Sunday, November 12, 2006

SEC Madrid, 2006: Henin vs. Mauresmo, atto quinto (nella stagione),

Semifinali del Masters di Madrid, siamo quasi all’epilogo, e la favorita (a giudizio di chi?) del Torneo sbatte contro il muro di cemento edificato dalla piccola, gracile ma talentuosa Justine Henin. Maria poco solida, lenta negli spostamenti e sottotono al servizio, viene punita dalla belga, che si vendica della finale persa a New York e dopo tre anni chiude la stagione al primo posto nel ranking. Il primo set è un assolo dello scricciolo di Liegi, con la russa che sbaglia tanto nei colpi d’avvio dello scambio e non riesce a imporre il suo ritmo. In alcuni scambi Maria sembra essere addirittura lontana dalla palla, perdendo letteralmente il controllo dei colpi. Justine di suo ha quel diritto in top giocato dal basso, lavorato il giusto e talmente profondo da mandare in crisi la figlia di Yuri. Un solo dettaglio: nel primo set Maria commette 4 doppi falli e ottiene un solo punto su undici dalla seconda di servizio. Lo score non puo’ che essere un 6-2 al passivo.
Nel secondo set Justine si “intesisce” e gioca piu’ rigida, soprattutto nei turni di risposta. Il ché permette alla sua avversaria di restare aggrappata al servizio, annullando 4 palle break su 5 concesse in totale e sfruttando quell’unica opportunita’ che le permette di agguantare il tie-break. Ma, a differenza di quanto accaduto il giorno prima nel match Amelie vs Mauresmo, il tiebreak non fa girare il match ma lo chiude. La Henin e’ numero 1 al mondo, Maria fa’ le valigie e parte per una meritata vacanza. Certo che il destino e’ puntuale come al solito: chi vince lo Us Open, raramente riesce a fare il bis nel Masters. Se volete divertirvi provate a vedere quante volte cio’ si e’ verificato.
La seconda semifinale e’, a parer di molti, il piu’ bel match del torneo. Un match entusiasmante, con scambi da cineteca e giocato sul filo dell’equilibrio tra la folla madrilena in delirio. Risultato: vince Amelie in 3 set (la francese ha sempre vinto in 3 set in questo Torneo). Buona la prova della Clijsters che mostra di essere tornata su ottimi livelli dopo l’infortunio al polso e di essere pronta a disputare alla grande, quella che potrebbe essere la sua ultima stagione nel circuito. Quanto al match, il momentum cambia direzione tra il primo e il secondo set: nella prima partita Amelie prevale senza fatica, ma soprattutto si ha la sensazione che Kim sia ancora con la testa e con le gambe negli spogliatoi; nel secondo set Amelie commette l’errore di far entrare in palla l’avversaria e Kim gioca forse il piu’ bel set della stagione, esprimendo il suo tennis fatto di accelerazioni e di contrattacchi che spesso si trasformano in vere e proprie rasoiate. Nel terzo e decisivo set Kim parte bene ma subisce subito il controbreak dell’avversaria e si procede in perfetto equilibri fino all’ottavo gioco, nel quale la belga è tradita dal servizio e da un paio di errori semi-gratuiti. Amelie compie il break decisivo e va servire per il match, mostrando nervi saldi e una gran voglia di difendere il titolo conquistato lo scorso anno a Los Angeles.
Un pronostico di Pem per la finale? Si dice in giro che Justine sia la favorita grazie a una sorta di legge di compensazione che mal si addice al tennis. Il fatto che nel 2006 la belga abbia perso due finali in Tornei dello Slam dall’odierna avversaria, non puo’ pesare ai fini del pronostico. Una curiosità a livello statistico: gli ultimi due match disputati dalle due – finale di Wimby e RR in questo Masters - sono in controtendenza, non perche’ li ha vinti Amelie, ma perche’ chi ha vinto il primo set ha poi perduto il match. Finora la vittoria in rimonta di e’ verificata solo 3 volte su undici scontri diretti, e in rimonta ha sempre vinto la francese. Dato interessante, no?

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Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.