Sia Serena Williams che Roger Federer vincono le rispettive finali senza cedere un set. L’edizione 2007 degli Open d’Australia suggella il trionfo dei piu’ forti giocatori del circuito, a prescindere dal computer e dal ranking. Le due vittorie hanno genesi molto differenti, poiche’ Federer era l’indiscusso favorito, il giocatore sempre piu’ difficile da battere, mentre Serena era l’outsider di lusso. Federer vince il Torneo senza cedere un set – era dai tempi di Borg che non accadeva in uno Slam – Serena rischia contro la Petrova e contro la Peer, ma in finale annichilisce la sua avversaria. A proposito della finale femminile, e’ curioso che Maria Sharapova, dopo aver ricevuto una lezione di tennis che evidenzia tutti i suoi limiti tecnici, chiuda il Torneo riguadagnando la prima posizione nel ranking mondiale. Le due finali hanno una storia completamente diversa: Serena Williams gioca una partita perfetta – per un momento ho pensato che potesse vincere 6-0 6-0 – annullando la sua avversaria col servizio e – soprattutto – con la risposta al servizio; mentre per superare un ottimo Gonzalez c’e’ bisogno del miglior Federer, che lavora ai fianchi l’avversario, annulla due set point nel primo set e si impone alla distanza. Se la Sharapova non entra mai in partita, il cileno e’ aggressivo sin dall’avvio e gioca uno straordinario primo set, che ha il suo momento cruciale nel decimo game. Fena, dopo aver breakkato Roger nel game precedente, serve sul 5-4 e si procura due set point: sul primo Roger compie una magia, prendendo la rete, in controtempo, dopo uno stretto di rovescio, e chiudendo il punto con una voleé; sul secondo set point Fena forza e sbaglia un diritto sul quale arriva male con i piedi. E in men che non si dica il cileno subisce in controbreak. Da quel momento in poi lo svizzero riduce al minimo gli errori , prende in mano il gioco, costringendo l’avversario ad arretrare e a remare su angoli impossibili. Se a questo aggiungiamo che il n.1 al mondo regala le sue solite magie e sul suo servizio non concede praticamente piu’ nulla, anche per il miglior Gonzalez non c’e’ chance: 7-6 6-4 6-4 il punteggio finale in meno di 2 ore e mezza di gioco.
Il punto più bello del match: uno scambio da 13 colpi sul 5 pari, 15 pari, nel primo set. Gran lob di Fena, al quale Roger risponde con una veronica che chiama a rete l’avversario, il quale replica con un missile di rovescio. Solo uno con i riflessi di Federer, su questo colpo riesce a giocare una voleé di opposizione diabolicamente profonda che costringe il cileno ad un disperato quanto difficile passante giocato correndo all’indietro, che da il tempo a Rogi di prender la rete e di chiudere con una comoda voleé di dritto.
La magia delle magie: Federer appena dietro la linea di fondocampo che finta il passante lungo linea di diritto e con una vellutata azione di sfregamento della corde sul retro della palla tira fuori un lob telecomandato, con un finale del movimento anomalo e assolutamente impossibile da descrivere.
Monday, January 29, 2007
AO 2007: vincono Serena e Roger.
Pubblicato da Michael_Pemulis alle 10:41 AM
Etichette: Aussie Open 2007
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Terza di Copertina.
"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
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