Il bastimento indiano affonda a poche miglia dal molo di destinazione e il sogno – che nel corso della competizione si tramuta in speranza – si sgretola come un palazzo nei film di John Woo. In senso sportivo, più che di un omicidio, si è trattato di un suicidio, perchè il kalashnikov di Sania Mirza si è inceppato proprio sul più bello, nel match decisivo contro la spagnola Anabel Medina Garrigues. 61 errori non forzati sono francamente troppi per vincere un match, ma l’indiana non è capace – o non ha la minima intenzione – di praticare un tennis diverso dal “tutto o niente”. Se nel primo set le riesce di ribaltare lo svantaggio iniziale, portandosi dall’1-3 al 6-3 – complice anche un’avversaria troppo nervosa e contratta – è nel secondo set che Sania mostra tutti i suoi limiti - per non dire follia - nella selezione dei colpi. Alla spagnola basta mettere una palla “lavorata” in campo, senza spingere, e la Mirza fa tutto da sola, girando il carosello degli errori gratuiti. In men che non si dica è 6-1 per Anabel. Nel terzo set la tensione sale ulteriormente, ma in ogni caso quest’ultima riesce a capitalizzare una delle tre palle break a disposizione. Ed è il punto che manda virtualmente in finale la Spagna, perchè – si sa' – Bopanna non può competere contro Robredo. Il doppio misto è esibizione allo stato puro – e che esibizione! – perchè nel frattempo Berdych si è fatto uccellare da Mario Ancic. Due immagini che non cancellerò mai dalla mente: Anabel che si cimenta in un passo di danza nel corso del match di doppio misto; Anabel e Sania che si lasciano cadere all’unisono, stremate, dopo uno scambio durissimo di oltre venti colpi.
Thursday, January 04, 2007
Hopman Cup: la Spagna raggiunge la Russia in finale.
Pubblicato da Michael_Pemulis alle 7:29 PM
Etichette: Hopman Cup 2007
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Terza di Copertina.
"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
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