Thursday, December 07, 2006

Pemulis & Gonzo: fate finta che sia una finzione!

Questa settimana Pem avrebbe potuto sproloquiare sulla Davis Cup o chiosare sulla Vinci che è tornata alla vittoria in quel di Milano 3, ma per una volta ha deciso di scrivere su eventi reali vissuti in prima persona. Niente d’esaltante, intendiamoci. A volte, tuttavia, riportare fatti reali – cose che succedono ai comuni mortali, non ai top player – puo’ essere non del tutto privo d’attrattiva per chi segue e soprattutto per chi gioca a tennis. L’altra sera Pem era al cinema, si è goduto un’esilarante commedia che forse avrete visto in molti, “La mia Super Ex-Ragazza”, un ironico affresco sul “girl power” interpretato da una superlativa Uma Thurman. Uscendo dalla sala, il nostro inconcludente profeta mancato trova una sorpresa: a piantonare la porta d’uscita c’e’ il suo amico “Gonzo”, che lo attende con un espressione del volto che maschera a fatica un’ansia tremenda. Gonzo è un caro ragazzo, buono come il pane, fa’ l’elettricista a tempo perso, per il resto è quasi totalmente focalizzato sul tennis giocato. Attualmente dovrebbe essere un 4.3, con ampi margini di miglioramento. Gonzo non ha resistito – la gestione dell’ansia per lui è un problema – e, dopo un pomeriggio di riflessione è corso ad acciuffare Pem per condividere gli obiettivi fissati per il 2007. Si sa’, nel tennis è fondamentale darsi degli obiettivi e Gonzo – ansia permettendo – ha le idee abbastanza chiare a riguardo. Pertanto, dopo un breve cenno di saluto, travolge il suo improbabile Guru con un soliloquio lucido quanto impetuoso, costringendolo a cavalcare con la mente la seguente, insidiosa, risacca verbale:
“Pem, non ci crederai ma i tuoi recenti consigli sono stati molto utili. Nel servizio ho lavorato tanto per ampliare lo schema motorio e per ricercare le angolazioni. Credo anche di aver migliorato lo “stretto”, un colpo fondamentale per aprirmi il campo. Questi due colpi mi servono tantissimo per imporre il mio gioco e per muovere l'avversario, io poi che ho la tendenza a restare troppo passivo...(pausa per rifiatare)... nel 2007 il mio obiettivo minimo è di salire a 4.1, credo di avere i mezzi per potercela fare. Per raggiungere quest’obiettivo dovrei: 1) lavorare sulla seconda di servizio - raramente mi prende il giro che vorrei - in particolare sulla velocita' angolare; 2) nella fase preparatoria del diritto percepisco di fare qualche movimento inutile e dispersivo, che mi fa perdere velocita' d’esecuzione e potenza, soprattutto quando arrivo male sulla palla. Tutto questo va chiaramente eliminato; 3) giocare con qualche schema semplice ma efficace: del tipo stretto di diritto e accelerazione di rovescio sul lato sinistro del campo; oppure servizio e diritto; 4) infine, intendo lavorare molto sull’aspetto mentale. In partita a volte ho troppa adrenalina, troppa carica nervosa, il ché mi rende isterico, mi deconcentra. Insomma, non sono un cagasotto, ma ho il problema opposto. E quest’aspetto va assoluamente equilbrato”.
Che ne dite? Per chi ha esperiena a livello di quarta categoria: il piano di lavoro di Gonzo – se ben attuato – sarà sufficiente a raggiungere l’obiettivo prefissato?

1 comment:

Anonymous said...

Il piano di "Gonzo" di x sè è efficace, ma in alcuni punti è soggettivo, pur rimanendo utile, ma troppo dipendente dal tipo di gioco di "Gonzo". X esempio, lavorare di più sul dritto è giusto ma è xkè "Gonzo" sente qualcosa che nn va nel suo dritto.
Quindi la tabella di allenamento di "Gonzo" è giustissima, ma chi la applica deve rivolgerla verso i suoi colpi e nell' applicare lo schema deve tenere conto dei colpi che uno "sente" di più e basarsi su quelli x chiudere il punto.
Infine ritengo che lavorare sull' aspetto mentale sia fondamentale, in quanto soffro anche io di ansia da prestazione e so quanto penalizzi sul campo, duqne la cosa migliore è fare esrcizi di rilassamento veloci x riuscire a dare il 100% di sè e nn soffrire del melifico "braccino".

Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.