Tuesday, December 12, 2006

Milano-Miami-Sarasota-Bradenton: la prima tappa del percorso iniziatico.

Un percorso iniziatico alla scoperta dell'io del futuro Campione non può prescindere da una tappa obbligata al seguente indirizzo: n. 5500 della 34 Strada West, Bradenton, Contea di Manatee, Florida, USA. Parliamo della IMG/Bollettieri Tennis Academy. Il Torneo in questione è l’Eddie Herr International Junior Campionships, fondato nel 1987 da Glenn Feldman, nipote del padre putativo del tennis giovanile americano, affinchè Eddie Herr – il gentiluomo occhialuto con la paglietta in testa – potesse essere celebrato come un pezzo di storia del tennis americano. Glenn Feldman propose di basare a Bradenton la competizione dedicata al decano nonno – che nell’87 era un arzillo 80enne – favorendo l’incontro tra la tradizione e quello che negli anni è diventato il Tempio della Modernità (con la M maiuscola).
Pem – lo “spaceboy” dei cronisti – ha sentito spesso dire in giro che l’Eddie Herr non è molto di più di un’operazione di marketing di Nick Bollettieri, che attraverso il Torneo farebbe pubblicità alla sua “costosissima” Accademia. Gli “haters” trascurano un piccolo dettaglio, fingendo di dimenticare (o ignorando) l’Albo d’Oro del Torneo, che annovera tra i vincitori “giocatoruncoli” del calibro di Marcelo Rios (Cat. Under 18- 1993), Anna Kournikova (Cat. Under 18 - 1994), Ivan Ljubicic (Cat. Under 18 -1996), Guillermo Coria (Cat. Under 14 – 1996), Xavier Malisse (Cat. Under 18 – 1997), David Nalbandian (Cat. Under 18 – 1998); Andy Roddick (Cat. Under 18 – 1999), Maria Sharapova (Cat. Under 16 – 2000), Jelena Jankovic (Cat. Under 18 – 2001), Ana Ivanovic (Cat. Under 18 – 2002). E’ anche vero che a Bradenton hanno trionfato “talentini” mai esplosi come il romano Stefano Cobolli, l’aretino Federico Luzzi e la ligure Alice Canepa, ma dietro ogni mancato “breakthrough” ci sono sempre molteplici motivazioni che spesso esulano dal fattore tecnico.
Vediamo chi ha calpestato i campi dell’Accademia più cool del mondo nel 2006:
abbiamo già parlato dei tre fenomeni della scuderia di Nick, i due portoghesi Elias e Larcher De Brito, e la belga (di passaporto) Hendler, i quali hanno onorato l’impegno con le seguenti performance: Elias si è arreso al terzo turno al più esperto (e ormai pronto per il circuito pro) moscovita Pavel Chekhov; la Larcher De Brito e Tammy Hendler sono entrambe cadute – rispettivamente ai quarti e nelle semi – sotto i colpi di fionda della abilissima Sorana Cirstea. Sempre restando in tema “Bollettieri family” è d’uopo presentare agli appassionati italiani Giacomo Miccini, per gli amici Jacky, classe 1992, che è approdato a Bradenton direttamente da Recanati, passando dall'ermo colle di leopardiana memoria ai campi ovest con marchio IMG. Di Miccini si dice un gran bene in Italia (la frase fatta è la seguente: "Miccini e Quinzi rappresentano il futuro del tennis maschile italiano"), Bollettieri lo ha affidato alle cure di uno dei suoi migliori coach, il colombiano Jairo Aldana, che in passato ha lavorato con Maria Sharapova, Jelena Jankovic e Tatiana Golovin, ed è stato sparring partner di Jim Courier. E Jacky ha già iniziato a ripagare le aspettative gravanti sulle sue gracili spalle, vincendo – insieme ai coetanei Federico Gaio e Alessandro Colella, entrambi residenti presso il Centro Federale di Tirrenia – a Prostejov i Mondiali Under 14 a squadre. A Miccini Nick ha riservato una wild card nel tabellone Under 18, e il recanatese ha ampiamente ripagato la fiducia, impegnando duramente il solido canadese Philip Bester, all’ultimo torneo della sua carriera junior. Nel tabellone maschile ha figurato anche il fiore all’occhiello di Tirrenia, finalista dell’ultima edizione dell’Avvenire, il massese Davide Della Tommasina. Anche la corsa di Davide, purtroppo, si è arrestata al primo turno, avendo il toscano subito la rimonta del finlandese Heliovaara (finalista quest’anno ad Osaka). A trionfare nel Torneo Under 18, sono stati Nicolas Santos e Urszula Radwanska, due nomi noti nel circuito internazionale. Il percorso di Santos è stato tuttaltro che agevole, il brasiliano dal rovescio esemplare è stato costretto ben tre volte - su sei match - al terzo set e in finale ha tratto vantaggio dalle non perfette condizioni fisiche del suo temibile avversario. Nicolas Santos, che in molti a San Paolo sperano possa essere l’erede di Guga Kuerten, è il classico esempio di giocatore – sebbene abbia gran carriera junior alle spalle – costretto ad evolvere non poco il suo gioco per affermarsi tra i pro. Ha tutti i mezzi per farcela, comunque, ed è molto solido mentalmente, dovrà essere più aggressivo e meno prevedibile tatticamente. Chi invece, a dispetto dell'età, sembra già pronta per il circuito pro, è "Ula" Radwanska, la cui superiorità nel Torneo è risultata schiacciante: nessuna delle avversarie è riuscita a portare a casa più di 5 game, la polacca complessivamente ha concesso la miseria di 21 giochi in sei partite. Praticamente ingiocabile. La 15enne di Cracovia (16 anni li ha compiuti il 7 dicembre, 4 giorni dopo la finale) si appresta ad emulare le gesta della sorella maggiore Agnieszka (4° turno a Wimbledon e n.61 nel ranking WTA a soli 17 anni). E le Radwanska Sisters, fatte le dovute proporzioni, possono diventare la risposta mitteleuropea alle sorelle Williams. Volendo sbilanciarsi, si può affermare che Urszula ha persino più punch e più servizio rispetto alla sorella maggiore, anche se finora – per sua stessa ammissione – non l’ha mai battuta, nemmeno in allenamento. Chiudiamo con un nota sul torneo Under 16 maschile, nel quale è da segnalare la buona performance del pugliese Giorgio Portaluri, la cui corsa si è arrestata nei Quarti contro il muro di serve and volley dell’americano Devin Britton, eventuale finalista della competizione.

2 comments:

Anonymous said...

Caro Pem, complimenti per la recensione del Torneo che ho seguito molto, pensando di essere l’unico in Italia. Mi permetto solo di aggiungere due "dettagli": il match più bello del Torneo è stato quello di semifinale tra i due compagni di Accademia (Bollettieri ovviamente) Philip Bester e Pavel Chekhov, vinta dal canadese 6-4 al terzo, il quale nella sua ultima partita da junior si è preso una meritata rivincita dopo le due batoste subite dal russo quest’anno a Wimbledon e negli Open del Canada. Chekhov è la bestia nera di Bester: lo aveva battuto anche nella finale dell’Eddie Herr Under-14 disputata nel 2002. Aggiungo, infine, che l’autentica rivelazione del Torneo è stato il mancino delle Antille olandesi Rasid Winklaar, anch’egli attualmente residente in Florida, stoppato in semifinale da Santos in rimonta. Rasid ha giocato la partita della sua vita, superando al terzo turno Luncanu (che poi andrà a vincere l’Orange Bowl), dopo aver annullato due match point nel secondo set.

Michael_Pemulis said...

Non ho parole, Mario. Il tuo commento integrativo è straordinario e mi dice due cose: che come cronista non valgo granchè; cbe qualcune legge i miei scarabocchi- wow! Permetterai un solo consiglio: MAI PENSARE DI ESSER L'UNICO NEL FARE QUALCOSA, sebbene si tratti di qualcosa fuori dal comune!!!

Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.