Dopo la passeggiata di Federer, i fuochi d’artificio di Gonzalez. Mai viste due semifinali cosi’ rapide in uno Slam, due mis-match cosi’ evidenti, due partite cosi' monotematiche. Il cileno ha rasentato la perfezione: 3 errori non forzati in totale (tutti concentrati nel secondo set). Il match inizia con un parziale di 11 a 0, con Fena che prende il tempo all’avversario e lo costringe ad indietreggiare, nel tentativo di opporsi alle sue rasoiate. I punti scorrono veloci, ad un ritmo incessante: vincente di diritto, vincente di rovescio, voleé vincente, smorzata vincente, ace e servizio vincente, specialmente il diabolico servizio slice da destra, che l’ex (?) Bombardiere usa come un apriscatole per avere campo aperto dopo l’eventuale risposta del tedesco. Un refrain che si ripete senza soluzione di continuità, come un campione dentro una base musicale di Gangsta-Hip Hop. Una roba impressionante. Cosi’ Gonzalez vince il Torneo degli Umani e incute qualche dubbio nell’Alieno di Basilea, che avra’ seguito con attenzione lo showcase del suo prossimo avversario. E i book-maker vanno in agitazione, sono costretti ad abbassare le quote di Fena. Azzardo un’ipotesi: se il cileno non sarà vittima della Sindrome da Brigata Federer, se giochera’ il suo tennis senza lasciarsi condizionare dal bilancio di 0-9 negli scontri diretti, assisteremo ad un grande match. E se ci pensate bene lo sfidante ha un vantaggio: il suo torneo l’ha già vinto, gioca con meno pressione, con l’unico obiettivo di evitare la figuraccia e di – perche’ no – essere all’altezza della situazione.
Buon Tennis a tutti, ci aggiorniamo a lunedi.
Friday, January 26, 2007
91 minuti di fuochi d’artificio.
Pubblicato da Michael_Pemulis alle 5:52 PM
Etichette: Aussie Open 2007
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Terza di Copertina.
"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
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