Wednesday, November 15, 2006

Roger Federer vs Andy Roddick Shanghai 2006: a proposito di spettacolo...

Vi rircordate il post in cui Pem ha disquisito sullo spettacolo e sulla possibilita’ che vi sia spettacolo senza equilibrio? Ebbene, il match tra Federer ed A-Rod nel RR della Master Cup di Shangai mette d’accordo tutti sotto ogni punto di vista: punti da antologia, una vera e propria danza sul campo, ma anche tanta potenza e tanta energia, un tie-break da infarto, 3 match point sperperati dall’americano, il numero al mondo che vince facendo tre punti in piu dell’avversario, 109 contro 106. Il tutto in 2 ore e mezzo di spettacolo. Il suono “il flebile, triste suono tipo tappo-di-champagne-stappato di tante palle colpite a decine” si tramuta presto nelle frequenze emesse da uno stradivari...e’ la puntuale riconferma dell’assioma secondo cui il tennis è show per definizione, puo’ essere noioso certo, ma per demeriti degli interpreti, il gioco in se’ è un tuttuno con lo spettacolo. Una nota finale sull’equilibrio, sulle forze contrapposte che si annullano: 16 turni di servizio a testa, 1 break per parte, quattro palle break concesse dallo svizzero, contro le sette concesse dall’americano. 7 meno 4 fa 3, quei benedetti (o maledetti, a seconda del punto di vista) tre punti a far la differenza.
Un link che vale tanto oro quanti sono i kilobyte di dowload: Roger Federer vs Andy Roddick Shanghai 2006

4 comments:

Anonymous said...

Di questo "guascone" americano mi piacciono due lati del suo carattere:
- il primo che nn è "guascone". Nn è un controsenso è solo il fatto che fuori dal campo è un ragazzo tranquillissimo e fa le cose che fanno tutti gli americani: mangiare patatine sul divano intanto che guarda la tv o gioca ai videogame.
- il secondo è x la trasformazione che ha quando entra in campo: dalla suddetta calma diventa di una cattiveria esagerata (forse garzie alla cura Connors) e nn molla mai fino all'ultimo punto, credendo di avere sempre una possibilità in qualsiasi momento del match.
Poi ovviamente adoro il suo stile di gioco, sempre aggressivo e potente, x nn parlare di quel servizio che è al pari di un' arma di distruzione di massa.
A molti nn piace il suo stile di gioco, xkè dicono che dovrebbe andare a giocare a cricket... beh, senza offesa, che ci provino loro ad arrivare dove è arivato lui e rimanerci, poi forse potranno parlare.

Anonymous said...

roddick è un grande ha personalità a differenza di altri e ci mette l'anima qnd gioca,anche se nn ha una tecnica xfetta, grazie al suo carattere ogni partita che gioca lascia delle emozioni.W A-ROD da una fan

Anonymous said...

gli addetti ai lavori parlano dei giocatori anche senza essere stati ai loro livelli ma questo non significa che non siano dei grandi conoscitori del nostro sport:
è fuori dubbio che la tecnica di Roddick è considerata "grezza" soprattutto in un epoca in cui domina "il più grande coordinato di tutti i tempi" che risponde al nome di Federer...
E' altrettanto fuori dubbio, però, che la potenza, la personalità e la simpatia (lui dal punto di vista del carisma sarebbe un grande n.1) di Roddick sono ineguagliabili...

Michael_Pemulis said...

dai vostri commenti emerge il quadro di un fighter umile che conpensa con la potenza e la carica agonistica eventuali gap di natura tecnica. aggiungerei solo una cosa: a Roddick, come a tanti, serve la continuita'.

Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.