Friday, January 05, 2007

La Russia mette le mani sulla Hopman Cup

Tursunov batte Robredo 6-4 7-5, disputando un gran match, e la Russia si porta a casa il diamante, iscrivendo per la prima volta il suo nome nell'albo d'oro della HC. Nadia Petrova e Dimitri Tursunov portano a termine la missione fallita per ben due volte da Marat Safin e Nastya Miskina nelle edizioni passate. La partenza è stata lenta, pigra e imballata, ma poi sia Nadia che Dima sono cresciuti match dopo match, raggiungendo lo zenith di rendimento nella finale odierna. Non sminuirei l'impresa di Tursunov, perchè battere Robredo non è mai facile. E' uno che ti rimanda tutto indietro, sei costretto a spingere molto, a giocare con poco margine di errore. E se gli concedi una chance è sempre pronto a rientrare in partita. Per battere Robredo devi alzare il ritmo, giocare sulle linee e mantenere costante la concentrazione. Ed è proprio ciò che ha fatto questo burlone moscovita, californiano di adozione, che piace tanto (?) alle teen-ager che seguono lo Show.
Volendo chiosare la finale, affermiamo che power tennis russo ha sopraffatto la regolarità iberica, perchè anche il drittone e il servizio di Nadia Petrova hanno travolto la Medina Garrigues, che ricorderà a lungo le pallate del primo set. E che dire del doppio misto: quattro grandi professionisti che giocano una partita di esibizione, a risultato acquisito. Just for fun. Si divertono loro, si diverte la gente sugli spagli del Burswood Dome, si diverte la gente a casa. Perchè questa edizione della HC non ha conosciuto momenti di noia. Upset, momenti drammatici, punti da antologia, vittorie in rimonta, tie-break mozzafiato: sono stati gli ingredienti della ricetta australiana per il primo piatto di tennis dell’anno.
Concludo con una nota sulla cabala: la speranza è che la vittoria della HC sia un buon viatico per il team russo. Perchè Nadia ha bisogno anche di un po’ di fortuna, e soprattutto Dima sta già facendo gli scongiuri, vista la sfiga che questo trofeo ha portato di recente a gente come Blake e Dent. Ma siamo convinti che “l’ambasciatore dell’armata russa negli Stati Uniti” sia impermeabile alla “mala suerte” e che, a 24 anni compiuti, nel 2007 possa insediarsi stabilmente tra i Top 20. Obiettivo realistico, no?

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Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.