Wednesday, November 08, 2006

SEC Madrid 2006, Day 1: analisi dei match

Dopo la premessa contenuta nel post precedente, proviamo ad entrare maggiormente nel dettaglio:
1) Nel primo match un’Amelie imbarazzante (quanto a condizione fisica e non solo) rimedia un perentorio doppio 6-2 da Nadiona. Lo score e’ pesante come un macigno, ma rispecchia fedelmente quanto visto sul campo. Amelie, che pare abbia ripreso a colpire la palla solo il giorno prima del match, si inabissa in un oceano d’errori, tradita dal suo rovescio e da una velocita’ d’uscita del servizio da junior player (in questo caso la lentezza del gesto e’ da attribuire al recente infortunio alla spalla). Pem era stato preventivamente informato delle pessime condizioni della francese, ma cio’ nonostante, senza giri di parole, le chiederebbe: Amelie, cosa sei venuta a fare a Madrid? OK, devi difendere il titolo e tantissimi punti. OK, sei diversa da Justine, accetti di giocare quando non sei al 100%. Corretto e lodevole se vogliamo. Ma il tuo essere al 50%, senza pratica e totalmente fuori giri nei colpi, non ti permette di vincere non solo contro Nadiona, ma anche contro (esempi a caso) la Bondarenko o la Kanepi. Qualcuno dubita che quest’Amelie possa scendere in campo contro la Henin nel prossimo match, ma la attuale numero 1 in conferenza stampa spegne ogni voce a riguardo, affermando che non si ritirera’ dal torneo, che la sua sconfitta non e’ da attribuire al recente infortunio e all’assenza di pratica, ma ad una serie di stupidi evitabili errori. Parola di Amelie. Scorrendo rapidamente le statistiche, puo’ sembrare assurdo ma Pem, contro quest’avversaria, si aspettava qualcosa in piu’ dalla notoriamente devastante prima di servizio della Petrova: solo 3 ace, e soltanto (si fa per dire) il 75% dei punti incassati con la prima.
2) Passeggiata-passerella-red carpet per Maria Sharapova contro la connazionale Dementieva, che ripropone a Madrid tutti i suoi limiti: 15 doppi falli, 2 turni di servizio tenuti su 9 disputati, per un totale di 13 palle break concesse all’avversaria, nel primo set un punto su nove con la prima di servizio. Sembra assurdo ma se avesse servito sempre Maria (il cui servizio ieri non e’ stato devastante, forse per merito dell’avversaria che è molto brava in ribattuta), il match probabilmente sarebbe finito 6-4 6-4. Dicevamo del servizio della tigre di Nyagan: 0 ace e un doppio fallo, appena il 67% di punti con la prima ed un misero 42% con la seconda.
3) Bello e, a tratti, altamente spettacolare il match tra Justine Henin e Martina Hingis, l’unico concluso al terzo set in poco meno di due ore di gioco. Un match che riscatta l’intera giornata e nel quale c’e’ dentro di tutto di piu’: l’anticipo di Justine sui colpi a rimbalzo e’ da brivido, e’ incredibile come un braccino ed un corpo cosi’ esile riescano a generare una tal energia e una tale velocita’ di palla; entrambe hanno un piano tattico, ma quello della belga e’ piu’ efficace nel complesso, perche’ riesce ad aggredire Martina, a fare serve and volley quando e’ il caso, evitando in generale lo scambio prolungato con l’avversaria; quando la doccia e’ vicina (6-2 5-2) Martina riemerge dalle acque scure e livide del “pozzo” nel quale e’ sprofondata e, complice un calo dell’avversaria, si mette a giocare come sa e come deve, muovendo l’avversaria a destra e sinistra con rovesci profondi e spesso chiudendo il punto con attacchi in controtempo; il tie-break del secondo set e’ da cineteca, gli ultimi due punti di Martina sono da pelle d’oca (forse il penultimo, il lungolinea di diritto che lambisce il paletto di sostegno, quello del 6-5, e’ il punto piu’ bello della giornata), la Hingis trova anche le energie per breakkare Justine nel primo gioco del terzo set, ma poi l’interruttore si spegne per l’elvetica e la Henin infila sei giochi consecutivi portando a casa il match. Nota stonata: il servizio della Henin e’ insufficiente (lancio palla basso e impatto basso = tante prime affossate) e molto al di sotto del suo standard, con 0 ace e 9 doppi falli, solo il 54% dei punti ricavati dalla prima. Il servizietto di Martina lo conosciamo, ma non è poi tanto al di sotto dello standard: 9 nove break su 13 turni di servizio e’ uno score pesante, ma dall’altra parte della rete c’e’ la Henin, non una qualunque, e Justine sulla seconda di Martina va a nozze, concedendole un esiguo 38% di punti.

2 comments:

Anonymous said...

però è da notare una cosa: ieri elena è riuscita a battere miss nonmelatiropegnente nel computo degli ace! incredibile. incredibile ma ho scoperto la tattica della dementieva: lei dice "io non posso giocare bene come maria? ok, allora faccio in modo che maria giochi male come me!" ecco perchè nel secondo set la sharapova ha servito male: trascinata nel vortice del doppiofallismo di elena!!!

Michael_Pemulis said...

acuta osservazione, solo che il saldo tra ace e doppi falli e' di -1 per Maria, contro un -13 per Lena D. Non voglio pensare cosa sarebbe successo se Maria avesse servito sul suo standard :-)

Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.