n.1 del torneo non perdeva al primo turno da un lucky loser – Federer tecnicamente ha perso al secondo turno, ma in concreto alla prima partita, per via del BYE – quando a Dubai Thomas Muster fu sconfitto 7-6 al terzo dal “big server machine” australiano Sandon Stolle, che in quella partita fece 44 punti su 48 con la prima di servizio, con 11 ace e 8 doppi falli. Nel caso di Federer il lucky loser carnefice è uno dei giocatori più caldi del circuito, tal Willy Canas, vincitore di 45 su 51 incontri disputati dal suo rientro dopo una squalifica di 15 mesi per doping.
Ma come si batte Federer? Esiste un piano tattico o una tipologia di giocatore che può creargli i maggiori problemi? In molti pensano che per riuscire nell'impresa titanica si debbano prendere non pochi rischi, essere aggressivi, colpire con grande anticipo quando la palla ha più velocità, in modo da ottenere maggiore profondità e neutralizzare l'effetto del lungo rimbalzo dei pesanti colpi in top dello svizzero. Agassi, Murray, Safin hanno sperimentato più volte questo tipo di strategia, sul presupposto che accelerando il ritmo dello scambio si riduce il tempo di preparazione dei colpi del Re Leone. Il punto è che Roger ha un'anticipazione motoria straordinaria, è difficile che colpisca male la palla, e si adatta molto bene a giocare a velocità supersoniche. La realtà è molto piu banale: Federer non si batte, o meglio, quando incappa nel classico day off il n.1 si batte da solo, annegando in un oceano di errori non forzati. L'avversario intelligente deve limitarsi a fare tre cose: a) non regalare nulla (Canas ha commesso 8 errori non forzati); b) "remare" ininterrottamente dal primo all'ultimo punto; c) crederci mentalmente, aver fiducia nel proprio gioco e, in particolare, nelle proprie gambe. Come ha fatto Rafa nel 2006 sulla terra, come ha fatto Willy domenica scorsa, interrompendo una striscia di 41 vittorie consecutive.
Il suicidio di Maria Sharapova, tennisticamente parlando, presenta una qualche analogia con quello di Federer, anche se ha avuto un rituale diverso e, forse, anche più crudele. La russa ha sprecato l'opportunità di servire per il match, sul 6-4 5-4, per poi subire un parziale di 9 game a 1 dall'umile Vera Zvonareva. La figlia di Yuri Sharapov, in realtà, ha giocato 3 match consecutivi molto al di sotto del suo standard, collezionando 30 doppi falli su 35 turni di servizio, portando a casa meno del 32% dei punti con la seconda e concedendo una media di una palla break per game. Le statistiche sono quelle della peggior Dementieva. Qualcuno ha parlato di Sindrome di Guillermo Coria, un vero e proprio virus molto insidioso, che incasina la coordinazione e manda in barca lo schema motorio del servizio. E Maria priva del servizio gioca da n. 30 al mondo. Una curiosità paradossale: il tennis operaio della Zvonareva e di Canas è stato efficace soltanto contro i numeri 1, non ha pagato contro avversari al'apparenza più abbordabili come Na Lì e Carlos Moya, contro i quali forse valeva la pena prendere qualche rischio in più. In un torneo caratterizzato da una bassa incidenza del fattore servizio, vale forse la pena di segnalare le due eccezioni che, non a caso, sono state premiate dai risultati: Tommy Haas e Nicole Vaidisova. Il tedesco, in particolare, è stato praticamente ingiocabile: ha incamerato l'83% dei punti con la prima, ha vinto tre match senza subire un break, concedendo nei suoi turni di battuta la miseria di 13 punti su 51 a Fena Gonzalez.
In conclusione vi proponiamo la nostra bislacca classificazione degli incontri che abbiamo seguito finora.
Match sconcertanti: Sharapova vs Zvonareva; Ljubicic vs Nalbandian; Benneteau vs Blake; Acasuso vs Youzhny; Mahut vs Safin.
Match colorati: Golovin vs Nakamura; Golovin vs Stosur; Golovin vs Petrova.
Match che si possono guardare a letto: Moya vs Ferrer; Nadal vs Ferrero; Mathieu vs Fish.
Match didascalici: Federer vs Canas; Roddick vs Rochus; Peer vs Chakvetadze; Ljubicic vs Thomas Johansson; Haas vs Gonzalez.
Match divertenti: Murray vs Davydenko; Roddick vs Gasquet; Hantuchova vs Hingis; Bammer vs Ivanovic.
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Michael_Pemulis
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Thursday, February 15, 2007
Geometria, Power, Angoli e Internazionali di Bergamo.
La settimana che precede San Valentino il Trofeo Baci & Abbracci ci sta tutto. Scherzi a parte, dopo la cancellazione dello storico Torneo ATP di Palermo, il Challenger di Bergamo è diventato il secondo torneo italiano per montepremi in palio. Un Torneo ben organizzato, caratterizzato dalla varietà dei temi d’intrattenimento extra-sportivo e dalla leggerezza con cui essi vengono affrontati. Molto simile ad una kermesse americana, con animatori da villaggio che improvvisano gag tra un match e l’altro, con le hit musicali del momento pompate a tutto volume al cambio di campo (“Nuvole e Lenzuola” dei Negramaro è la più gettonata, con le cheerleader che eseguono le coreografie sul campo di gioco), con Maurizio Zamboni – uno dei postini di Maria De Filippi in “C’è posta per te” – nel ruolo di “Senior Speaker”, la voce ufficiale del Torneo, con gli studenti delle scolaresche invitati ad alzare lo sguardo verso il nostro meraviglioso sport. E all’interno di questa cornice c’è il Tennis giocato, con un parterre di protagonisti tanto eterogeneo quanto interessante. Qualcuno si è lamentato per le defezioni dell’ultim’ora di Bracciali (dolore alla spalla) e Seppi (influenza), ma a noi il tabellone è piaciuto molto, un sapiente mix tra veterani e giovani emergenti. I riflettori sono puntati sul grande vecchio Fabrice Santoro, giocatore assolutamente ininquadrabile secondo i canoni del tennis moderno, e su Simone Bolelli, giovane speranza dello “spaghetti Tennis”. L’hype della settimana è il giovanissimo lettone, Ernests Gulbis, gioiellino della scuderia di Nikki Pilic dotato di un potente servizio e di un chirurgico rovescio. In casa Pemulis la preferenza è caduta sul serbo Viktor Troicki, in compagnia del quale abbiamo deciso di seguire il torneo.
Viktor Troicki da Belgrado è l’esempio contemporaneo dell’ormai classico stile di gioco dell’attaccante da fondo campo: è veloce e destrorso e ha il rovescio a due mani, un servizio abbastanza goffo nella meccanica del gesto ma buono abbastanza per preparare l’attacco da fondo campo, e uno strabiliante gioco di gambe che gli permette di arrivare bene con i piedi sulla palla, di caricare il peso e di entrare sulla palla in anticipo, con il massimo dell’equilibrio, colpendola mentre sale. La prima di servizio di Troicki viaggia ad una velocità media di 190 km/h e la sua seconda è sui 165 km/h, ma ha un bel giro e rimbalza abbastanza alta e a uscire sul rovescio dell’avversario. Il movimento è particolare, con lancio di palla basso e schema motorio non troppo ampio, la velocità della palla sembra quasi interamente determinata dal braccio. I colpi a rimbalzo non sono particolrmente gradevoli sul piano estetico. Di decorativo c’è veramente poco: anche il palmo della mano si sinistra che si apre mentre Viktor colpisce la palla di dritto ha più che altro a che vedere con la meccanica del colpo, serve a bloccare la spanciata del bacino e permette di colpire con il massimo equilibrio. Il palmo aperto nel diritto è la cifra espressiva di molti professionisti al giorno d’oggi. Il rovescio è fluido e piatto – senza spin – ed è il colpo più efficace della gamma del serbo, forse perché giocato in una condizione di massimo equilibrio, con un finale che disegna angoli acuti ed ottusi con estrema facilità. Il tallone d’Achille é il diritto lungolinea, nel senso che Viktor non lo gioca praticamente mai e, nella ragnatela di colpi e sottostrategie che caratterizza il tennis professionistico, questo fatto determina un oggettivo vantaggio per l’avversario. Abbiamo avuto modo di assitere più volte alle sessioni di allenamento di Viktor Troicki. E’ un giocatore che, in piena corsa, riesce a indirizzare la palla con una precisione chirurgica a 22 metri di distanza. Riesce a far questo il più delle volte, anche quando è attaccato da uno che tira delle autentiche tranvate come Simone Bolelli. Ed è solo il n. 206 al mondo (n.179 alla fine del Torneo), uno a cui tocca giocare le qualificazioni nei Tornei ATP. L’aspetto più divertente di Troicki è il suo temperamento. Privo della flemma e dall’aria quasi annoiata di molti dei professionisti, Viktor è uno che si scalda facilmente - abbastanza incline allo sbotto parossistico e alle opinioni esplicite in campo - e non lesina occhiatacce crudeli ai giudici di linea. Tuttavia, nonostante i suoi limiti caratteriali e qualche ingenuità nella tattica, il Drugo Viktor arresta la sua corsa soltanto nella semifinale, persa di misura contro un non irresistibile Bolelli, dopo aver concesso le briciole a giocatori di categoria come Haase, Haehnel e Burgsmuller.
Quanto al Bolelli visto a Bergamo, il bolognese conferma la sua potenza di fuoco nei colpi a rimbalzo; se ha tempo sufficiente per preparare il colpo, il suo diritto è letale. Deve migliorare nel gioco di gambe – corre e cammina sui talloni –, e sul piano tattico: non si capisce come mai non segua a rete una prima scagliata ad oltre 200 km/h. Il servizio è ben collaudato, ma la risposta non è all’altezza del servizio. Mi spiego: da Agassi in poi, il power-baseliner V.I.P. è riconoscibile dall’avere nella risposta la parte più ispirata del suo gioco. E’ la risposta a fare la differenza. Una risposta anticipata e profonda, giocata da una posizione non troppo distante dalla linea di fondo, quasi ad aggredire la palla. Basta guardare i Top 10 o i Top 20: a parte qualche rara eccezione, hanno tutti una risposta straordinaria. Una buona risposta richiede un riflesso e una destrezza fuori dal comune, ma soprattutto una perfetta visione di palla, quella qualità impalbabile che consente al giocatore di stimare con un un colpo d’occhio velocità, angolo, rotazione e punto d’impatto sul campo di una palla tirata da oltre 20 metri a 200 km/h. Un anziano signore bergamasco – a proposito: la gente orobica è fantastica, cultura sportiva sopra la media - ci racconta di aver assistito al training di Simone e ci parla del classico esercizio che consiste nel dover colpire due palle lanciate contemporaneamente prima che superino la linea di fondo, un drill mirato a migliorare la velocità degli spostamenti. La sensazione è che l’emiliano ce la stia mettendo tutta per elevare il suo livello di gioco. Vedremo.
La televisione tende a livellare tutti, ma a Bergamo abbiamo visto da vicino le giocate strabilianti di Fabrice Santoro, uno che – al diciannovesimo anno da professionista, con 58 tornei dello Slam giocati, 4 titoli e oltre 400 match ATP vinti, best ranking di n.17 al mondo raggiunto nel 2001 dopo le Semi a Montreal, Davis Cup e Australian Open di doppio in bacheca – ha ancora voglia di cimentarsi in un Torneo Challenger, per recuperare qualche punto perso in occasione della più recente edizione degli Open d’Australia. Il francese è l’esempio vivente di come i tagli da sotto ed i colpi con velocità umane possano ancora funzionare nel power game a 99 ottani della nostra epoca. Visione di palla, concentrazione, grande preparazione fisica e massima imprevedibilità sono gli ingredienti della sua ricetta. Quando Santoro solleva la testa della racchetta ed effettua il movimento preparatorio per giocare il diritto slice a due mani, dalla medesima posizione potrebbe giocare: a) una smorzata; b) un lob; c) un rasoiata incrociata; d) un chop. E non crediate che sia un difensore puro. Serve bene (e soprattutto varia molto velocità e angolazioni del servizio) e ha degli ottimi colpi d’approccio e gioca delle volée a due mani tremendamente profonde ed efficaci. Prima della finale contro Bolelli, ci siamo divertiti ad esaminare i testa a testa del giocatore transalpino: vanta un record di 3-4 con Sampras, contro il quale ha vinto solo sulla terra; ha un 3-3 contro Andre Agassi (battuto a Indian Wells, Indianapolis e Amburgo), un 3-5 contro Goran Ivanisevic e un 2-2 contro Michael Chang. Se la mettiamo sul piano della resistenza alla fatica, Santoro ha vinto il match più lungo della storia del tennis: French Open, 2004, primo turno contro il connazionale Arnaud Clement (un altro straordinario maratoneta), vittoria 16 a 14 al quinto dopo 6 ore e 33 minuti di gioco. Secondo voi, questo giocatore può, con tutto il rispetto dovuto ai giovani emergenti, perdere da Bolelli o da Gulbis?
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Monday, February 05, 2007
43 volte Martina.
Una Martina Hingis quasi perfetta e in condizioni fisiche strabilianti vince per la quinta volta nella sua carriera il Torneo Tier I di Tokyo (43esimo Torneo di singolare vinto in carriera), mostrando di trovarsi particolarmente a suo agio sulla moquette nipponica. La sua avversaria. Ana Ivanovic, commette troppi errori gratuiti e serve molto al di sotto del suo standard per potersela giocare contro Martina. Il piano tattico dell’elvetica è eseguito alla perfezione: evitare il piu’ possibile il diritto della giocatrice serba, vincendo alla grande il duello rovescio contro rovescio, grazie anche al suo rapido gioco di gambe che le permette di avere un gran timing sulla palla. La Ivanovic, che inizialmente aveva tiene botta, sul 4 pari nel primo set esce mentalmente e fisicamente dal match, subendo un parziale di 19 punti a zero, che porta l’elvetica avanti 6-4 4-0. A quel punto la partita non ha piu’ storia. E’ difficile poter quantificare quanto manca a Martina in termini tecnici per potersela giocare alla pari con Henin, Mauresmo, Sharapova e Cljisters. Certo, il diritto lungo-linea senza peso e un po’ corto resta il suo tallone d’Achille, ma se serve come ha servito ieri e se mantiene il livello di fitness raggiunto, il gap con le migliori è impercettibile. Le manca solo di arrivare fino in fondo in un Torneo dello Slam.
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Michael_Pemulis
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Al via gli Internazionali di tennis di Bergamo.
Sono cominciati gli incontri del tabellone principale del Challenger di Bergamo – Trofeo Baci&Abbracci, che in due anni e’ diventato il torneo piu’ importante in Italia, dopo gli Internazionali di Roma. Dopo il forfait di Dominik Hrbaty – la cui partecipazione è stata data per certa nella conferenza stampa di presentazione del Torneo – la star della competizione sara’ “il Mago” Fabrice Santoro, n.1 del seeding. Il 34enne francese e’ alla 19esima stagione da professionista, con 58 tornei dello Slam disputati, 417 match e 4 titoli ATP vinti in singolare (Lione 1997, Marsiglia 1999, Doha 2000, Dubai 2002), il suo prize money in carriera si aggira sugli 8,5 milioni di dollari. Nel 2001 il suo best ranking (n.17 dopo le semi a Montreal) e la vittoria in Coppa Davis. Fabrice e’ anche uno strabiliante doppista, nel 2003 vinse gli Open d’Australia in coppia con Llodra. Nel 2004 ha giocato (e vinto) la partita di tennis più lunga della storia: al primo turno del French Open, il match contro il connazionale Arnaud Clement duro’ due giorni e si concluse 16 a 14 al quinto set, dopo 6 ore e 33 minuti di gioco. Oltre a Fabrice Santoro, in tabellone principale figurano ben 10 italiani: Bracciali, Seppi, Sanguinetti, Bolelli (finalista della prima edizione), Luzzi, Cipolla, Stoppini, Vico, Naso e Crugnola. I miei osservati speciali saranno: Gulbis, Troicki, Montcourt e De Bakker. Quest’ultimo -ex n.1 al mondo Under 18 e vincitore di Wimbledon Junior – accompagnato dall’ex n.4 al mondo Richard Krajicek, se la vedra’ al primo turno contro l’aretino Federico Luzzi. Mentre il giovane 18enne lettone Gulbis – gran diritto e buoni fondamentali – ha già vinto abbastanza comodamente (6-3 6-2) il primo match contro il tedesco Popp. Ricordiamo che lunedi scorso Gulbis ha raggiunto il suo best ranking (n.128) e due settimane fa ha sconfitto Bolelli 6-4 6-1 nei QF del Challenger da 100mila di Heilbronn. Nel momento in cui scrivo Montcourt e’ in campo contro il veterano danese Kenneth Carlsen. Simone Bolelli sara’ impegnato nel match serale contro il tedesco Simon Stadler (n.239 del ranking).
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Friday, February 02, 2007
La risposta dei campioni.
Qual e’ la discriminante tra un buon giocatore e un campione? Nel tennis moderno direi che è la risposta al servizio. Se osservate i giovani emergenti nel Tour - Djokovic, i Murray – o i cosiddetti giocatori universali come Davydenko, per non parlare di gente come Blake, hanno tutti nella risposta al servizio una delle parti piu’ ispirate del loro gioco. Una risposta aggressiva, molto anticipata, con un movimento preparatorio piuttosto breve, che permette di non subire l’iniziativa dell’avversaria sin dalla fase di avvio del gioco. Rispondere in anticipo ad una botta piatta che viaggia mediamente sui 190 km/h richiede un riflesso ed una reazione motoria strabilianti, oltre che una capacita’ di lettura del servizio dell’opponente. L’esasperazione di questo fondamentale venne introdotta nel circuito da un certo Andre Agassi negli anni novanta. Fu proprio grazie alla sua risposta straordinaria che in quegli anni Andre fece semplicemente il culo a tutti quanti, Sampras compreso (a volte). Oggi ci sono tantissimi giocatori che servono bene, anche tra i primi 300 al mondo. Quelli che rispondono bene, invece, si contano sulla punta delle dita. Se tanti buoni giocatori, come Bolelli ad esempio, non compiono il salto di qualita’ e’ anche perche’ la loro risposta non rappresenta un’arma brutale.
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Thursday, February 01, 2007
Delray Beach
La realtà del tennis professionistico non è circoscritta ai quattro pomposi Tornei del Grande Slam o ai “Super 9” Master Series. Questo sicuramente lo sapevate già. Per ogni competizione del Grande Slam che vediamo alla tele, ci sono una miriade di tornei della durata di una settimana, in cui decine di giocatori si danno battaglia per: conquistare importantissimi punti ATP, per guadagnarsi la pagnotta o il denaro sufficiente a pagare il viaggio di ritorno, per il piacere di giocare. Secondo i canoni distorti dei media, questi tornei sono frequentati da giocatori di secondo piano. Ma gli appassionati sanno che non c’e’ niente di piu’ falso di quest’ultima affermazione. Questa settimana ho deciso di parlarvi di uno di questi Tornei c.d. minori, il “Delray Beach International Tennis Chanpionships”. Il montepremi di 416mila dollari (che al cambio attuale corrispondono a circa 320mila euro) e’ piuttosto modesto per un Torneo ATP. Al vincitore spettano 61.850 dollari, al finalista 31.500 dollari e via via fino al qualificato che incassa 3.150 dollari (2.435 euro). Gli sponsor del Torneo pagano l’albergo e i pasti ai giocatori del tabellone principale, non a quelli delle Qualificazioni. I 4 qualificati si vedranno rimborsate le spese sostenute, gli altri partecipanti al Torneo di qualificazione sono costretti ad autofinanziarsi. Di solito, comunque, chi gioca le Quali in tornei come quello di Delray o risiede a poche miglia dalla sede o ha uno sponsor che gli finanzia un paio d’anni di Tour oppure decide di reinvestire il prize money raggranellato in altri tornei. Ciascun Torneo professionistico, come le squadre di calcio in Italia, è contraddistinto da un un colore o da un abbinamento di colori dominanti. Quello dell’Australian Open è l’arancione venato d’azzurro; quello del Roland Garros è il color terracotta. Quello di Delray Beach è il giallo, che richiama il colore delle palline da tennis. Il Torneo è alla sua 15esima edizione e annovera tra i suoi sponsor la CBS, Fidelity Investments, Holiday Inn, Kientzy & Co, la Viking River Cruises, Commerce Bank, il comune di Delray Beach ed il quotidiano locale, il Palm Beach Post. Si perchè Delray è una pittoresca localita’ della Contea di Palm Beach, a cinque miglia a nord di Boca Raton, sulla Gold Coast1 della Florida, dove l’inverno praticamente non esiste - nel momento in cui scrivo, la temperatura si aggira sui 25°C (pari a 77°F) – e la qualita’ della vita e’ piuttosto elevata. E’ una cittadina con poco meno di 65mila residenti che, quando l’ho visitata, mi ha dato l’impressione di benessere, pulizia e ordine, una trasposizione tridimensionale delle Pagine Gialle, spruzzata qua e la di palme e venata di salsedine. Delray Beach non è solo sabbia e pesce fresco, orchidee e altri fiori esotici, marciapiedi in mattoni e lampioni stradali vecchio stile, gioiellerie a antiquari, articoli da regalo e gallerie d’arte. E’ anche il luogo ideale per giocare a Tennis e per praticare sport in generale, in cui oltre al blasonato e ben frequentato Tennis Center (sede del Torneo), ha la sua sede anche la International Tennis Academy (il cui acronimo, ITA, suona familiare), l’Accademia in cui si allenano la Peng, la Chan, la Granville e la Wozniak, tanto per fare qualche nome. Il Torneo in questione è anche uno degli 11 tornei ATP che nel 2007 sperimentano la formula del Round-Robin (o del girone all’italiana che dir si voglia), sulla quale e’ stato detto – da tutti - tutto il male possibile. Volendo andare controcorrente, mi limitero’ ad illustrarne un vantaggio attraverso un esempio concreto. Provate a mettervi nei panni di un onesto mestierante della racchetta come Robert Kendrick, 27 anni con 7 di Tour alle spalle trascorsi prevalentemente a giocare challenger e future negli Stati Uniti. Kendrick e’ uno di quei giocatori c.d. monodimensionali, alti 1 metro e 90, il cui gioco è costruito intorno al servizio. Serve tanti ace (e commette anche molti doppi falli), senza avere la mano di un Goran Ivanisevic o di un Richard Krajicek, e se al primo turno di un torneo ATP trova James Blake perde anche se inizia ogni game con un 15 di vantaggio. Con la formula del RR, se Kendrick perde da Blake non fa subito le valigie ma ha la possibilita’ di giocare un altro match contro – diciamo – uno come Scoville Jenkins, che ha gia’ battuto di recente, senza grossi problemi, nel Challenger di Lubbock, Texas. E se Kendrick batte Jenkins porta a casa altri due mila dollari, più un supplemento di 10 punti ATP che spetta al secondo del girone. Se diamo uno sguardo al tabellone, scopriamo che il Torneo di Delray Beach è nobilitato dall’elevato tasso di istruzione dei suoi iscritti: ben 8 su 32 (1 su 4) giocatori hanno frequentato o frequentano il college. James Blake: Harvard; Benjamin Becker: Baylor; Kevin Kim e Davide Sanguinetti UCLA; Robert Kendrick: Washington/Pepperdine; Amer Delic: Illinois; Ryan Sweeting e Jesse Levine: Florida. Il fenomeno non è casuale, trova la sua spiegazione nell’essenza del sistema americano. I migliori giocatori Junior, specialmente quelli che si metteno in evidenza nei Campionati Nazionali Juniores degli Stati Uniti, di solito ricevono allettanti offerte dagli allenatori delle maggiori universita’ per andare a giocare al College. E chi non proviene da una famiglia sufficientemente agiata o non viene corteggiato dalle grandi case di abbigliamento e di racchette, puo’ decidere di accettare l’offerta del College per finanziare il suo tennis senza disdegnare quel pezzo di carta che un domani potra’ tornare utile. Il “canale” universitario non viene utilizzato solo da tennisti sfigati e privi di talento. Pensate a Benjamin Becker, il tennista che verra’ ricordato per aver scritto la parola fine sulla carriera di Andre Agassi. L’omonimo, nonche’ connazionale, del piu’ famoso Boris Becker e’ stato l’idolo cheer leaders a Baylor, Houston, Tx, quando, nel 2004, da studente di finanza e affari internazionali ha vinto gli NCAA Championships. Persino Ryan Sweeting, dopo aver vinto a 18 anni gli US Open Junior e i Campionati panamericani “Chanda Rubin” e’ stato per un anno matricola del roster di University of Florida, prima di passare definitivamente al professionismo. Nell’ultima edizione dello US Open Sweeting ha mostrato le sue qualita’ in un Torneo dello Slam portando Olivier Rochus al quinto set e incassando un assegno di 26.500 dollari, oro colato per lui che normalmente gioca i futures. Anche a Delray Ryan e’ partito con il piede giusto, liquidando 6-2 6-2 un solido top 100 come Simon Greul, galvanizzato dal fatto di esser stato scelto come sparring partner di Roddick, Blake e i Bryan, impegnati la settimana prossima a Ostrava, nel tie di Davis Cup contro la Repubblica Ceca. Sweeting saltera’ un Torneo Challenger per partecipare all’Evento. Inoltre, chi si trova a Delray puo’ godersi lo spettacolo di veder giocare e di assistere alle sessioni di allenamento di gente come James Blake e Tommy Haas, due che ne rettangolo si muovono con la compatta disinvoltura tipica del top player. Tommy, detentore del titolo a Delray, reduce dalla Semi a Melbourne e molto amato da queste parti, ha sofferto molto, rischiando di perdere il primo match contro Yen-Hsun Lu. Dulcis in fundo, Davide Sanguinetti, il piu’ americano dei tennisti italiani, vincitore dell’edizione 2002 del Torneo, stasera si giochera’ un posto nei Quarti contro Amer Delic, altra vecchia conoscenza dei campionati NCAA, che fu il primo bosniaco nella storia del tennis a vincere un match agli US Open. Tutto questo succede a Delray Beach, poco meno 65mila residenti, nella Contea di Palm Beach.
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Tuesday, January 30, 2007
Sapevate che..
Con l’affermazione a sorpresa di Brydan Klein, 17 anni appena compiuti, un australiano torna a vincere il Torneo Junior dell’Open d’Australia, interrompendo un digiuno di 13 anni. Fu Ben Ellwood, nel 1994, l’ultimo ‘aussie’ a vincere il titolo. Con Madison Brengle e’, invece, il tennis americano ritrova una finalista dopo 15 anni (nel 1992 la Davenport fu sconfitta in finale dall’australiana Joanne Limmer).
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Etichette: Pianeta Junior
Un ranking...stimolante!
Il ranking e’ da molti anni a questa parte la mia lettura da gabinetto preferita. Ha sostituito i fumetti, almeno ogni lunedi’. Al momento in cui scrivo David Nalbandian è fuori dai Top 10, per la prima volta dal novembre 2005. Fa il suo ingresso tra i primi dieci Tommy Haas, dopo circa oltre 4 anni dalla sua ultima presenza nel “Club” ristretto. Come già anticipato, Gonzalez raggiunge la posizione n.5, che coincide anche con il suo best ranking. Tra coloro che hanno raggiunto il best ranking, vi segnalo: Djokovic (n.13), Murray (n.14), Del Potro (n.67), Vassallo Arguello (n.72), Udomchoke (n.77), Bozoljac (n.101), Zverev (n.130) e il buon Fabio Fognini, che entra per la prima volta nei primi 200 (al n.194) dopo aver disputato la finale del Challenger di Santiago, in Cile. Molto vicino al suo best ranking e’ Montocourt, dopo aver incassato i punti della vittoria del Torneo Challenger di Durban. In campo femminile, Serena Williams, che in un anno ha giocato solo 8 tornei, balza dalla posizione n. 81 alla n.14. Jelena Jankovic entra per la prima volta in carriera tra le Top 10, Nicole Vaidisova raggiunge il suo best ranking (n.9 al mondo a 17 anni). Martina Hingis scavalca Nadia Petrova e raggiunge il suo best ranking dopo il comeback (n.6). Schiavone e Pennetta arretrano ulteriormente, mentre Roberta Vinci e’ di nuovo fuori dalle prime 100. Lucie Safarova recupera una posizione più adeguata alla qualita’ del suo tennis, passando dal n.70 al n.31. Raggiungono il best ranking Garbin (n.28), Poutchkova (n.34), Radwanska (n.46), Birnerova (n.59) e Azarenka (n.73). Alicia Molik rientra tra le prime 100, mentre Tamira Paszek, 16 anni appena compiuti, passa dal n.187 al n.124.
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Michael_Pemulis
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Etichette: Ranking
Monday, January 29, 2007
AO 2007: vincono Serena e Roger.
Sia Serena Williams che Roger Federer vincono le rispettive finali senza cedere un set. L’edizione 2007 degli Open d’Australia suggella il trionfo dei piu’ forti giocatori del circuito, a prescindere dal computer e dal ranking. Le due vittorie hanno genesi molto differenti, poiche’ Federer era l’indiscusso favorito, il giocatore sempre piu’ difficile da battere, mentre Serena era l’outsider di lusso. Federer vince il Torneo senza cedere un set – era dai tempi di Borg che non accadeva in uno Slam – Serena rischia contro la Petrova e contro la Peer, ma in finale annichilisce la sua avversaria. A proposito della finale femminile, e’ curioso che Maria Sharapova, dopo aver ricevuto una lezione di tennis che evidenzia tutti i suoi limiti tecnici, chiuda il Torneo riguadagnando la prima posizione nel ranking mondiale. Le due finali hanno una storia completamente diversa: Serena Williams gioca una partita perfetta – per un momento ho pensato che potesse vincere 6-0 6-0 – annullando la sua avversaria col servizio e – soprattutto – con la risposta al servizio; mentre per superare un ottimo Gonzalez c’e’ bisogno del miglior Federer, che lavora ai fianchi l’avversario, annulla due set point nel primo set e si impone alla distanza. Se la Sharapova non entra mai in partita, il cileno e’ aggressivo sin dall’avvio e gioca uno straordinario primo set, che ha il suo momento cruciale nel decimo game. Fena, dopo aver breakkato Roger nel game precedente, serve sul 5-4 e si procura due set point: sul primo Roger compie una magia, prendendo la rete, in controtempo, dopo uno stretto di rovescio, e chiudendo il punto con una voleé; sul secondo set point Fena forza e sbaglia un diritto sul quale arriva male con i piedi. E in men che non si dica il cileno subisce in controbreak. Da quel momento in poi lo svizzero riduce al minimo gli errori , prende in mano il gioco, costringendo l’avversario ad arretrare e a remare su angoli impossibili. Se a questo aggiungiamo che il n.1 al mondo regala le sue solite magie e sul suo servizio non concede praticamente piu’ nulla, anche per il miglior Gonzalez non c’e’ chance: 7-6 6-4 6-4 il punteggio finale in meno di 2 ore e mezza di gioco.
Il punto più bello del match: uno scambio da 13 colpi sul 5 pari, 15 pari, nel primo set. Gran lob di Fena, al quale Roger risponde con una veronica che chiama a rete l’avversario, il quale replica con un missile di rovescio. Solo uno con i riflessi di Federer, su questo colpo riesce a giocare una voleé di opposizione diabolicamente profonda che costringe il cileno ad un disperato quanto difficile passante giocato correndo all’indietro, che da il tempo a Rogi di prender la rete e di chiudere con una comoda voleé di dritto.
La magia delle magie: Federer appena dietro la linea di fondocampo che finta il passante lungo linea di diritto e con una vellutata azione di sfregamento della corde sul retro della palla tira fuori un lob telecomandato, con un finale del movimento anomalo e assolutamente impossibile da descrivere.
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Michael_Pemulis
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Etichette: Aussie Open 2007
Friday, January 26, 2007
91 minuti di fuochi d’artificio.
Dopo la passeggiata di Federer, i fuochi d’artificio di Gonzalez. Mai viste due semifinali cosi’ rapide in uno Slam, due mis-match cosi’ evidenti, due partite cosi' monotematiche. Il cileno ha rasentato la perfezione: 3 errori non forzati in totale (tutti concentrati nel secondo set). Il match inizia con un parziale di 11 a 0, con Fena che prende il tempo all’avversario e lo costringe ad indietreggiare, nel tentativo di opporsi alle sue rasoiate. I punti scorrono veloci, ad un ritmo incessante: vincente di diritto, vincente di rovescio, voleé vincente, smorzata vincente, ace e servizio vincente, specialmente il diabolico servizio slice da destra, che l’ex (?) Bombardiere usa come un apriscatole per avere campo aperto dopo l’eventuale risposta del tedesco. Un refrain che si ripete senza soluzione di continuità, come un campione dentro una base musicale di Gangsta-Hip Hop. Una roba impressionante. Cosi’ Gonzalez vince il Torneo degli Umani e incute qualche dubbio nell’Alieno di Basilea, che avra’ seguito con attenzione lo showcase del suo prossimo avversario. E i book-maker vanno in agitazione, sono costretti ad abbassare le quote di Fena. Azzardo un’ipotesi: se il cileno non sarà vittima della Sindrome da Brigata Federer, se giochera’ il suo tennis senza lasciarsi condizionare dal bilancio di 0-9 negli scontri diretti, assisteremo ad un grande match. E se ci pensate bene lo sfidante ha un vantaggio: il suo torneo l’ha già vinto, gioca con meno pressione, con l’unico obiettivo di evitare la figuraccia e di – perche’ no – essere all’altezza della situazione.
Buon Tennis a tutti, ci aggiorniamo a lunedi.
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Michael_Pemulis
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Etichette: Aussie Open 2007
Terza di Copertina.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.