Partenza col botto per gli statunitensi impegnati nella parte alta del tabellone maschile. Sei vittorie ed una sola sconfitta: non male per un Paese che da tempo viene considerato tennisticamente allo sbando. Vi dirò di più: la prestazione più opaca è quella offerta da Andy Roddick. Lo yankie di Omaha si imbatte nel 21enne di Le Mans Jo-Wilfried Tsonga (n. 212 al mondo), che serve bene e prende subito in mano il controllo dello scambio. A-Rod, sotto di un set (chiuso con un epico tie-break da 38 punti giocati) e di un break, pensa bene di metterla sulla rissa, provocando e apostrofando ripetutamente il suo avversario, e la cosa funziona alla grande, perchè alla lunga Tsonga smarrisce la lucidità e commette tanti errori, concedendo quattro break e, soprattutto, perdendo nettamente il decisivo tie-break del secondo set. Conclusione: A-Rod si impone 6-7 7-6 6-3 6-3, scacciando i fantasmi di un’eliminazione shock. Quanto al resto del contingente americano, nel contesto di una buona prestazione collettiva, oltre alla prova di Fish, meritano un cenno le prestazioni di Sam Querrey (che ha preparato questo Slam allenandosi in Texas insieme a A-Rod) e al qualificato Zach Fleishman, che estromettono dal Torneo rispettivamente le due teste di serie argentine Jose Acasuso e Agustin Calleri. Chi invece non riesce ad evitare la sconfitta shock è Ivan Ljubicic, sconfitto 6-4 6-7 4-6 4-6 da un Mardy Fish in palla. La disfatta di Ljubo è abbastanza strana e merita una breve analisi: Ivan parte bene e gioca un gran primo set, al termine del quale chiama un “injury time out” e, da quel momento, l’inerzia della gara cambia completamente, c’e’ un solo giocatore in campo – che è Fish – Ljubicic gioca come un ragioniere alla domenica e viene puntualmente castigato. A Fish va comunque dato il merito di essere aggressivo per gran parte del match – un atteggiamento che induce spesso all’errore il suo avversario - e di esser meno falloso del solito sul diritto. Una curiosità su Ivan Ljubicic: l’attuale n. 4 al mondo, nei 30 tornei dello Slam disputati, è andato solo 2 volte oltre il terzo turno (entrambe nel 2006, QF a Melbourne e Semi a Parigi). Infine, due parole sull’esordio di Roger Federer: partenza col freno a mano tirato per lo svizzero, che subisce 3 break nel primo set e va sotto 3 a 5; da quel momento Re Leone non sbaglia più nulla, mette a segno un parziale di 11 giochi a zero, regalando al pubblico momenti di tennis stellare. La pratica viene archiviata con un 7-5 6-0 6-4 e va detto che Bjorn Phau non ha affatto giocato male, e soprattutto in difesa ha remato alla grande, correndo come una lepre per tirar su dei lob difensivi da posizioni impossibili. Consentitemi una lettura parallela: Federer inizia il match che è ancora addormentato, ad un certo punto si sveglia e gioca da campione, Roddick viene messo alle corde da Tsonga e reagisce da “hooligan”. Non me ne vogliano i numerosi fan di Andy, ma credo che le reazioni differenti spieghino bene il gap esistente tra i due. Bracciali e Volandri. Chi? Daniele Bracciali e Filippo Volandri! Come ha detto? Non sento, mi scusi ma la linea deve esser molto disturbata, la richiamo io più tardi. OK? :-)
Monday, January 15, 2007
AO, sintesi della prima giornata (Singolare Maschile)
Pubblicato da Michael_Pemulis alle 4:06 PM
Etichette: Aussie Open 2007
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Terza di Copertina.
"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
3 comments:
scusa eh, ma marat????
marat ha giocato nella sessione serale, quando il pezzo l'avevo gia' chiuso! :-)
vabbè per questa volta sei scusato...ma che non si ripeta più!!! ;-p
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