Friday, January 19, 2007

Scarabocchi sul terzo turno.

La vittoria di Jelena Jankovic su Viki Azarenka riconferma la mia tesi: la serba non ha problemi con le grandi colpitrici, con palla pesante ma monotona. JJ e’ rapida nello spostamento e nella preparazione del colpo, fisicamente molto tosta. E’ molto difficile prenderle il tempo nello scambio. L’avversaria e’ costretta a forzare e commette una valanga di errori gratuiti (la Azarenka 44 in 19 game). Inoltre ho notato che sta cercando di piazzare la prima di servizio, senza tirarla troppo, poichè la sua seconda è un po’ lenta, poco lavorata e, pertanto, vulnerabile. Risultato: con la prima fa’ meno punti ma ne mette tante in campo (74% oggi). Vedremo se la cosa funzionera’contro Serena.
Perfetto Gasquet nel primo set contro Monfils, mi ha ricordato il Gasquet visto a Toronto in estate. Poi la qualita’ e’ scesa parecchio. Una domanda che rivolgerei a Gael: ma perche’, con il fisico che hai, non lavori sodo su colpi d'approccio- gioco di volo e inizi a frequentare piu’ spesso la rete? Da incorniciare il bacio sulla guancia tra i due (che per essendo molto diversi sono amici) al momento della stretta di mano.
La Mauresmo fatica a trovare il ritmo nei primi game, soprattutto con il diritto, poi gioca e vince in scioltezza. Un buon allenamento per Amelie.
Le imprese del giorno sono quelle di Roddick, Ferrer e della Peer. Ho visto solo gran parte del match di quest’ultima: la Golovin nel finale ha avuto un bel po’ di braccino, ma l’israeliana prende davvero tutto. Non è solo una questione di fitness, la Peer è capace di leggere in anticipo il colpo dell’avversaria. In difesa e’ seconda solo a Kim Clijsters. Ricorda la Francesca Schiavone dei tempi migliori. Sono curioso di vederla remare a caccia della palla pesante di Svetlana Kuznetsova.
Chiudo, con una provocazione dedicata ai detrattori del tennis a stelle e strisce: che ne dite di un quarto di finale Fish vs Roddick?

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Terza di Copertina.

"Cementi di Gloria" è l'opera prima di Paolo Ricaldi, aka Mr. Pemulis, che nell'estate 2007 ha girato in lungo e largo i tornei di preparazione agli Us Open - il c.d. minicircuito chiamato Us Open Series - è tornato sano e salvo, anche se un po' intossicato di Tennis, e ci ha raccontato quanto visto, sentito e percepito nel Nuovo Mondo.
In questo reportage, che è un viaggio picaresco nel nordamerica, intorno al "vuoto" dello showbiz, l'autore alterna con grande potenza espressiva cronache sportive esilaranti, pagine di letteratura minimalista, storie surreali, incubi metropolitani abitati da personaggi dai nomi improbabili e aneddoti irresistibili; e lo fa utilizzando una vasta gamma di registri, che vanno dal comico al noir. Ne risulta un inno sghembo al tennis e alla vita in generale, che fa' di Ricaldi, la "next big thing" del panorama letterario mediterraneo.