Una Justine Henin a tratti ingiocabile celebra il suo ritorno ai vertici del Ranking vincendo la finale del Masters di Madrid. Probabilmente Pem esagera, ma la Henin di ieri avrebbe battuto anche qualche maschietto tra i primi ducecento delle classifiche ATP. Il diritto in top della belga, pesante come un macigno e profondo come una ferita procurata da una spada da samurai, è ingestibile anche per un artista dei recuperi come la Mauresmo. Per non parlare della risposta di Justine: vero e’ che la sua avversaria non serve alla grande, soprattutto varia poco nelle angolazioni (leggi: serve sempre allo stesso punto), ma Pem sfida chiunque a procurarsi 16 palle break in 10 turni di risposta al servizio di Amelie. Ed e’ proprio nei turni di risposta che si decide il match: 6 break della Henin, contro 3 break della Mauresmo.
Se proprio vogliamo trovare una sbavatura nella performance della vincitrice del Torneo, c’e’ da dire che sulla seconda di servizio fa molta fatica a imporre il suo ritmo. E a ritmi bassi e’ piu’ facile che il punto la faccia la Mauresmo. Conseguenza: sei punti su 19 con la seconda e una sola palla break annullata su quattro concesse.
Vincendo questa partita, la Henin riporta in parita’ il saldo del testa a testa contro la rivale francese: siamo sul 6 pari. La prima volte le due si sono affrontate nel lontano 1999 e la netta sensazione e’ che nel 2007 le vedremo di nuovo incrociare le racchette.
Allez, Justine ed abbi cura delle tue ginocchia. Ci vediamo per il test di Sidney, preparatorio e propedeutico all’Aussie Open.
Monday, November 13, 2006
SEC Madrid, 2006: Allez Justine
Pubblicato da Michael_Pemulis alle 11:21 AM
Etichette: WTA Masters Cup 2006
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Terza di Copertina.
"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
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