Friday, November 10, 2006

SEC Madrid, 2006: Day 3. Il punto.

Un, due, tre, prova tastiera. Dunque, diciamo che la Henin regola la Petrova, la Hingis cede, piegata dalla fatica (piu’ che dall’avversaria), la Clijsters annichilisce la Kuznetsova. Ma possiamo tranquillamente dire anche che la Petrova e’ incapace di gestire il vantaggio, Mauresmo e Clijsters, dopo il primo match di rodaggio e con qualche allenamento in piu’ sulle gambe, entrano in palla e giocano secondo i loro standard.
Alla fine, posto che abbia un senso la ricerca della piu’ adeguata chiave di lettura dei match, si puo’ dire che la “verità” sta nel mezzo, quella “verità che rende liberi” (?) e che a volte ci aiuta a dare una logica a fenomeni che per natura sono privi di logica. In realta’ i fatti sono spesso filtrati dalla componente soggettiva / emotiva di chi li commenta e cerca di interpretarli.
L’unica “vera verita’” è quella fornita dai numeri, dalle statistiche, dalle certezze matematiche, che fungono da solido supporto, quando non si sa cosa dire o non ci si vuole sbilanciare nella lettura degli accadimenti sportivi.
L’aritmetica ci dice che la Henin, battendo la Petrova, accede alle semifinali a prescindere dal risultato del suo terzo match contro la Mauresmo. Un’aritmetica abbastanza contorta e, soprattutto un regolamento poco comprensibile per non dire iniquo, fanno sì che la Hingis sia matematicamente eliminata dopo la sconfitta contro Amelie (nel caso in cui la francese dovesse perdere da Justine, sara’ la Petrova ad approdare in semifinale, per via del computo di set vinti e set persi nella mini-classifica a tre tra Martina, Amelie e Nadia).
La statistica ci dice che Kim Clijsters ha giocato il match perfetto, e che Svetlana ha disputato una delle sue peggiori performance della stagione. Ma se lo score è 6-1 6-1 ha senso scomodare la statistica, sottolineando che Kimmie ha fatto 22 punti su 24 con la prima di servizio, che Svetlana ha un magro bottino di 4 punti su 32 in risposta al servizio? Ha poco senso in effetti.
Forse si potrebbe discutere sul calendario e sul programma dei match, che ha favorito la Mauresmo e la Henin, penalizzando fortemente Hingis e Petrova, che hanno giocato tre partite in tre giorni (quelle di Martina concluse tutte al terzo set, con in media 2 ore di gioco per match, Nadia mercoledì non è andata a letto prima delle 3 del mattino – tra chiusura match, cena e conferenza stampa – mentre ieri ha disputato il match di apertura alle 18). Sono questi dettagli a fare la differenza in condizioni di estremo equilibrio? Archiviata la terza giornata del Masters, Maria Sharapova resta la stragrande favorita? Pem non ha certezze a riguardo, è distrutto dal fatto di non poter vedere piu’ Radek Stepanek e il suo cappellino multicolor sugli spalti. Es-Eic-Ai-T (Dannazione!).

2 comments:

Anonymous said...

nel tennis sarebbe applicabile un girone all'italiana ma senza andata e ritorno? cioè se vinci tre punti, se perdi 0, se perdi ma vinci un set un punto.
come nella pallavolo, mi sembra.
i gironi così sono orribili perchè se io fossi l'henin non rischierei di stancarmi ulteriormente ma mi conserverei per la semi.
quindi sballerei tutti i risultati!

Michael_Pemulis said...

sono pienamente d'accordo con te, piccola romana. il regolamento (o l'assenza) del round robin e' cosi' farraginoso che c'e' chi sostiente che in caso di sconfitta della Mauresmo, a qualificarsi e la tua adorata Marti. Il ragionamento in questo caso e' che Martina ha un maggior numero di set vinti e un miglior quoziente set, se consideriamo, non la classifica avulsa a tre (Momo, Marti e Nadia), ma il totale delle partite giocato (comprendendo anche i match contro Justine).
Justine puo' non impegnarsi e far vincere la Mauresmo, certo, ma poi rischia di trovare Maria in semifinale. Cosa che magari le va anche meglio, poiche' Justine in finale arriverebbe cotta. Come vedi, un bel casino!

Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.