Wednesday, November 07, 2007

Madrid, Masters 2007: solo gli stupidi non cambiano idea!

Alla luce di quanto visto nella prima sessione del Masters di Madrid, non dico che ci sono gli estremi per cambiare pronostico, ma quasi. Mi scuso con i lettori di questo blog per non aver dato molto peso al fattore superficie, il sintetico ultra-veloce del semi-deserto Recinto Ferial Casa de Campo.
La particolare velocità del campo - di cui si è lamentata, a ragione, Justine Henin – favorisce di brutto le picchiatrici come Sharapova e Ivanovic. E’ maledettamente difficile spostare l’avversaria, farla giocare in corsa, aprirsi il campo e via dicendo. Sulla court di Madrid è molto più redditizio il game plan cosiddetto “all or nothing”: servire e diritto, puntare sull’uno-due, provare il vincente non appena l’avversaria accorcia di mezzo metro.
Ad esempio il match tra Maria e Daniela è stato paradigmatico del “chi non risica non rosica” applicato al tennis. Vince chi spinge per prima, anche a rischio di commettere un casino di errori. La Henin ha avuto vita relativamente facile, con un’avversaria come la Chakvetadze che predilige il tennis di manovra, e che era sistematicamente in ritardo sulle aperture. La Ivanovic per 10 game ha interpretato in maniera pressocché perfetta il picchia & picchia, con l’aggiunta – rispetto alla Sharapova – di frequenti e redditizie discese a rete.
A questo punto, nel girone giallo, salgono le quotazioni di Maria e scendono quelle di Sveta, non tanto per i risultati di ieri, ma per ragioni di adattabilità alla superficie.
Nel girone rosso, possiamo dire "al buio" che la superficie favorisce Serena, la quale, se sta bene fisicamente e ha voglia, su questa court ha qualche chance di battere la Henin. Mentre dovrebbe essere più penalizzata JJ, che tuttavia ha dei colpi molto compatti (specialmente il rovescio), aperture brevi, che le consentono di provare a difendersi e contrattaccare. Vedremo.

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Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.