Il solidissimo Davydenko mantiene i favori del pronostico e concede solo 5 game a Dominik Hrbaty nella finale di Parigi, aggiudicandosi il primo Masters Series in carriera. Continua l’ascesa dell’infaticabile russo che scalza Ivan Ljubicic dal podio del ranking mondiale, conquistando la terza posizione (che ovviamente rappresenta il best ranking per Nikolay).
Passiamo ad una breve analisi delle statistiche del torneo, alla ricerca di qualche dato interessante.
Si sa che Davydenko è un grande runner ed un efficace ribattitore, ma in questo torneo è stato implacabile al servizio, avendo in pratica concesso poco o nulla sui propri turni di battuta.
Nello specifico:
Con la prima ‘Kolya’ ha portato a casa l’85% dei punti disponibili; una statistica strabiliante. Sulla seconda è stato discreto, ma non eccellente (54% dei punti), ha messo in campo mediamente il 65% di prime. Che dire della sua lucidità nei punti importanti: ha annullato ben 11 delle 13 palle break (una miseria) concesse in tutto il torneo (è stato breakkato misteriosamente per ben due volte soltanto da Mr. Robredo). Infine, ma è scontato, gli ace hanno poco peso sui punti ricavati dalla prima: 26 ace contro 154 punti incamerati (come dire che all’incirca un punto su sei con la prima è un ace).
Le statistiche dicono poco sullo slovacco Hrbaty, runner up di questa edizione del torneo: ha servito benino la prima, anche se con percentuali non elevate (54% di prime in campo), intascando il 72% dei punti disponibili; un dato in sé non eccellente ma sicuramente oltre lo standard di Dominik, che notoriamente non serve alla grande. In risposta l’airone di Bratislava ha confermato il suo standard di buon ribattitore, soprattutto sulla seconda dell’avversario, dalla quale ha ricavato in media il 61% dei punti, procurandosi ben 44 palle break su 50 game di risposta disputati, di cui solo 17 convertite (nella finale, in cui non c’e’ stato match, Hrbaty ha in ogni caso avuto 7 palle break, tutte annullate da Davydenko).
Chi merita davvero di essere citato nella statistiche, nonostante abbia giocato solo tre match, è Marat Safin. Chapeau per Marat, che sta servendo da un po’ in maniera straordinaria. A Bercy mette a segno 36 ace su 122 punti ricavati dalla prima di servizio: in questo caso l’ace è un fattore, poiché il 30% di punti incassati con la prima sono ace. Ma non è tutto, perchè Marat mette anche il 72% di prime in campo (meglio di Davydenko e di Robredo) e con la seconda porta a casa più punti di tutti (il 61%). Gioca anche molto bene i punti importanti: sul proprio servizio il russo annulla 8 palle break su 11 concesse (si tenga presente che nei quarti contro Haas l’unico break subito, su un totale di due misere palle break concesse in tre set, gli costerà parte del match; l’altra parte è legata all’osceno e sciagurato tie-break disputato nel primo set).
Un servizio degno di nota è, infine, quello di Vliegen, giocatore un po’ acerbo che piace molto a Pemulis: 24 ace in due match, con il 76% di punti ricavati dalla prima e con un ottimo 57% guadagnato con la seconda (solo Safin ha fatto meglio con la seconda). E’ davvero un ragazzo interessante Kristof, Pem vi consiglia di seguirlo, ha tanto margine di miglioramento nei colpi a rimbalzo, nonostante la sua statura elevata incida negativamente sulla coordinazione. Con questo è tutto per Parigi Bercy, a presto. Pem.
Monday, November 06, 2006
BNP Paribas Masters Paris 2006 – Stats
Pubblicato da Michael_Pemulis alle 11:37 AM
Etichette: BNP Paribas 2006
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Terza di Copertina.
"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
1 comment:
Essenso io un amante del servizio (nn potevate aspettarvi altro da un grande fan di Roddick), nn posso essere che strabiliato dalle percentuali di Davydenko e soprattutto contento di vedere che Marat torna a servire ai livelli di qualche anno fa. Una bella sorpresa x me è stato Vligen, giocatore che tra l' altro conosco poco e su cui mi piacerebbe sapere di più. Infine concludo con un auspicio: che Safin torni ad essere quello di due anni fa xkè è l' unico che può mettere i bastoni fra le ruote all' egemonia che Federer e Nadal stanno imponendo sul circuito maschile.
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