Il Gruppo Rosso, detto anche “Gruppo della Morte”, emette il suo verdetto: Federer e Nalbandian in semifinale, Roddick e Ljubicic a casa. Sara’ pertanto il pingue argentino a sfidare James Blake per un posto nella finale di Shangai. Sembrava spacciato il sudamericano, eppure batte nettamente Andy Roddick in due set. O meglio: vince nettamente contro il lontano parente del “fighter” che 48 ore prima si era procurato 3 match point contro Roger Federer. Un Andy Roddick a due facce, involontario protagonista del remake tennistico dello “strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde”. Tanto solido, reattivo, sostanzialmente ingiocabile sul proprio servizio il Roddick visto contro lo svizzero superstar; quanto scialbo, inconcludente, arrendevole il giocatore visto in campo oggi. Assistendo al match si avverte la sensazione netta che l’americano, quando non “rolla” un ace (18 e’ lo score di oggi), non sappia cosa fare e non esca “vivo” dallo scambio. Una sorta di alter ego di Ivo Karlovic. In effetti, se scorporiamo gli ace dai punti ricavati con il proprio servizio e analizziamo solo gli scambi, il quadro che emerge e’ impietoso: 18 punti su 34 con la prima e 5 punti su 17 con la seconda. Grazie a Dio che lo yankie mette in campo il 75% di prime, evitando cosi’ il salasso. La sconfitta subita ha anche l’aggravante: nel secondo set Nalbandian concede all’americano una chance di rientrare in partita, subendo il break quando va a servire per il match. Ma Roddick getta alle ortiche la grossa opportunita’, perdendo l’ennesimo tiebreak (A-Rod ha perso 10 degli ultimi t.b. giocati) ed uscendo definitivamente di scena dal Masters di Shangai. Quanto all’argentino, con oltre 30 vincenti ha surclassato l’avversario negli scambi, “mitragliandolo” di passanti tutte le volte che ha provato a prender la rete.
Nel secondo match di singolare in programma, Federer ha confermato di essere un gran professionista, serio, per niente calcolatore, corretto ai limiti dell’autolesionismo: se avesse perso da Ljubo, infatti, avrebbe in un sol colpo eliminato dal Torneo la sua “bestia nera” Nalbandian ed evitato un’eventuale semifinale contro Nadal.
Ma i colpi di scena non finiscono qui, perche’ nel doppio i fratelli Brian si fanno “uccellare” dal caldissimo duo Hanley/Ullyett, sinora imbattuto dopo 3 match giocati, subendo l’onta dell’eliminazione nel round-robin del Gruppo Rosso. Una previsione tutto sommato plausibile: A-Rod & “The Brians” domani potrebbero viaggiare sullo stesso aereo. Gran brutta storia per il tennis americano, da poco orfano di Andre Agassi. E meno male che c’e’ Blake a tener vive le speranze!
Thursday, November 16, 2006
ATP Masters Cup, 2006: lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde.
Pubblicato da Michael_Pemulis alle 6:28 PM
Etichette: ATP Masters Cup 2006
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
Terza di Copertina.
"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
1 comment:
Penso che con il suo gioco Roddick non avrebbe potuto essere un numero uno, o almeno non per un lungo periodo, anche senza Federer.
Post a Comment