Proviamo a dare un senso ed una chiave di lettura alla maratona di match di singolare che ha contrassegnato il terzo giorno del BNP Paribas Masters.
Il torneo è orfano di Federer, Nadal, Ljubicic, Roddick e Naldandian. In pratica, gioca solo chi ha fame di punti, sia per contendere gli ultimi tre posti disponibili per il Master, sia per scalare il ranking e magari disputare il primo Slam dell’anno come testa di serie. Ma non è tutto. In questa fase della stagione, i tennisti sono talmente “bolliti” (o “spremuti”) che in campo può accadere di tutto. Da Tomas Berdych (detentore del titolo e con un barlume di speranza di guadagnare un posto a Shangai) che fatica a trovare la concentrazione contro un ostico (per lui) Olivier Rochus; a un Novak Djokovic che mostra i suoi limiti di talento “in erba” perdendo dall’imprevedibile (di solito in negativo) Mathieu; passando per i suicidi di Gonzalez e Grosjean che buttano via due match già vinti contro i rispettivi avversari, Benneteau e Robredo. Proprio questi ultimi due match sono decisivi ai fini del Masters di Shangai: lo “scoppiato” Gonzalez, perdendo da Benneteau, è in teoria fuori dai giochi; Robredo, resuscitato da un Grosjean per metà folle e per meta infortunato alla coscia destra, rientra in corsa proprio quando sembrava non crederci più neanche lui. Uno “svogliato” Bracciali viene liquidato in 63 minuti da Jarkko Niemien che quando mette la prima in campo fa’ 22 punti su 25 disponibili. Mario Ancic, altro contendente una “poltrona” per Shangai, nonchè reduce dalla vittoria di San Pietroburgo, fatica a dir poco contro il bravo quanto ingenuo Kristov Vliegen. Per non parlare di Blake e “Tommaso” Haas, che riescono a piegare i rispettivi avversari (entrambi francesi) solo dopo due ore di gioco. Il solo a fare sfoggio di classe cristallina è il beniamino di casa Richard Gasquet, che in orario improponibile (per il pubblico ma anche per gli stessi giocatori), mette in mostra la sua straordinaria gamma di colpi contro Wawrinka. Vado a memoria, ma credo di non aver mai assistito ad un match nel quale il campioncino d’oltralpe mette in campo l’80% di prime e lascia all’avversario solo 11 punti su 51 disponibili nei propri turni di servizio. Gasquet, ecco, forse l’unico a meritare di vincere questo torneo, Safin permettendo. Un torneo da vincere “ai saldi” di fine stagione, che permetterebbe al francesino di tornare a ridosso dei top 10. Vedremo.
Thursday, November 02, 2006
Pazza (a tratti shizofrenica) la Maratona di Bercy
Pubblicato da Michael_Pemulis alle 3:50 PM
Etichette: BNP Paribas 2006
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Terza di Copertina.
"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
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