Tuesday, November 14, 2006

ATP Masters Cup, Round-Robin: Shangai Surprise?

Chi ricorda la pellicola intitolata “Shangai Surprise”? Si, avete capito bene, Pem allude al film del 1986, un flop pazzesco, interpretato dagli allora coniugi Madonna Ciccone e Sean Penn, un lungometraggio nel quale, dopo una prima parte che è eufemistico definire barbosa, tutti fanno la guerra a tutti nel tentativo di metter le mani su un carico d’oppio trafugato. Pem ricorda nitidamente che il suo stato d’animo alla fine del film era tra l’incredulo e il sentirsi vittima di un subdolo raggiro. E continuava a rimuginare tra se’: ma dov’e’ “la sorpresa” in un film a dir poco stitico di autentici colpi di scena?
20 anni dopo, l’ambientazione e’ la medesima (Shangai nel frattempo e’ diventata la trasposizione tridimensionale dei progetti piu’ bizzarri degli architetti piu’ blasonati), lo spettacolo e’ di tipo sportivo, l’evento e’ di natura tennistica, la sfida e’ quella tra Nadal e Blake, l’epilogo e’ una netta affermazione dell’americano (piu’ evidente di quanto non dica lo score finale, che e’ comunque un 6-4 7-6), e Pem torna a porsi la stessa domanda di un tempo: dov’e’ la sorpresa in questo match? Braccio di ferro “Nadalito” che perde sul veloce? L’invitto eroe dei campi color terracotta che viene beffato da James Blake? La giovane icona sportiva del mondo ispanico che gioca l’intero match ben tre metri oltre la linea di fondocampo, nel tentativo di rimandare indietro tutto quello che e’ possibile rimandare? Niente di nuovo sul fronte, meglio: sulla trincea del majorchino. Anzi, forse qualcosa di nuovo c’e’ stavolta: Rafa si mangia un vantaggio di 4 a 0 nel secondo set e chiude a zero lo score del tiebreak conclusivo. Il track record dello sconfitto sembrerebbe confermare che trattasi di novita’ assoluta. Il fatto e’ di per se’ allarmante? Pem e’ di parere negativo, ritenendo che a volte gli Dei del Tennis sanno essere inesorabilmente beffardi e crudeli. Anche con i campioni.

5 comments:

Anonymous said...

La sorpresa, a mio avviso, nn c'è stata, Blake ha solo rispettato i pronostici in cui i bookmaker lo davano con una quota inferiore al suo avversario nel caso il suo nominativo avesse avuto accanto le seguenti scritte: "vs Nadal".
Rafa ha dimistrato ancora una volta di essere competitivo sul veloce (è pur sempre un campione) ma di nn disporre di un "piano B" nel caso in cui dovesse fronteggiare uno che nn gli lascia prendere il suo ritmo omicida sulla palla (leggi James Blake e Roger Federer) e di subire a tratti, quando x esempio si trova in vantaggio 4-0 su una superficie a lui nn congeniale contro un avversario che sulla suddetta superficie lo ha sempre battutto, quella che viene definita la "Nikefobia", che nn è la fobia del suo sponsor che assilla con continue richieste di pubblicità, ma la paura di vincere.
Forse è questa la vera sorpresa di questo Master di Shangai, che l' assoluto campione dei campi in mattone tritato ha avuto paura. Paura di vincere.

Michael_Pemulis said...

sull'analisi del profilo psicologico, la paura di vincere, posso esser d'accordo. ma non credi che giocando cosi' lontano dalla linea di fondocampo, anche uno come Nadal possa avere problemi sul veloce?

Anonymous said...

La storia del lontano nn l' ho capita bene: x lontano si intende molto dietro o molto avanti la riga di fondo?

Michael_Pemulis said...

esageratamente dietro linea di fondo campo, in posizione troppo arretrata. e' vero che Nadal e' grandissimo nei recuperi ma sul veloce questo tipo di gioco non paga molto. piu' sei dietro la "baseline", piu' aumentano le opzioni dell'avversario per farti il punto, e piu' difficile diventa imporre il proprio ritmo allo scambio.

Anonymous said...

Oltre al fatto che si allarga l' angolo di recupero sui colpi del tuo avversario, quindi devi fare più strada.

Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.