Sunday, December 17, 2006

Gonzo, Atto Terzo: come perire sotto i colpi di back!

Nel corso della settimana che si conclude oggi, Pem ha seguito l’amico Gonzo, in trasferta in Brianza per disputare un Torneo di Quarta Categoria. La Brianza in autunno mette un po’ tristezza: strade provinciali tutte uguali, centri commerciali che hanno sostituito le pietre miliari, comuni che dopo il tramonto sembrano villaggi semi abbandonati, stretti da una nebbia che soffoca la vista. Pem e Gonzo di solito si spostano con una jeep da museo, le cui attuali condizioni sono riassunte da un solo aggettivo: blenorragica. A parte questo, Pem e Gonzo in settimana hanno lavorato molto sul servizio e sugli schemi d’attacco, con l’obiettivo di sfondare gli avversari e, in alternativa, di aprirsi il campo con giocate intelligenti. Le cose sembravano funzionare in allenamento, nei primi due match hanno funzionato anche in partita: zero tensione, due facili passeggiate su avversari inermi. Non poteva esserci esordio migliore nel Torneo: 6-1 6-0, la prima partita; 6-3 6-1 la seconda. Morale alle stelle, pertanto, fino a quando, al terzo turno, non c’imbattiamo nel gemello separato alla nascita di Fabrizio Ravanelli. Mr. “Penna Bianca” ha anche una peculiarità tecnico-tattica che c’impensierisce da subito: è della peggior razza degli arrotini, quella che noi chiamiamo la categoria degli “affettatori”. E’ un giocatore che colpisce ogni palla con un taglio sotto esasperato, tale che la palla non si alza dal terreno e, dopo il rimbalzo, sembra schizzare all’indietro. Venendo al punto, lo stralunato, Pem ha assistito, sugli spalti, ad uno snuff movie tennistico: Gonzo è stato letteralmente disintegrato da una tempesta di rovesci “choppati”; Penna Bianca è giunto persino ad umiliarlo con una serie di passanti in back. Punteggio finale: 6-2 6-4 per il “Grigio”. Veniamo al punto: cosa avrebbe dovuto fare Gonzo contro quei back esasperati? In questi casi, esiste un solo rimedio: l’anticipo, altrettanto esasperato. L’apertura viene un po’ sacrificata a beneficio dell’impatto anticipato, con polso ben solido. Piu’ si aspetta la palla, più aumentano le possibilità d’errore. Quando si colpisce, poiché la palla di fatto non rimbalza, bisogna piegare molto le gambe – quasi sfiorare il terreno con le ginocchia – per andare a giocare un colpo profondo. Quanto maggiore sarà la profondità della palla, tanto più difficoltoso sarà per l’avversario affettare la palla. Viceversa, se si accorcia, anche con uno stretto, il Penna Bianca di turno avrà facile nel giocare il suo back in avanzamento. Tutto chiaro, Gonzo?

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Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.