Monday, November 20, 2006

ATP Masters Cup, 2006: Federer contro Federer

I numeri di Federer nella stagione 2006 li conoscono un po’ tutti gli appassionati: 12 titoli, oltre 8 milioni di dollari accumulati in soli montepremi, un bilancio di 92 vittorie e 5 sconfitte (di cui 4 per mano di Rafael Nadal). Una “messe” impressionante, che induce a paragoni con i piu’ grandi della storia, leggi i vari Sampras, Lendl, Borg, Mac, Becker e via dicendo.
La finale della Masters Cup di Shangai puo’ esser tranquillamente definita un assolo di colui che, a detta di molti, è il piu’ grande tennista di tutti i tempi. Un assolo nel corso del quale lo svizzero ha concesso sette game in tre set all’avversario, chiudendo la partita in poco piu’ di 90 minuti, giocando il piu’ bel tennis dell’anno. Un assolo iniziato con un ace e concluso con un servizio vincente. Lo score di 41 vincenti “rollati” dal numero uno al mondo è soltanto un’arida espressione numerica della bellezza di alcuni gesti tecnici ad elevato tasso di difficolta’, per non dire umanamente semi-impossibili: rasoiate in accelerazione giocate in corsa, risposte vincenti di rovescio anomalo (inside-out), ace in serie, il tutto realizzato a velocita’ supersonica ma con il solito aplomb, senza scomporsi piu’ di tanto.
Durante la cerimonia di premiazione, il Presidente dell’Atp, il sudafricano Etienne De Villiers, ex top manager Disney, paragona Roger al protagonista di uno dei classici del cinema di animazione prodotto dalla...Disney per l’appunto. De Villiers equipara lo svizzero al “Re Leone”, e, indirettamente, il circuito pro agli animali della foresta di cui Roger sarebbe sovrano indiscusso. A parte i riflessi drammatici del paragone (Re Leone è qualcosa in piu’ di uno scontato cartone e contiene riferimenti alla morte e all’esperienza della morte) sui quali si opta di sorvolare, qui in “casa Pemulis” ci siamo posti una domanda, forse stupida, che sta diventando un vero e proprio tormentone: “Il Federer visto di recente si diverte a giocare in questo modo, contro questi avversari?”. Al banale quesito risponde lo stesso Federer, che afferma:”Credo di non poter giocare meglio di come ho giocato contro Blake, a volte mi veniva da sorridere per come stessi giocando...ho sorpreso perfino me stesso”. Preso atto di questa risposta, proviamo a ridefinire la questione: “La superiorità schiacciante diverte chi è superiore?”. Posta in questi termini, la domanda è forse meno insulsa e, in un certo senso, allude e richiama l’essenza del tennis. Chi è il vero avversario da superare? Se stessi o l’atleta che è dall’altra parte della rete? In casa Pem siamo sempre piu’ convinti che il vero avversario del giocatore è il giocatore stesso. Nel caso specifico, Federer contro Federer; l’avversario di turno, per dirla alla David Foster Wallace, non è altro che “il partner nella danza, il pretesto o l’occasione per incontrare l’IO”. La natura del tennis è autocompetitiva, a tutti i livelli, da Federer agli N.C. Si combatte con i propri limiti tecnici, fisici e mentali per migliorarsi, e si migliora trascendendo i suddetti confini. L’avversario e’ la scintilla che mette in atto l’autocompetizione: a volte puo’ evidenziare, altre volte puo’ mascherare le lacune personali. Ma non si scappa: nel tennis, come nella quasi totalita’ degli sport individuali, l’avversario, il nemico se vogliamo, è l’IO, la solita “bestiaccia nera” con cui fare i conti in ogni contesto competitivo. Per questi motivi Roger Federer può esser divertito e sbalordito da sè stesso all’opera per superare sè stesso, anche quando - sul 6-0 6-3 5-2 - va a servire per il match nella finale del Masters di Shangai. In questo caso Federer ha sbaragliato Federer, dando connotati nuovi alla Perfezione, e tracciando una linea di confine siderale con cui fare i conti nel futuro.

3 comments:

Anonymous said...

Federer si diverte? Boh secondo me sì...anche se non ha una mentalità da Vincente come quella di Schumi (che su qualsiasi disciplina o competizione metta le mani deve sempre essere eccelso). Federer vince semplicemente (??!!) perchè è il più bravo di tutti; forse è più modesto di Schumi perchè i suoi risultati li ottiene senza sforzo. Come ha detto qualcuno, ha deciso che dovrà battere Nadal con le stesse armi dello spagnolo. Ci riuscirà vedrete...e se dovesse mettere le mani sul Roland Garros, prepariamoci a piangere di commozione a New York! Ma tanto Maratuzzo è sempre più bravo!

Michael_Pemulis said...

Maratuzzo sara' anche bravo e figo. secondo me e' una gran persona, ma deve fare assolutamenti risultati in questo 2007, a partire dalla sua cara Australia. Schumi non mi piace, solo a vederlo mi fa' rabbia. Dici bene, il Torneo piu' importante del 2007 sara' il French Open.

Anonymous said...

Io penso che Federer si diverta anora a giocare così, e a vincere facile, altrimenti x uno come lui che solo quest' anno ha incassato 7 milioni di premi in soli prize money ed essendo già molto tempo che è il numero uno indiscusso guadagnando decine di migilaia di dollari avrebbe già potuto ritirarsi e fare una vita da nababbo su uno yachyt da 40 metri. Poi secondo me, adesso che è arrivato Nadal che lo "limita" nei tornei sulla terra si diverte ed è motivato come nn lo era mai stato nel cercare di affermarsi re assoluto facendo il Grande Slam sconfiggendo anche uno come Nadal sulla terra ed andando a caccia di record per consacrarsi ed entrare di diritto (data la sua bravura ed il tema trattato si portebbe dire anche di rovescio, di servizio, di volèe...) nell' olimpo del tennis in cui ha già un posto prenotato.

Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.