Il quarto giorno del torneo è quello della fuoriuscita dei francesi: Benneteau e Mathieu perdono (nettamente il primo, con onore il secondo) da avversari tecnicamente superiori; il talentuoso Riccardino – favorito di Pemulis per il titolo – è costretto al ritiro da quella che parrebbe essere una lesione muscolare alla coscia destra. E che lesione! Il sito ufficiale del torneo parla di due centimetri di lesione. Pem, che è reduce da un pernicioso strappo muscolare di 5 mm al quadricipite sinistro, si augura si tratti di un refuso. Dicevamo, francesi fuori e niente match di cartello tra Safin e Gasquet, per la gioia immensa di Cedric Pioline, che è direttore del torneo di Parigi.
Partiamo con chi ha impressionato (in negativo) Pemulis: il moccioso Andy Murray, ha dei seri problemi con il servizio. Aveva ragione Gilbert quest’estate. E’ un peccato perchè il ragazzo ha una gran mano, forse uno dei migliori passanti del circuito, ma con quel servizio leggero, falloso e all’apparenza scoordinato (avete notato il lancio palla di Murray?) che si ritrova, è stato già tanto approdare nei top-20. E’ curioso che Murray, nel 2006 sia stato l’unico a battere Roger se si esclude Rafa. E lo ha sconfitto a Cincy, in una partita che è stata un festival di break e di palle break. Morale: “Serving Ugly”, potrebbe essere il titolo di una potenziale biografia del moccioso. Torniamo al match di ieri contro Hrbaty: la prima non entra e la seconda di servizio dello scozzese è imbarazzante (11 punti su 40), con una media di 2 palle break per game concesse allo slovacco. Tra i 14 singolaristi scesi in campo ieri, Murray è l’unico ad aver totalizzato meno del 50% dei punti con il proprio servizio (43%). Ma vi è di più. Poichè neanche Hrbaty non scherza in quanto a servir male, nel match di ieri si è verificato il caso raro in cui entrambi gli opponenti hanno giocato meglio in risposta: Hrbaty fa il 54% dei punti col proprio servizio ed il 57% in risposta; il moccioso porta a casa un misero 43% dei punti nei turni di servizio, contro un 46% nei turni di risposta. E cosi’ l’airone di Bratislava vola verso un quarto di finale che ha il sapore del derby, contro Tomas Berdych. Quest’ultimo, dopo aver faticato nel primo match contro Rochus, ieri ha sbrigato la pratica Ginepri in poco più di un’ora di gioco: un doppio 6-3, in una partita in cui Tomas ha saputo aggredire la seconda dell’avversario e si è fatto trovare molto concentrato nei punti importanti.
Ma il vero match del giorno è stato quello vinto da Tommaso Haas contro James Blake, anche per l’impatto che ha avuto nella race per la Masters Cup (vedi post di ieri). Tommy è uno che, quando serve bene (e lo fa spesso), sa’ essere devastante (ieri ha portato a casa 28 punti su 30 con la prima, sul suo servizio in pratica non si è giocato), il servizio gli da fiducia e gli permette di giocare anche dei gran punti di tocco, per non parlare del suo rovescio in avanzamento. Tommaso ha poche chance di staccare il biglietto per Shangai e un tabellone durissimo (Safin e, in caso, di vittoria verosimilmente Berdych, questa è la strada verso la finale), ma ha deciso di dare battaglia.
Infine, un plauso al “brutto anatroccolo” del circuito. Tiramolla Davydenko è incredibile. Quanto corre ragazzi!!! Quando si allunga nei recuperi impossibili, ricorda Mr Fantastic, l’uomo elastico dei Fantastici 4, e ieri Dima Tursunov ha fatto la fine del Dottor Destino. Buona visione, ragazzi e...sentitevi liberi di commentare i miei bizzarri scarabocchi!!!
Friday, November 03, 2006
Scarabocchi parigini – day 4
Pubblicato da Michael_Pemulis alle 12:24 PM
Etichette: BNP Paribas 2006
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Terza di Copertina.
"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.
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